E’ una tendenza comune quella di etichettare con precisione quelli che fanno parte del nostro gruppo e distinguerli dagli “altri”. Una cosa di questo tipo l’ha fatto anche l’apostolo Giovanni che si premura di informare Gesù circa la reazione avuta nei confronti di uno «che scacciava demòni» nel nome di Gesù ma in pratica – intendeva dire l’apostolo – non era “dei nostri”, il testo dice: «non ci seguiva».
Probabilmente Giovanni si aspettava che Gesù si congratulasse con lui, dicendogli magari “hai fatto bene”. Invece Gesù ne approfitta per dare un insegnamento che dobbiamo tenere costantemente presente nella nostra esperienza di fede. Dice Gesù: «Non glielo impedite, perché … chi non è contro di noi è per noi». L’indicazione è chiara: «Non glielo impedite».
Bisogna evitare le facili contrapposizioni: “noi” e gli “altri”. Il più delle volte queste rigide catalogazioni sono il frutto di una mentalità chiusa, sospettosa, che vorrebbe mettere il “marchio di denominazione di origine controllata” ad ogni pensiero e attività. E seguendo questa logica si capisce che tutto ciò che viene pensato, programmato e realizzato da quelli che appartengono alla nostra cerchia, cioè che “sono dei nostri” allora è un bene; mentre quello che è ideato e realizzato dagli “altri”, cioè da quelli che non fanno parte della nostra cerchia e, dunque, “non sono dei nostri” dev’essere guardato sempre con sospetto. Non dovremmo mai dimenticare che il bene è sempre bene da qualunque parte venga. Nello stesso tempo non possiamo avere la pretesa di mettere l’etichetta di qualità al bene solo se viene fatto da quanti secondo certi nostri rigidi schemi sono capaci di farlo.
Le sorprese di Dio non si esauriscono mai e in tanti casi sembra proprio che lo Spirito Santo voglia davvero divertirsi quando suscita progetti e attività che conducono a Dio anche se non provengono direttamente dalle fila di coloro che spesso si comportano come se avessero “l’esclusiva” su Dio. Illuminati da questa pagina evangelica cerchiamo di imparare a “godere e a ringraziare del bene, da chiunque sia fatto”. E mettiamoci bene in mente che Gesù è l’uomo senza barriere, uomo senza confini, il cui progetto è uno solo quello di fare di tutti gli uomini una sola grande famiglia, la famiglia dei figli di Dio, dove tutti sono fratelli.
Dal Vangelo di questa domenica riceviamo un immportante insegnamento: non dobbiamo mai dubitare che anche il bene più piccolo, come può essere un sorso d’acqua offerto nel nome di Gesù, non resta mai senza ricompensa.
Cerchiamo allora di fare quel poco di bene possibile che siamo in grado di compiere, facciamolo sempre con evangelica letizia e impariamo pure a ringraziare il Buon Dio per tutto il bene fatto, indipendentemente da chi l’ha fatto.
p. Enzo Smriglio