Il brano evangelico della II domenica del Tempo Ordinario ci riporta il primo dei “segni” narrati dall’evangelista Giovanni. Ci troviamo a Cana durante un banchetto nuziale dove era presente anche Gesù perché era stata invitata la Madre.
Di questo ben noto brano evangelico colpisce subito l’intuito della Madre di Gesù che, senza alcuna sollecitazione da parte dei presenti, si accorge del disagio dovuto alla mancanza del vino che avrebbe sicuramente sconvolto il sereno andamento del banchetto nuziale. Sarebbe stato guastato il clima di festa.
Maria se ne accorge e interviene. Ne parla a Gesù.
E sebbene riceva da parte del Figlio una risposta sicuramente non del tutto gentile, la Madre non si scoraggia, nè si offende; piuttosto rivolge un pressante invito ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Secondo il racconto evangelico i servitori si sono dimostrati assai docili alle indicazioni della Madre di Gesù e così il miracolo si è potuto realizzare: spunta il vino abbondante e soprattutto di ottima qualità.
Ancora oggi la Madre di Gesù continua a ripetere al Figlio: “non hanno più vino” e Gesù anche ai nostri giorni rinnova il prodigio continuando ad assicurarci vino di qualità.
Se si obbedisce a Gesù il vino che, come dice il salmista “rallegra il cuore dell’uomo”, non solo non viene mai a mancare ma sarà sempre anche di ottima qualità.
Non sempre si riflette sul fatto che Gesù compie il primo segno in occasione di una festa di nozze. Gesù non è un guasta feste. Semmai il contrario: l’esito dell’obbedienza alle sue indicazioni da parte dei servitori salva il prosieguo della festa.
Non sono in pochi coloro che non di rado sembrano identificare ciò che ha a che fare con gli insegnamenti di Gesù con qualcosa di pesante da sopportare.
Purtroppo tante forme di pregiudizi stentano a scomparire mentre in realtà, invece – per dirla con le parole iniziali dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco – “con Gesù sempre nasce e rinasce la gioia”.
Alla sua nascita gli Angeli annunciano una “gioia” che è “per tutto il popolo”.
Alla sua prima uscita ufficiale (potremmo dire), raccontata dal quarto Evangelo, salva una festa di nozze assicurando un’abbondanza di vino di qualità.
E dei discepoli che incontrano il Risorto il Vangelo dirà che provarono una grande gioia.
Insomma la gioia ha sempre a che fare con la presenza di Gesù.
Quando allora viene ad essere scarsa la qualità della gioia dovremmo avere il coraggio di chiederci se non è un segno di un più che probabile allontanamento dagli insegnamenti del Vangelo.
Detto in altri termini: dove c’è Gesù c’è sempre abbondanza di tutti gli ingredienti umani che assicurano un’autentica esperienza di gioia.
Dove la gioia “scarseggia”, invece, è un segno evidente che ci si è allontanati da Gesù pensando – illudendoci – che ci possa essere festa anche senza di Lui.
p. Enzo Smriglio