Giovanni Battista, che incontriamo nel brano di Vangelo della terza domenica di avvento, vive la dolorosa esperienza di una vera e propria crisi di fede. Infatti, sentendo parlare del modo di operare di Gesù si rende conto che non corrisponde affatto alle caratteristiche della sua presentazione e proprio per questo si premura di inviare alcuni suoi discepoli per fargli una esplicita domanda: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Che è come dire: mi sono sbagliato io a presentarti o ti stai sbagliando tu ad interpretare il ruolo di Messia?
Fa riflettere il modo con cui risponde Gesù agli emissari del Battista.
Non esprime delusione nei riguardi dei dubbi del Precursore, non gli manifesta neppure un garbato rimprovero, ma si limita invece a fare l’elenco di ciò che accade attraverso il suo agire: “I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo”. Ecco cosa gli dovete riferire. E sembra dire Gesù: se gli riferite tutto questo Giovanni capirà che non si è sbagliato sul mio conto. La stima di Gesù nei riguardi del Precursore non è assolutamente scalfita dai dubbi che Giovanni ha sul suo conto. Il Battista dubita di Gesù mentre Gesù continua ad averne stima e difatti arriva a dire di lui che è il più grande “fra i nati da donna”.
Gesù agli emissari ai quali consegna la risposta da portare a Giovanni, che si trovava in carcere, mette in evidenza un’esigenza che suona da monito per il Battista e nello stesso tempo è una esplicita richiesta rivolta a tutti e valida per sempre: «beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Nel corso della vita potremo somigliare alcune volte a Giovanni Battista, imprigionati anche noi come lui da certe spiacevoli perplessità nei riguardi di Gesù al punto tale da arrivare a pensare che Gesù sia davvero molto diverso da come ce l’aspetteremmo o da come noi lo vorremmo. In questi momenti risuonino nel nostro cuore, come salutare monito, le parole di Gesù che – pure a noi – viene a dire «beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Gesù è il volto della Misericordia del Padre il quale, anziché bruciare i peccatori come aveva annunziato Giovanni Battista con la sua austera predicazione, li accoglie e siede a tavola con loro.
Della sconfinata misericordia del Padre che Gesù ci ha rivelato non dobbiamo mai scandalizzarci. E con l’indispensabile aiuto di Dio, che vogliamo invocare costantemente, facciamo in modo che nella nostra quotidiana esperienza di fede Gesù e solo Lui sia sempre – e resti per sempre – il punto di riferimento essenziale e indispensabile di tutta quanta la nostra vita.
p. Enzo Smriglio