L’omelia del Vescovo Guglielmo alla Messa Crismale

OMELIA MESSA CRISMALE 2023

Giovedì Santo – Basilica Santuario – Tindari

6 aprile 2023

Venerata e cara Eccellenza Mons. Carmelo Ferraro,

Carissimi Confratelli Presbiteri e Diaconi, Consacrate,

Gentili Autorità e fratelli e sorelle nel Signore.

1.Con indicibile gioia interiore, particolarmente noi presbiteri, ci ritroviamo attorno a quest’altare per celebrare l’eucaristia ed elevare, a Gesù Buon Pastore, l’inno ringraziamento per il dono del sacerdozio alla Chiesa. In questa celebrazione si ravviva in noi anche la coscienza di essere, insieme alle consacrate, ai fratelli e sorelle laici, popolo sacerdotale rivolto al Padre per mezzo di Cristo nello Spirito santo.

 Nella comunione presbiterale sentiamo particolarmente presente Mons. Ignazio Zambito che, ancora una volta, ringrazio insieme a Lei, caro Vescovo Carmelo, per il bene che avete profuso nella nostra Chiesa di Patti. Ricordiamo con affetto don Luigi Santoro e don Salvatore Lollo recentemente chiamati a celebrare la liturgia del cielo nella pienezza della vita. In questa eucaristia preghiamo per loro e per tutti i confratelli defunti, con la certezza che riposano fra le braccia di bontà e di amore del Padre.

2. La celebrazione odierna è caratterizzata dal rito della benedizione degli Oli, degli infermi, dei catecumeni e del crisma, inserito nell’Eucaristia per sottolineare il mistero della Chiesa come sacramento globale del Cristo che santifica ogni realtà e situazione di vita. «Così dal Capo si diffonde in tutte le membra della Chiesa e si espande nel mondo il buon odore di Cristo».

 Anche quest’anno, una parte dell’olio, è stata donata dalla Polizia di Stato insieme all’Associazione Quarto Savona; olio ricavato dagli ulivi che crescono nel giardino sorto nel luogo della strage di Capaci. Quest’olio è segno di redenzione e di speranza cristiana germinata in un terreno bagnato dal sangue. Ringrazio, il Questore di Messina, il Dirigente del Commissario di Patti e i rappresentati della Polizia di Stato, per questo dono e per la loro presenza.

3. In questo giorno ricco di significati e di sentimenti rinnoviamo le promesse sacerdotali. Con questo gesto vogliamo confermare la nostra fedeltà a Cristo e la nostra donazione alla Chiesa. 

Questa mattina, ancora una volta, vogliamo meditare insieme sulla nostra identità e missione di presbiteri e lo facciamo anzitutto rivolgendo la nostra attenzione interiore ai due testi di Isaia e del Vangelo di Luca dove, attraverso le parole del profeta, possiamo contemplare Colui che è consacrato per mezzo dello Spirito e inviato ad annunciare la lieta notizia di un anno di grazia da parte del Signore, un anno di favore divino che si attua mediante la liberazione da ogni male e la consolazione degli afflitti, il cui cuore spezzato è ora allietato dal canto della lode.

4. Nella prima lettura e nel brano del Vangelo due espressioni mi hanno particolarmente colpito e desidero condividerle con voi: «Il Signore mi ha mandato» (61,1) di Isaia; stessa espressione che Gesù applica a se nella sinagoga a Nazaret e: «Oggi si è compiuta questa Scrittura».

  1. Il Signore mi ha mandato

Le parole pronunciate dal profeta Isaia invitano a meditare anche sulla nostra missione di consacrati con l’unzione dello Spirito e di inviati dal Signore. Il nostro ministero presbiterale trae origine da una missione affidata da Dio e accolta nella coscienza di svolgere un compito che non deriva dalle nostre capacità o dalle nostre intuizioni, ma viene dall’alto, da Dio. Il nostro ministero trova sostegno e coraggio su questo mandato da parte di Dio, come garanzia che egli ci precede, ci guida, ci sostiene di fronte agli insuccessi, ci rimotiva nei momenti di aridità, ci ripete nelle prove difficili: «non temere, io sono con te».

Quando la coscienza dell’essere inviati da Dio si attenua, emergono i parametri umani, ci si attacca alle cose esteriori, al successo personale, al gradimento e si va spegnendo nel cuore la potenza profetica. La sorgente che alimenta la nostra forza sta nella certezza e nella fiducia che con l’aiuto di Dio, questa missione è sempre feconda e si attua anche oggi nella storia.

  • Oggi si è compiuta questa scrittura

5. Accogliere la chiamata alla missione del Signore, significa avere la coscienza dell’attualità del nostro ministero. La missione di Gesù non era moderna, ma attuale perché rispondeva al desiderio di salvezza in un momento preciso della storia. Il suo ministero era incarnato nel tempo presente nel quale viveva. Anche oggi il Signore Risorto, attraverso l’unzione interiore dello Spirito e la voce della Chiesa, continua a chiamare e mandare tutti noi per una missione da compiere oggi, cioè che ha senso per l’oggi e che assume un significato per la gente di oggi. La gente, a noi presbiteri, spesso ci ritiene persone del passato, che oggi abbiamo poco da dire, invece noi siamo il presente e il futuro che avanza perché non annunciamo noi stessi, ma Colui che   è sempre attuale; non annunciamo parole nostre, ma una Parale di verità e di vita di cui il mondo odierno ha bisogno. Gli uomini e le donne di oggi hanno un crescente bisogno, anche se spesso indistinto, di incontrare Cristo e ascoltare la sua parola.

6. Dobbiamo guardarci intorno e chiederci: come possiamo oggi testimoniare la bellezza della chiamata che ha coinvolto la nostra vita. Come possiamo comprendere la ricerca di infinito che c’è nel cuore dell’uomo?

