“Camminiamo con fiducia e speranza e se non desistiamo raccoglieremo i frutti”. E’ la consegna che il vescovo, monsignor Guglielmo Giombanco, ha fatto ai presbiteri, alle religiose e agli operatori pastorali presenti nella Concattedrale “Santi Martiri del XX secolo”, a Patti, per il secondo giorno dell’Assemblea Ecclesiale Diocesana. Ai sacerdoti, alle comunità religiose, alle singole parrocchie, a gruppi, movimenti ed associazioni, il Pastore della nostra Chiesa Locale ha consegnato, a conclusione della messa, la lettera “Sale della terra e luce del mondo” per il secondo anno del cammino pastorale 2019-2020.
Prima della celebrazione eucaristica, monsignor Giombanco ha presentato la lettera, ribadendo che essa è un richiamo della Lettera Pastorale, già consegnata lo scorso anno, “Come lievito nella pasta”.”Siamo chiamati – ha esordito il vescovo – a testimoniare il sapore evangelico e la luce della Chiesa, continuando con fiducia il percorso intrapreso lo scorso anno, un cammino di unità e di comunione, in cui tutti sono impegnati, insieme, nell’opera dell’evangelizzazione”: Ancora una volta, monsignor Giombanco ha ribadito, con toni forti, quanto sia fondamentale la formazione degli operatori pastorali “partendo dalla Fonte, che dà senso ad ogni attività pastorale”. Per questo saranno proposti “percorsi” per catechisti, animatori della liturgia e della carità. ”E’ necessario – ha aggiunto – acquisire sempre più il senso di appartenenza alla Chiesa e promuovere la propria maturazione umana e cristiana per evitare di annunciare noi stessi invece di Cristo”. “Non si tratta – ha rimarcato il vescovo – di inventare un nuovo programma; il programma è sempre lo stesso ed è quello del Vangelo. La pastorale deve essere generativa, aiutando ad accogliere la fede in qualsiasi stagione della vita”.
Anche nell’omelia durane la messa, monsignor Giombanco ha evidenziato che “bisogna porsi in atteggiamento di ascolto orante della Parola, per trarre feconde indicazioni per il cammino di fede che la nostra Chiesa è chiamata a percorrere”.
Prendendo spunto dalla lettura biblica tratta dal Libro di Giona, il vescovo ha sottolineato che “ogni credente ha bisogno di sperimentare la misericordia del Creatore. Certamente essa risulta a volte provocatoria e in certo senso scandalosa, poiché costringe a pensare in maniera differente non solo Dio, ma anche il suo modo di manifestare la sua giustizia”. “Tutti – ha proseguito – dobbiamo essere profeti, con la vita e non solo con le labbra, con lo stile cristiano, con umiltà, dolcezza, spirito di comunione, senza accenti che escludono o giudicano”. Quindi,. È ritornato sull’immagine che accompagnerà il cammino pastorale: “Il sale non ha sapore in sé, nessuno mangia il sale. E’ importante perché, sciogliendosi, esalta il sapore del cibo. La luce non illumina se stessa ,non splende per sé, ma per illuminare i volti e le cose. Le nostre comunità, le nostre città, si aspettano che noi usciamo dall’individualismo personale ed ecclesiale e ci impegniamo ad indicare orizzonti di vita evangelici”.
Prendendo spunto dal brano evangelico di San Luca, in cui Gesù insegna i discepoli il Padre Nostro, monsignor Giombanco ha affermato che “anche noi rivolgiamo a Gesù la stessa domanda dei discepoli: Signore, insegnaci a pregare”. La nostra Chiesa realizzerà il sogno di essere comunità profetica che testimonia il sapore evangelico e la luce della fede solo se mantiene vivo al suo interno il desiderio di crescere nel dialogo con Dio attraverso la preghiera”. In tale ottica, ha ribadito l’invito già rivolto alle comunità parrocchiali di iniziare l’anno pastorale con un ritiro di tutti gli operatori pastorali:”Solo se ci impegniamo per il Vangelo sapremo essere convincenti e coinvolgenti, soggetti credibili perché non annunciamo noi stessi ma il Signore Gesù”.
“Maria – ha concluso il vescovo – ci prenda per mano e ci guidi a testimoniare il Vangelo lungo le strade dei fratelli e delle sorelle che incontriamo nel nostro cammino, perché attraverso le nostre opere risplenda la luce di Dio nel mondo”.
Nicola Arrigo