Attendere, voce del verbo….amare ! L’attesa di Giovanni Battista, di Giuseppe, di Maria, di don Antonio Di Bella che il 7 dicembre sarà ordinato sacerdote assieme a don Giuseppe Lombardo, l’attesa di ciascuno di noi, è stata il filo conduttore della veglia di preghiera dei giovani della diocesi di Patti, guidata dal vescovo, monsignor Guglielmo Giombanco, in preparazione all’Avvento, celebrata nella chiesa “Maria Santissima di Lourdes” di Gliaca di Piraino, organizzato dal Servizio di Pastorale Giovani, diretto da don Giuseppe Di Martino. Avendo come esempi fulgidi Giovanni Battista, Giuseppe e Maria, i giovani presenti hanno avuto modo di riflettere appunto sul senso dell’attesa, attesa di un appuntamento importante: la venuta del Signore. Riflessione “aiutata” pure dalla testimonianza di don Antonio Di Bella, che ha evidenziato come “spesso, appena iniziato un cammino, pensiamo subito al traguardo, con il rischio di tirare la conclusione: non ce la farò”. “Il cammino – ha aggiunto . è fatto di difficoltà, ostacoli, che diventano segni che quella è la strada giusta”. “Sudare, soffrire – ha concluso – sono propri del cammino e più alta è la montagna più bello è il panorama”.
Sul tema dell’attesa ha insistito pure il vescovo nel corso della sua riflessione, partendo da alcune domande: Sappiamo attendere ? Viviamo lo stupore dell’attesa ? “Oggi – ha rimarcato monsignor Giombanco – l’attesa è come se fosse qualcosa che limita la libertà, oggi prevale la cultura dell’immediato, dell’istantaneo”. “Invece – ha aggiunto – l’uomo, vivendo l’attesa, sperimenta la propria incompiutezza e, quindi, il bisogno di uno più grande di lui. C’è un’attesa passiva, senza alcuna operosità, ed un’attesa attiva, perché attendere significa andare incontro, mettersi in cammino; l’Avvento è, appunto, il tempo del cammino che conduce all’incontro con Cristo, che rende bella e luminosa la vita”. “Non siamo mai soli – ha detto ancora il vescovo -; Dio condivide in Cristo le strade dell’uomo, si fa fragile e debole per rendere forte, audace, invincibile chi lo accoglie. L’attesa di Cristo diventa promozione dell’uomo, pienezza che ci fa percepire la bellezza e la ricchezza della vita e ci da forti motivazioni per avere la forza di sperare”. “E’ fondamentale – ha esortato monsignor Giombanco – avere nuove ragioni di vita, per guardare al futuro con fiducia e speranza. Oggi sembra che nel vissuto esistenziale si sia rotto il cuore, un cuore capace di dare senso. Il mondo è frantumato. L’impegno deve essere quello di far tornare il cuore a battere, perché l’uomo sia capace di sentire, di sperare”. “Il cuore della Chiesa – ha concluso il vescovo, rivolgendosi direttamente ai giovani – siete voi, se siete uniti alla sorgente. L’attesa, piena di amore e di speranza, è tipica della vostra età. Accogliete Cristo e lui vi permetterà di sognare in grande e di riempire la vostra vita”.
Il vescovo ha, quindi, acceso la quinta candela della corona dell’Avvento, fiamma da cui poi tutti i presenti hanno, a loro volta, acceso un lumino, a simboleggiare la luce della gioiosa attesa che tutti sono chiamati a testimoniare nella quotidianità.
I prossimi incontri diocesani (altri si terranno a livello vicariale) sono programmati il 28 febbraio, a Patti, per la Quaresima, e il 3 aprile a Sant’Agata Militello per la Liturgia Penitenziale.
Il 3 maggio, a Rocca di Caprileone, sarà celebrata la Giornata Diocesana dei Giovani.
Nicola Arrigo