Per parlare del “regno dei cieli” Gesù ricorre al linguaggio parabolico, ricco di immagini e nello stesso tempo evocativo delle reazioni più diverse.
Nelle tre parabole che ascolteremo nel brano evangelico di domenica prossima incontriamo tre immagini e ad ogni immagine corrisponde una possibile reazione da parte di chi s’immedesima nel racconto.
La prima immagine è quella della zizzania che viene seminata di nascosto, nel terreno dove era stato messo a dimora il seme buono. La reazione degli operai è quella di sradicarla immediatamente.
La seconda immagine è quella del granellino di senape. La reazione è quella dello stupore perché da un seme dalle dimensioni insignificanti nasce, invece, un albero capace di offrire a tanti uccelli la possibilità di nidificare all’ombra dei suoi rami.
La terza immagine è quella del lievito. La reazione anche in questo caso è improntata alla meraviglia perché una quantità assai esigua di lievito riesce a far lievitare una gran massa di farina.
Riguardo alla zizzania Gesù ci fa capire che il bene è sempre mescolato al male e che nel voler isolare il bene dal male bisogna stare molto attenti, occorre sempre saper pazientare per evitare così che si finisca col perdere il bene dal momento che in tanti casi non è sufficiente la sola buona intenzione di voler eliminare il male. È molto più saggio allora, anziché ostinarsi a combattere il male, favorire in ogni modo la crescita del buon seme in noi e attorno a noi.
Ad una attenta considerazione non può sfuggire a nessuno come sia davvero bello lo stile di Dio: si lascia, infatti, affascinare più da un esile spiga piuttosto che scandalizzarsi per il proliferare della zizzania.
Il campo seminato del buon grano e infestato dalla zizzania è il simbolo del nostro cuore che molte volte sembra preso d’assedio dalle erbacce più impensate. Spesso ci sarebbero tutti gli elementi per deprimersi e scoraggiarsi; invece, la via da preferire è quella di imitare lo stile di Dio che – come dice p. Ermes Ronchi – “per vincere la notte accende il mattino, per far fiorire la steppa sterile semina milioni di semi, per sollevare la pasta immobile immette un pizzico di lievito”.
Nella nostra esperienza di vita cerchiamo di fare di tutto per acquisire lo sguardo di Dio per il quale “una spiga di buon grano conta più di tutta la zizzania del campo, il bene conta più del male; la luce è sempre più forte del buio”. E proprio perché Dio è abituato a guardare sempre avanti per lui
“il bene possibile domani è più importante del peccato di ieri”.
Stando così le cose non possiamo che ritenerci tutti quanti più che fortunati e c’è solo da dire grazie dinanzi alla sconfinata pazienza e misericordia del Signore.
p. Enzo Smriglio