“Chi osa vince”! La “consegna” del vescovo monsignor Guglielmo Giombanco è l’impegno concreto che i giovani della diocesi di Patti saranno chiamati a vivere nei propri “ambienti” come “continuum” della Giornata Diocesana di Gliaca di Piraino, avente per tema: “E’ tempo di libertà. Alzati”. Una Giornata, organizzata dal Servizio di Pastorale Giovanile, diretto da don Giuseppe Di Martino, che ha offerto tanti spunti di riflessione, di preghiera ma anche di divertimento e culminata con l’”A tu per tu” con Simone Riccioni, attore, regista, produttore. Come sempre, la Giornata, nonostante le bizze meteo, si è aperta con l’accoglienza della Croce dei Giovani nella piazza Arena del Sole, da dove è partito il pellegrinaggio fino alla chiesa “Maria Santissima di Lourdes”. Qui c’è stato un intenso momento di preghiera che ha avuto al centro la figura di Maria, in preparazione anche alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona del prossimo agosto, e la “vocazione alla chiamata” di ciascuno, in concomitanza pure con la 60° Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. I partecipanti si sono poi riuniti in “Lab’oratori”, per riflettere su sei parole: àlzati, senza indugio, fiducia, volontà, servire, libertà.
Quindi, il vescovo monsignor Giombanco ha presieduto la celebrazione eucaristica e nella sua omelia ha evidenziato che “la libertà non è solo un punto di partenza, ma anche una meta a cui tendere ogni giorno. La libertà ci accompagna perché la nostra vita sia vissuta in pienezza e non in modo trascinato”. Ha, quindi, sottolineato “il bisogno di sognare e di realizzare il sogno d’amore che Dio ha su ciascuno di noi. Per comprendere tale sogno dobbiamo fermarci, ascoltare, sentire la presenza di Dio. La fede è camminare con Cristo”. Facendo riferimento al Vangelo, monsignor Giombanco ha proseguito: “Il gregge, dove tutto si fa insieme, cammina con il pastore, lo conosce, lo segue. La fede arricchisce, esalta, sublima le nostre qualità. Quando seguiamo il Signore, la vita diventa bella”. Ha, poi, esortato i giovani “a non cercare la gioia attraverso strade sbagliate; la gioia la trovate dentro voi stessi. Siate felici di quella felicità che dilata il cuore, non di quella di un attimo che passa subito, questo permetterà di dare alla vita il senso pieno, scoprendone la vocazione”. “Non siate timorosi – ha concluso il vescovo – ad ascoltare la voce del Signore; aprite il vostro cuore, perché il Signore vi da più di quanto potete sperare. Il Signore vi ama, vi chiama, vi manda: egli non vi deluderà”.
Dopo la condivisione del pranzo, il pomeriggio è stato interamente dedicato, nell’”Alter cinema”, alla visione del film “Tiro libero”, che ha davvero “preso” non solo l’attenzione ma l’”animo” di tutti, e all’incontro con il protagonista e produttore Simone Riccioni. Un incontro davvero intenso e ricco di spunti perché Riccioni (che ha anche giocato a basket con la Sutor Montegranaro nella massima serie) ha saputo coinvolgere i ragazzi con un linguaggio semplice e, al tempo stesso, denso di significato, sia parlando della propria esperienza, sia rispondendo alle tante domande poste dai ragazzi. “Cercate sempre il bello, di cose brutte ne abbiamo già troppe. Quindi, valorizziamo le tante cose belle che ci sono. Anch’io provo a seguire tale strade nei miei film, in un mondo, quello del cinema, dove, purtroppo, spesso, è più seguito il diciassettenne che accoltella una persona che non il diciassettenne che aiuta una vecchietta ad attraversare la strada”. “Il mio rapporto con Dio – ha aggiunto – è come quello di un figlio con un Padre, di un figlio che spesso si ribella, che spesso ne combina di grosse, ma si fida sempre di Lui”.
“Anche a me, come il protagonista di “Tiro libero” – ha aggiunto – è caduto il mondo addosso quando mi hanno diagnosticato tre ernie che mi avrebbero impedito di continuare a praticare sport a livello professionistico. Poi ho trovato la forza di reagire ed ho capito che la vita va spesa, sempre, per sé stessi e per gli altri”. Tante le tematiche sociali “toccate” da Riccioni nei suoi film (a settembre inizieranno le riprese di uno avente per tema il bullismo), proprio perché ama soffermarsi sugli spaccati della vita reale, “in un mondo – riferendosi sempre a quello del cinema – dove spesso devi comprometterti per fare strada. Io ho deciso di non farlo, di rimanere me stesso e proseguire dritto su tale strada, perché, alla fine, conta quello che sei, quello che riesci a lasciare, non quello che appari”. “Fate sempre – ha concluso, prima di “immergersi”, assieme alla moglie Marianna, nel “mare” dei selfie – ciò che vi rende felici”.
Nicola Arrigo