Il Vangelo della 5a Domenica del Tempo Ordinario (9 febbraio 2020)

“Voi siete il sale della terra e la luce del mondo”. Così dice Gesù ai suoi discepoli di tutti i tempi e di ogni luogo. Quindi anche a noi, adesso, in questo momento della nostra vita, in qualsiasi situazione noi possiamo venirci a trovare.

È davvero interessante notare come sulla bocca di Gesù non si trovano mai espressioni moraleggianti quelle che a volte caratterizzano alcuni nostri discorsi, quando s’insiste su quello che si “deve” essere e su ciò che “bisogna” fare.

Sappiamo bene che il sale, di natura sua, insaporisce le pietanze mentre la luce spontaneamente illumina gli ambienti.

Grazie al sale riusciamo a gustare il sapore dei cibi che ci alimentano e grazie alla luce riusciamo a vedere la realtà che ci circonda.

Per rendere gustosa una pietanza basta un pizzico di sale; una quantità esagerata renderebbe immangiabile la pietanza. Allo stesso modo una luce esagerata sarebbe difficilmente tollerata dagli occhi e anziché favorire la vista accecherebbe chi vuole vedere l’ambiente che lo circonda.

Che tristezza grande e che terribile povertà per il mondo intero essere cristiani scipiti, senza sapore; cristiani spenti, privi di luce.

Faremmo bene a tenere sempre presente che la gradevolezza del sapore da dare alla terra non sarà mai l’esito di chissà quale nostra strategia di condimento, ma semplicemente un dono gratuito del Signore che nella sua bontà e tenerezza ci insaporisce, rendendoci partecipi della sua stessa vita e, dunque, della sua stessa divina sapienza. La luce che siamo poi chiamati a diffondere nel mondo altro non è che un riflesso della stessa luce di Dio. L’esperienza, infatti, c’insegna che più ci esponiamo alla luce della grazia di Dio e più il Signore ci abilita ad illuminare i nostri ambienti con il suo santo evangelo. Essere sale e luce – sale della terra e luce del mondo – non è un gravoso dovere da compiere, ma una lieta e affascinante vocazione da vivere. Ecco chi è il cristiano: un uomo attratto dal gusto per la pienezza di vita che si può sperimentare solo seguendo la logica delle Beatitudini evangeliche. Ecco chi è il cristiano: un uomo illuminato non da una dottrina e nemmeno da una idea, ma letteralmente affascinato dalla luminosità di un’esperienza iniziata con l’incontro speciale con Gesù, luce vera del mondo. Ecco allora la nostra bella vocazione di cristiani, la vocazione a cui il Signore stesso ci chiama: portare gusto e irradiare luce con tutta la nostra vita, non in vista della collezione di chissà quali riconoscimenti umani, ma unicamente per l’incontenibile gioia di riuscire ad incoraggiare chiunque incontriamo nel cammino della vita a voler rendere gloria, insieme a noi, al Padre nostro che è nei cieli.

p. Enzo Smriglio