La risposta è: la fede nel Signore Gesù. È Lui che ci manda, ci indica la strada, suggerisce quali cammini intraprendere; passo dopo passo ci guida nelle scelte da fare. Senza di Lui possiamo fare poco o nulla. Il sacramento dell’Ordine che ci ha conformati a Cristo sacerdote, è più grande delle nostre persone, noi siamo al servizio di esso sempre ed ovunque. Tale missione non ci colloca solo nella Chiesa o solo nel mondo, ma nel mezzo, tra la Chiesa e il mondo, perché possiamo fare da ponte tra Dio e l’uomo, tra la Comunità cristiana e l’umanità in cammino nei tornanti della storia. Un compito che dobbiamo svolgere insieme ai fratelli e alle sorelle laici perché tutti siamo chiamati a vivere il sacerdozio – come ci ha ricordato il libro dell’Apocalisse – «Ha fatto di noi un regno di sacerdoti». L’espressione si riferisce a tutti i battezzati, i quali vengono consacrati per essere dimora di Dio e per offrire, mediante tutte le opere del cristiano, la vita al vangelo. Ogni cristiano è sacerdote; si tratta qui del sacerdozio “comune”, che impegna i battezzati a vivere l’unione con Dio, nella partecipazione all’Eucaristia e ai sacramenti, nella testimonianza di una vita che rende presente Cristo nella storia. Tutti: presbiteri, consacrati, laici siamo corresponsabili nell’annuncio del Vangelo. Il Cammino sinodale che stiamo vivendo è un tempo fecondo di grazia che aiuta a riscoprire la bellezza di essere popolo di Dio in cammino e desideroso di crescere nell’appartenenza alla Chiesa, nello stile della corresponsabilità ecclesiale perché tutti chiamati, pervasi dallo Spirito e inviati. Stiamo per concludere la fase narrativa ed iniziare quella sapienziale e di discernimento per comprendere cosa lo Spirito suggerisce alla Chiesa. A partire da questa coscienza vi invito a continuare con fiducia nelle parrocchie, nei vicariati, nei gruppi ecclesiali, l’itinerario indicato nella mia Lettera «Ascoltare è servire» con la certezza che il Signore ci guida e cammina con noi. Questo evento di Chiesa è un’opportunità da accogliere ed attuare con spirito di fede e con sincera umiltà personale e comunitaria.

7. A tutti: Presbiteri, consacrate, fedeli laici rinnovo la mia profonda gratitudine per il dono della vostra presenza e per i vari servizi e ministeri svolti nella nostra Chiesa, orientati a testimoniare la perenne validità del Vangelo nel mondo d’oggi. In tale contesto sono lieto di annunciare che presto nella nostra Chiesa inizieremo i percorsi di formazione per l’Istituzione dei ministeri di lettore, accolito e catechista, come indicato dal santo Padre Francesco nelle Lettere Motu propri: Spiritus Domini e Antiqum ministerium. I ministeri istituiti sono espressioni di servizio per la crescita della fede e alimentano la vita pastorale di una comunità. Tutti dobbiamo avere chiara consapevolezza che ogni vocazione è per il servizio, nasce nel contesto della comunità ecclesiale, presuppone un cammino di fede, matura nel discernimento  che non è solo personale, ma anche comunitario.

Desidero anche comunicare la notizia che la Santa Sede ha riconosciuto ed eretto a Istituto Religioso di diritto diocesano, l’Associazione delle «Sorelle Minori di S. Francesco» nata a Tusa nel 1981. Un riconoscimento ecclesiale che arricchisce spiritualmente la Comunità delle Sorelle minori e rende, ancor più vivo, il carisma francescano nella nostra Chiesa.

8.  Con profonda gratitudine al Signore ci uniamo ai confratelli presbiteri che quest’anno celebrano i giubilei sacerdotali: 25°: don Dino Lanza; 50°: don Giuseppe Cavallaro e don Giuseppe Gatto e ad altri confratelli che celebrano ricorrenze significative. A tutti va un grazie affettuoso, un augurio sincero; per tutti la nostra preghiera, segno di fraternità e di comunione.

In questo momento di comunione e di vera fraternità non possiamo non rivolgere il pensiero ai confratelli che tanto avrebbero desiderato concelebrare con noi se non fossero stati impediti da malattie. La loro sofferenza è partecipazione al sacrificio di Cristo e offerta feconda di amore alla Chiesa. La nostra preghiera e la nostra vicinanza affettuosa siano per loro sostegno e incoraggiamento fraterno.

9. Desidero anche rivolgere un pensiero affettuoso ai cari Diaconi e Seminaristi del nostro Seminario diocesano; auguro a loro di vivere il cammino verso il sacerdozio nella verità del cuore e di accogliere, ogni giorno e con stupore orante, l’invito del Maestro come una grande richiesta di amore e di donazione. Accompagniamo i seminaristi con la preghiera e sosteniamoli con il nostro affetto.

            Saluto con affetto i ragazzi e giovani che riceveranno il sacramento della Cresima. Cari cresimandi non abbiate timore di aprire il vostro cuore al Signore Gesù; Egli rende bella la vostra vita; è l’amico sincero che sostiene sempre il vostro cammino. Vi incontrerò con gioia, nelle vostre comunità, quando celebreremo insieme il sacramento della Confermazione.

Alla Vergine Maria, Madre di Gesù e dei sacerdoti, presente al Cenacolo nell’ora natalizia della Chiesa, affidiamo il nostro cammino ecclesiale e con la sua intercessione materna ci ottenga i doni necessari per camminare insieme ed uniti, con il Suo figlio Gesù, in un grande abbraccio di comunione. Amen!