Raggiungere 50.000 firme entro il 7 novembre ! Per questo anche il Servizio di Pastorale Familiare della nostra diocesi si fa promotore della proposta di legge “Un cuore che batte”, avanzata da un apposito comitato in difesa della vita. Si chiede, tramite una raccolta di firme, l’introduzione, nell’articolo 14 della Legge 194 del 1978, del comma 1-bis, che prevede l’obbligo per il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria della gravidanza, di far vedere, attraverso esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta in grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso. Si fa leva sul fatto che è “obbligo giuridico e deontologico del medico che la donna abbia il diritto di essere resa consapevole della vita che porta nel grembo, una vita con un cuore che pulsa”. Come sottolineava già Papa Luciani “se i vescovi italiani, insieme al Papa, prendono posizione contro l’iniqua legge che sancisce l’aborto, non è – come taluno insinua – per intromettersi nelle cose della politica. Essi adempiono semplicemente al loro ufficio di pastori, di servi e custodi della verità da Dio rivelata e stampata nel cuore umano. Tacendo, sarebbero essi stessi condannati dal Signore….”.
E’ possibile firmare nel comune di residenza entro il 7 novembre prossimo ed è necessario, come già evidenziato, raggiungere le 50.000 firme per presentare tale proposta di legge in Parlamento.
“Difendere e promuovere, venerare e amare la vita è un compito che Dio affida a ogni uomo, chiamandolo, come sua palpitante immagine, a partecipare alla signoria che Egli ha sul mondo” (Evngelium Vitae, 42 – San Giovanni Paolo II).