Nella sua sapienza pedagogica la Santa Madre Chiesa, a conclusione dell’anno liturgico, ci fa celebrare la “Regalità di nostro Signore Gesù Cristo”. Nel corso dell’umiliante interrogatorio cui è stato sottoposto dal Procuratore Ponzio Pilato Gesù chiarisce subito «Il mio regno non è di questo mondo – e aggiunge anche – il mio regno non è di quaggiù».
Alla sua nascita aveva inquietato l’avido Erode, adesso inquieta il rappresentante del potere imperiale di Roma. È evidente però che Gesù è un Re a dir poco ‘originale’.
Ai suoi discepoli ha espressamente insegnato che chi vuole essere il primo deve farsi ultimo; nel cenacolo aveva compiuto un gesto a dir poco scandaloso, lavando i piedi degli apostoli. E’ evidente, dunque, come la regalità di Gesù non ha nulla a che vedere con il modo con cui è solitamente inteso il potere umano. Per gli uomini di tutti i tempi l’esercizio del potere deve essere accompagnato da forme di autorità da esercitare “sopra” gli altri; per Gesù, invece, e per quanti intendono seguirlo, dev’essere chiaro che Lui “non è venuto per essere servito ma per servire”.
Il Regno di cui Gesù è Re, come ci fa pregare la Liturgia, ha sei specifiche caratteristiche. È un “regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace”.
Durante tutta la sua vita pubblica, Gesù ha fatto di tutto perché fosse in ogni modo evitata un’interpretazione politica della sua missione. Secondo quanto si legge nei vangeli, più di una volta lo volevano fare re, ma ogni volta egli si è garbatamente defilato. La regalità di Cristo è universale e ha un reale potere su tutto e su tutti; nessuna realtà creata sfugge al suo giudizio supremo. Egli ha acquistato questa regalità per mezzo della sua morte sulla croce per la remissione di tutti i peccati.
Celebrando la regalità universale di nostro Signore Gesù Cristo cerchiamo di fare in modo che Gesù regni sempre e davvero nella vita di ciascuno di noi, nella vita di tutte le nostre famiglie. E il Signore Gesù riuscirà a regnare nella nostra vita solo se, con il suo indispensabile aiuto, riusciremo a fare nostri i suoi sentimenti. E in questo modo tutto in noi riceverà ispirazione, forza e stile dalla sua divina regalità.
Capiremo così che regnare è servire.
E servendo, regneremo davvero!
p. Enzo Smriglio