“Santa Febronia Trofimena non è solo da venerare e festeggiare, ma da imitare per la sua fede, la sua coerenza, la sua perseveranza”. Le parole del nostro vescovo, monsignor Guglielmo Giombanco, costituiscono indubbiamente l’”impegno” più concreto per i tanti fedeli pattesi che, in pellegrinaggio, sono stati a Minori, in occasione dei festeggiamenti di Santa Trofimena. Un’esperienza vissuta, da sacerdoti e laici, all’insegna della devozione, forte ed entusiasta, della solida amicizia, del senso di gratitudine verso il Padre per averci donato un esempio così luminoso di fede coraggiosa e convinta fino al martirio. “Una santa di ieri – ha sottolineato monsignor Giombanco – ma di grandissima attualità, che, in un mondo smarrito e disorientato come il nostro, ci fa capire che la vera felicità sta nel ripetere sempre il proprio sì a Dio, fino alle estreme conseguenze, e nel saperlo servire nei fratelli”. Sono stati davvero giorni particolarmente intensi, vissuti in pienezza, rinsaldando quei legami che ormai da tempo, in nome della comune devozione verso la nostra patrona e concittadina, si sono stretti e che diventano sempre più inscindibili. Ogni celebrazione, ogni attimo, la processione, sono stati vissuti con commozione e gioia e tutti i pattesi presenti si sono sentiti accolti e voluti bene.
La Comunità ecclesiale di Patti ha fatto dono di un calice, con l’immagine di Santa Febronia, dello stemma episcopale e dei simboli del martirio della Patrona che sono scolpiti nella cornice di un antico armadio che si conserva nella sacrestia della Cattedrale. Nel calice, in latino, è stata incisa questa frase: “Minorensium et Pactensium Divae Trophimenae Febroniae nomine communionis signum” (Per i Minoresi e per i Pattesi il nome di Santa Trofimena Febronia è segno di comunione).
Un altro segno tangibile di unità e di comunione “non solo – come evidenziato dal parroco don Ennio Paolillo e dall’arcivescovo della diocesi di Amalfi-Cava dei Tirreni, monsignor Orazio Soricelli – un momento celebrativo, ma espressione di una fede viva”. Monsignor Giombanco ha presieduto, nella basilica di Minori, i vespri solenni e la messa pontificale, al termine della quale, pattesi e minoresi si sono ancor più “stretti” alla vergine e martire per la partecipata processione che, sebbene disturbata dalla pioggia, ha costituito il culmine del “cammino comune”.
Ulteriore segno del pellegrinaggio e del fortissimo legame tra le due comunità è l’artistica lampada che brilla nella cappella di Santa Febronia, nella Cattedrale di Patti. La stessa è stata donata dalla comunità di Minori (un’altra brilla nella cripta di Santa Trofimena nella basilica in terra campana). “In mezzo a tanto buio – commenta don Enzo Smriglio – siamo più che certi che il luminoso esempio della nostra amata patrona continuerà a brillare nella nostra città. Vogliamo nello stesso tempo augurarci che tutta la nostra vita si lasci sempre illuminare dal Vangelo e così potremo sperimentare pure noi che chi segue Gesù non cammina nelle tenebre ma avrà la luce della vita”.
Adesso, affinché il pellegrinaggio non rimanga una semplice parentesi, indubbiamente bella, emozionante e coinvolgente, sarà necessario testimoniare nella quotidianità la fede di Santa Febronia, con l’impegno concreto di “tramandarla” alle giovani generazioni che, oggi più che mai, hanno bisogno di esempi così luminosi e genuini di amore senza limiti, capace di donarsi totalmente.
Nicola Arrigo