“Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.
Con quest’espressione, che viene udita direttamente dal cielo, termina il breve brano evangelico della festa del Battesimo di Gesù con cui si chiude il tempo liturgico del Natale. Nel giorno del nostro Battesimo il Signore ha pronunciato le stesse parole su ciascuno di noi. E prima ancora che noi potessimo deciderci di fare qualcosa per Dio è Dio che, per primo, ha fatto tutto per noi, anticipandoci sempre come è nel suo stile.
In Gesù Dio Padre trova pieno “compiacimento”. Questo termine, forse inusuale, rinvia ad una sensazione di naturale soddisfazione, gioia e piacere. Questo stesso “compiacimento” Dio lo prova tutte le volte che ha la gioia di poter constatare che la nostra vita, in ogni suo possibile risvolto, è vissuta “per Cristo, con Cristo e per Cristo”.
Con la sua consueta sobrietà l’evangelista Marco racconta il momento del Battesimo di Gesù al Giordano inserendolo – per così dire – nel normale scorrere del tempo. In questo modo l’evangelista ci aiuta a capire che è proprio dentro la storia umana, nel suo naturale procedere, che s’innesta la novità di Dio. Ciò significa che è proprio dentro gli eventi ordinari della vita che Dio intende offrire la sua salvezza all’umanità bisognosa di redenzione. È assai significativo, poi, che Gesù alla sua prima apparizione pubblica dopo i trenta anni interamente trascorsi nel più completo silenzio e anonimato a Nazaret lo troviamo mescolato con i peccatori che andavano a farsi battezzare da Giovanni sulle sponde del fiume Giordano. Gesù che è una sola cosa con Dio in quanto figlio unigenito del Padre si fa una sola cosa con i peccatori. Questo stile Gesù lo manterrà per tutta la vita; siederà, infatti, a mensa con i peccatori e finirà per morire crocifisso in mezzo a due malfattori. Nel brano del Battesimo di Gesù al Giordano c’è infine un particolare sul quale desidererei attirare l’attenzione di quanti mi state ascoltando. Ad un certo punto l’evangelista dice: “uscendo dall’acqua vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba”. Gesù vede “squarciarsi i cieli”. Non viene detto che i cieli si aprirono ma che si squarciarono. È interessante perché ciò che si apre si può anche in un secondo momento chiudere, mentre ciò che si squarcia non si può più richiudere. Ai tempi di Gesù si riteneva che Dio, indignato per i peccati del suo popolo, avesse sigillato la sua dimora. In Gesù, invece, Dio Padre dimostra di aver nuovamente riaperto il canale di comunicazione con l’umanità peccatrice e di non avere alcuna intenzione di richiuderlo perché nel Figlio suo e nostro Signore, nella potenza dello Spirito Santo, offre a tutti la salvezza in maniera assolutamente gratuita e in modo totale e definitivo.
p. Enzo Smriglio