Chi pensa di trovare nel messaggio di Gesù una serie di insegnamenti ispirati alla logica del “buon senso” resta assai deluso. Infatti Gesù è un Maestro davvero assai scomodo perché viene a capovolgere ogni umana logica. Probabilmente ci siamo fin troppo abituati ad una lettura del vangelo ridotta al minimo indispensabile, cioè a cercare di fare quello che si può. E invece Gesù, dopo la proposta contenuta nelle Beatitudini, sembra voler alzare ulteriormente l’asticella delle esigenze proposte ai suoi discepoli arrivando a formulare delle richieste che sembrano umanamente esagerate. Ecco cosa leggiamo nel brano evangelico di domenica: “Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica”. Ad ognuno di noi verrebbe spontaneo di dire a Gesù: possiamo pure ammettere di fare di tutto per comportarci bene con chi si comporta bene; proveremo, a limite, a tollerare anche chi ci fa del male cercando di non rispondere con la stessa moneta, ma se ci vieni a dire che dobbiamo amare anche i nostri nemici francamente non possiamo fare a meno di farti notare che forse stai davvero esagerando.
Quello di Gesù, invece, non è un insegnamento ‘esagerato’ perché sappiamo come la fede cristiana non è una serie di norme di “buona educazione” né una collezione “di buone maniere” quanto piuttosto un vero e proprio modo rivoluzionario di vivere e scegliere.
Dobbiamo riconoscere come in realtà cerchiamo in ogni modo di ‘addomesticare’ l’insegnamento di Gesù e non ci rendiamo conto che così facendo finiamo con l’accontentarci di una lettura del Vangelo fatta – per così dire – “al ribasso”. Essere cristiani non significa fare semplicemente quello che si può, ma piuttosto “fare” quanto ci viene chiesto dallo stesso Gesù.
Evidentemente da soli non possiamo farcela per questo è indispensabile invocare di continuo l’aiuto del Signore; se Gesù ci dice: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” è anche vero che Lui non ci lascia mai privi del suo sostegno.
Usare misericordia, smettere di giudicare, non condannare, saper perdonare, non sono delle disposizioni facoltative nella vita di un discepolo.
Questi verbi non ci lasciano scampo e ci fanno comprendere che la nostra esperienza di fede sta o cade a seconda che noi riusciamo o meno a fare quanto il nostro Maestro e Signore ci ha insegnato. Essere cristiani, nessuno lo nega, è assai esigente, ma è anche un’esperienza talmente bella che porta alla massima espansione la nostra stessa umanità e, nello stesso tempo, assicura il segreto per realizzare la “civiltà dell’amore” così tanto desiderata.
p. Enzo Smriglio