La Diocesi di Patti e la comunità di San Piero Patti è in festa per la riapertura, oggi 26 giugno 2021, della chiesa parrocchiale San Pancrazio, dopo oltre un ventennio di chiusura.
Don Basilio Scalisi, responsabile diocesano dell’Ufficio Tecnico e dei Beni Culturali, ci espone le tappe che hanno preceduto questo evento ed evidenzia il faticoso cammino, fortemente voluto dai Vescovi: Mons. Ignazio Zambito prima e successivamente Mons. Guglielmo Giombanco.
Questa Chiesa, che da stasera torna ad accogliere i fedeli ed è restituita all’ammirazione della comunità e al culto, è uno dei monumenti di interesse culturale e religioso di questa cittadina ed ha una sua specifica rilevanza storico-artistica (è di epoca cinquecentesca) ed è impreziosita da numerose opere d’arte: pitture della scuola del Novelli e di Giuseppe Tomasi da Tortorici, statue dei Gagini, decorazioni, coro ligneo, stucchi, tele, monumenti funebri, etc. che ancora continuano a stupirci.
Il prospetto della Chiesa, realizzato in pietra arenaria, è ricco di incisioni decorate con motivi floreali da artigiani della pietra del luogo.
La torre campanaria è della fine del settecento e nel tempo ha subito vari interventi a causa dei dissesti. La grande campana in bronzo porta incisa la data della sua realizzazione: “Anno del Signore Milleseicento”
Negli anni 1995-2001 questa Chiesa è stato oggetto di attento monitoraggio da parte dei tecnici che hanno collaborato e collaborano con la Diocesi: il dott. Ing. Francesco Ingrassia e il dott. arch. Rosario Fonti.
Notevoli infiltrazioni di acque meteoriche avevano creato pericoli alla staticità del manufatto, con problemi alle fondazioni e lesioni nei muri perimetrali e nei pavimenti. Si notavano pure evidenti cedimenti nell’abside e nel transetto.
Certamente problemi nello scorrere del tempo questa Chiesa ne ha avuti tanti: il terremoto del 1783 l’ha fortemente danneggiata; poi prontamente riparata e riaperta al culto.
Negli ultimi anni del 1800 a causa di una lenta e invisibile frana, la fabbrica chiesastica era fortemente compromessa e minacciava di crollare per sempre. La solerzia di Giovanni Paleologo, decano e arciprete della Chiesa, e la collaborazione munifica della cittadinanza ne consentirono la ricostruzione. Sotto il grande organo si legge l’iscrizione del 1907 con la riapertura al culto dopo 12 anni di lavoro.
Tornando all’epoca più recente, nel maggio del 2001 i citati tecnici Ingrassia e Fonti elaborano il primo progetto di restauro, che ottiene tutti i pareri e le autorizzazioni e viene presentato alla Regione per il finanziamento nel piano POR 2000-2006. Pur dichiarato ammissibile il progetto non sarà finanziato per mancanza di fondi.
Intanto nel Dicembre 2002, risultando fondato il rischio di crollo della struttura, si è deciso di inibire la frequenza dei fedeli e l’uso del monumento.
Non arrivando fondi dalla Regione Siciliana, nel marzo 2003, viene presentato un altro progetto completo per circa € 2.000.000 alla Presidenza del Consiglio. Le domande e gli elaborati tecnici si rinnovano quasi annualmente senza esiti positivi.
Il tempo trascorre invano, con amarezza e senza risultati, mentre le strutture si aggravano e la paura di perdere questo stupendo monumento aumenta sempre di più.
Per il Vescovo, per la Diocesi, per la cittadinanza sampietrina, assistere al quotidiano degrado era un’angustia continua.
È del marzo 2016 la decisione del vescovo Ignazio Zambito, con il sostegno degli Organismi diocesani, di impegnare per questa Chiesa una parte dei fondi che la Diocesi aveva accantonato nel corso degli anni eventuali emergenze.
I primi lavori, iniziati il 3 ottobre 2016 e finiti il 30 giugno 2017, per una spesa complessiva di € 410.000, hanno interessato la messa in sicurezza e la sistemazione di tutte le varie falde della copertura della chiesa, il consolidamento delle travi e delle capriate in legno, la ricucitura delle murature, la saldatura delle volte ed il ripristino degli intonaci esterni.
Un insieme di opere urgenti, realizzate per salvare il monumento, bloccare il degrado e sperare di trovare somme successive per il completamento dell’interno.
Nel Novembre 2018, Mons. Guglielmo Giombanco, dopo un attento sopralluogo, autorizza don Basilio Scalisi a presentare alla Conferenza Episcopale Italiana il progetto per il restauro interno e il completamento delle opere.
La pratica viene accolta ed è assegnato dalla CEI – dai fondi dell’otto per mille – il contributo di € 238.000,00 a fronte di una spesa complessiva di € 390.000. – La differenza di spesa, cioè € 152.000,00, è coperta dalla Diocesi. I lavori iniziano il 22 gennaio 2020 e, con tutte le difficoltà legate al Covid-19, vengono ultimati nel febbraio 2021.
Per questa Chiesa, dal 2016 ad oggi, la Diocesi di Patti ha impegnato complessivamente la somma di € 562.000,00.
Certamente l’iter è stato lungo e complesso, ma oggi vogliamo dire grazie al Signore che ci ha concesso di iniziare e completare questa opera.
Grazie ai Vescovi Zambito e Giombanco, alla Cei, al Parroco don Angelo, agli Organismi diocesani e parrocchiali che hanno condiviso tutto e ci hanno spinto ad andare avanti.
Gratitudine è da esprimere per il lungo e paziente lavoro di progettazione e direzione lavori all’Ing. Francesco Ingrassia e all’Arch. Rosario Fonti, che di questa chiesa hanno condiviso rischi, speranze, ansie, preoccupazioni e critiche.
Sentimenti di gratitudine vanno espressi all’Impresa esecutrice: la Ditta Cosmak di Gaetano Cannizzo ed Antonella Lincoln con le loro maestranze; al sig. Giuseppe Randazzo per gli impianti; alla dott.ssa Fedra Sciacca per il restauro della cupola e delle cappelle; al sig. Salvatore Pascale per tutte le tinteggiature. Grazie infine all’Economo diocesano don Franco Pisciotta per la continua disponibilità e grazie pure ai Funzionari della Soprintendenza di Messina (Ing. Stopo, Geom. Arena, Arch. Pino), che si sono succeduti nel tempo e ci hanno aiutato a realizzare al meglio il nostro lavoro.
Don Basilio Scalisi