Ancora una volta, i giovani della diocesi di Patti, grazie al Servizio di Pastorale Giovanile, diretto da don Giuseppe Di Martino, si sono “incontrati” on line assieme al vescovo, monsignor Guglielmo Giombanco. Un’occasione propizia, sia pur non in presenza, per pregare, riflettere, confrontarsi, ascoltare la parola del Pastore della Chiesa locale e assumere degli impegni.
Tutto questo, prendendo spunto dal brano evangelico di San Luca di Marta e Maria.
Fare o ascoltare? Attività o meditazione?
“Spesso – ha sottolineato il vescovo, sollecitato dalle domande postegli dai giovani – cadiamo nella tentazione del fare, rischiando di perdere l’essenziale e fare svanire l’amore”. “Fermarsi – ha aggiunto – non significa non fare nulla; è fare qualcosa che riempie di senso la vita, è capire, pur in un momento come quello che stiamo vivendo, cosa mi aiuta”. Certo, la pandemia ha ridimensionato le attività “ma pur col suo carico di sofferenza – ha rimarcato monsignor Giombanco – ci ha aiutato a riflettere, a distaccarci da tante cose che ritenevamo necessarie e in realtà non lo erano”. “Anche nelle nostre comunità – ha proseguito – facciamo tante attività, ma bisogna fare scelte intelligenti e prioritarie, anche le comunità devono saper discernere, partendo dall’ascolto e dall’ascolto trarre un servizio concreto”.
A ritmare l’incontro è stata anche la canzone di Marco Mengoni “L’essenziale”; la pandemia è stato un tempo che ci ha allontanato dagli insuccessi e dalle cattive abitudini per ritornare all’essenziale. Proprio quest’ultima è stata la parola più ricorrente, la sua costante, indispensabile ricerca è stata la consegna dell’incontro. “Perché – ha evidenziato il vescovo – l’atteggiamento di Marta e quello di Maria non sono in contrapposizione; entrambe si relazionano con Gesù, anche se in modo diverso. Dobbiamo saper trovare un punto di incontro fra il rapporto con Dio e il servizio ai fratelli”. “La riflessione – ha sottolineato ancora monsignor Giombanco – nasce dall’ascolto di Dio ma anche di sé stessi. Così possiamo fare un discernimento fra ciò che è primario e ciò che è secondario”. Da qui la domanda: come scoprire l’essenziale? “Non sono tanto io a cercare, sono cercato da Qualcuno ai cui occhi sono prezioso. La fede apre orizzonti vasti; è vero, il mondo cade a pezzi, ma ciascuno può dare il proprio piccolo contributo perché l’ambiente, le relazioni possano essere migliori, per un mondo più a misura d’uomo, più vivibile. Il compito di ciascuno è ridare a questo mondo un’anima, un cuore che batte, con scelte audaci, cominciando dalle piccole cose. Dobbiamo impegnarci, attraverso la crescita interiore, a dare una testimonianza esteriore”. Monsignor Giombanco ha concluso citando Madre Teresa di Calcutta: “Se cambiamo noi stessi, cambierà anche il mondo e lo renderemo più bello”.
Il messaggio conclusivo dell’incontro è stato sintetizzato in un filmato, avente per oggetto “Il piccolo principe”, con la celeberrima frase: “Non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”.
Nel suo saluto finale, don Giuseppe Di Martino, facendosi anche portavoce di un forte desiderio del vescovo, ha anticipato che il prossimo incontro, fissato per il 26 marzo, alle 19, sarà, salvo nuove restrizioni, in presenza (sarà, in seguito, comunicato il luogo, che possa accogliere tutti nel pieno rispetto delle regole). Essendo a ridosso della Settimana Santa, sarà un momento penitenziale.
Nicola Arrigo