A tutti sarà capitato, a me più di una volta, di fare l’esperienza di arrivare in un determinato luogo e trovare delle persone che stavano parlando su qualcosa o di qualcuno e all’improvviso si ammutoliscono perché, magari, presi dall’imbarazzo per l’eventuale richiesta di sapere qual’era l’argomento della discussione.
Una cosa di questo tipo è capitata anche a Gesù e ci viene raccontata dal vangelo di questa domenica.
Gesù continua a parlare ai discepoli di sofferenza e loro sembrano sintonizzati su un altro canale, completamente diverso e – dice il testo : “avevano timore di interrogarlo”.
Nel frattempo, però, lungo la strada si erano intrattenuti a parlare tra di loro su “chi fosse più grande”.
Nel momento in cui arriva la domanda diretta di Gesù «Di che cosa stavate discutendo per la strada?» ovviamente ha prevalso su tutto l’imbarazzo e – annota l’evangelista – “Ed essi tacevano”.
Si comprende subito che questo loro improvviso silenzio, non è un silenzio che rinvia ad una esperienza di meditazione sull’insegnamento che aveva loro proposto Gesù.
Il loro silenzio era piuttosto connotato da un forte imbarazzo. Immaginiamo per un attimo la scena.
Gesù continua a parlare della sua imminente passione e morte; i discepoli sembrano estraniarsi dal discorso di Gesù perché non ne capivano il senso e preferiscono affrontare altri argomenti, legati a prestigio ed eventuali privilegi.
Da parte di Gesù ci saremmo aspettati un severo rimprovero; Lui, che legge in profondità cosa c’è nel cuore di ognuno, era nella condizione di conoscere l’argomento che era stato oggetto di vivace discussione.
Gesù, invece, preferisce sedersi, chiamare a sé i dodici e dicendo «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti» finisce praticamente con il capovolgere la logica di questo mondo che è sempre basata sul potere e sui privilegi che dall’esercizio del potere possono derivare.
Gli apostoli per strada hanno discusso di tutto ciò che consente di essere più grandi degli altri intraprendendo in questo modo la misera gara tipica di chi crede di avere motivi per essere superiore agli altri. Hanno adottato quella logica che spesso ritma la vita di quanti vivono in perenne competizione con tutti.
La pagina evangelica di questa domenica ci fa’ capire quale è la logica di Gesù, una logica che non premia le smanie dovute alle aspirazioni ambiziose ma che favorisce e incoraggia il servizio verso i piccoli, gli esclusi e tutti coloro che agli occhi del mondo non contano nulla e che, invece, sono preziosi agli di Dio.
p. Enzo Smriglio