Carissimi Amici,
A Natale rifulge una grande luce che rischiara la notte del mondo e sveglia nel cuore dell’uomo la speranza. Nel racconto della nascita di Gesù ascoltiamo queste parole: «In quella regione c’erano alcuni pastori… e la gloria del Signore li avvolse di una grande luce» (Lc, 2,9). Nella vita di tutti giorni facciamo esperienza di momenti di buio e tutti avvertiamo nel cuore il bisogno struggente di una luce che accenda la speranza e aiuti a riacquistare uno spirito di fiducia.
Cristo, vera luce del mondo, nasce per donarci nuovi orizzonti di vita che possiamo scoprire solo se, come i pastori, accogliamo con stupore la luce che brilla nelle tenebre e ci mettiamo in cammino verso Betlemme per incontrare il Signore Gesù. Andare a Betlemme significa seguire la strada che la luce della fede indica per uscire dalle situazioni di buio che tengono prigioniera la nostra vita; per guardare oltre noi stessi e accorgersi dei bisogni dei fratelli e delle sorelle che incontriamo nel nostro cammino, per contemplare con lo sguardo del cuore il Figlio di Dio che si fa vicino a noi nell’umiltà di un bambino fragile che chiede accoglienza e amore.
La luce, nella notte di Natale, risplende per riscaldare i cuori induriti e angosciati, per aprire nuovi sentieri di vita e per convincerci che il buio delle notti esistenziali, le paure, le difficoltà, le sofferenze si superano non restando chiusi nel proprio egoismo, ma insieme e aprendosi agli altri con la gratuità dell’amore attraverso gesti di solidarietà.
A Natale – scriveva don Mazzolari – «entra nel mondo la gioia, attraverso un bambino che non ha niente. La gioia è fatta di niente, perché ogni uomo che viene al mondo viene a mani vuote».
Natale è festa di solidarietà tra Dio e l’uomo e anche tra gli uomini tra di loro perché, illuminati dalla luce che si diffonde dalla grotta di Betlemme, si decidano di riempire le mani vuote di amore, di tenerezza e di generosità e non di egoismo e indifferenza. Questo è Natale: una notte che si trasforma in luce per permette all’amore di albeggiare nel cuore dell’uomo e riaccendere la vita.
In questa umanità ferita, prigioniera della paura e contrassegnata dall’incertezza e dalla provvisorietà, irrompe dolce e penetrante la luce di Dio manifestata dal Bambino di Betlemme che con la sua venuta infonde fiducia e coraggio.
Auguro che la luce del Natale entri nelle nostre famiglie perché tutti possiamo intonare, come gli angeli nella notte santa, il canto della gioia che riaccende nel cuore la scintilla dell’amore per sentirci legati gli uni agli altri in un abbraccio di vita.
Buon Natale!
+ Guglielmo, Vescovo