Nella mattinata del 5 Gennaio 2019 si è svolto al Villaggio della Speranza “Dopo di Noi” di Villa Ridente l’incontro di presentazione della lettera pastorale di Mons. Guglielmo Giombanco alle persone con disabilità visiva, uditiva, intellettiva e relazionale e agli operatori della catechesi, della liturgia e della carità.
L’incontro, presieduto da Mons. Giombanco, con la presenza di don Pio Sirna per l’ufficio catechistico, don Nino Carcione per l’ufficio liturgico, il rappresentante della Caritas Diocesana, dopo la recita dell’ora media ha visto la presentazione da parte dei responsabili dei tre uffici diocesani delle implicanze catechistiche, liturgiche e caritative della lettera per le singole parrocchie e i singoli operatori in merito alla pastorale delle persone con disabilità.
Don Pio Sirna ha sottolineato come l’iniziativa di Mons. Giombanco di stampare in Braille la lettera pastorale sia un segno significativo dell’attenzione del Vescovo verso le persone cieche, e come anche le direttive per abbattere le barriere architettoniche nei luoghi di culto, dell’aggregazione laicale e degli oratori sia un ulteriore segno dell’attenzione alla persone con difficoltà motorie. Ha poi evidenziato l’esigenza di una formazione specifica per l’inclusione delle persone con disabilità nelle comunità locali.
Don Nino Carcione ha evidenziato come sia necessaria la conversione del cuore per poter far sì che l’accoglienza, la partecipazione attiva delle persone con disabilità rendano la nostra liturgia più viva, più gioiosa, più colorata, più stimolante al cambiamento che la Parola e l’eucarestia richiede a ciascun battezzato.
Il rappresentante della Caritas leggendo quanto Don Leonardo Maimone ha scritto ha sottolineato i tre aspetti fondamentali della lettera e cioè l’invito a coltivare relazioni vere per un cammino sinodale, la necessità di conoscere le esigenze delle persone che vivono nel territorio delle nostre parrocchie e i loro problemi al fine di rispondere all’appello di Papa Francesco di essere “Chiesa in uscita”, la necessità di fare una mappa dei bisogni al fine di dare risposte concrete a persone, famiglie, gruppi in difficoltà. Ha infine sottolineato l’importanza di superare il puro assistenzialismo per passare alla pastorale inclusiva riconoscendo il dono che ognuno di noi è per l’altro al di là del limite rappresentato dalle nostre personali disabilità.
I gruppi di lavoro presieduti per le persone cieche dalla Dott.ssa Simona Ceraolo e per le persone con disabilità intellettiva e relazionale dalla Dott.ssa Anna Zampino hanno evidenziato come si sia iniziato veramente un cammino inclusivo attraverso le azioni messe in atto per le persone con disabilità (lettera pastorale in Braille e in linguaggio facile da leggere), ma hanno anche fatto delle proposte in merito all’inserimento sul sito diocesano di una parte dedicata alle persone cieche o ipovedenti al fine di permettere con apposite applicazioni l’ascolto e la lettura facilitata dei documenti e degli eventi ecclesiali che si svolgono in diocesi.
È stato evidenziato come anche nel campo dell’ inclusione delle persone con disabilità intellettiva si siano fatti passi avanti con l’inclusione nei gruppi delle persone con disabilità come ministranti, aiuto catechista, animatori di oratorio ed è stata rilevata la disponibilità di catechisti, insegnanti, animatori, Caritas e di liturgia a percorsi formativi finalizzati ad approfondire le prassi operative che possono facilitare l’accoglienza e la valorizzazione di ogni persona a coloro che vogliono col cuore con la mente aprirsi a questo nuovo stile di Chiesa.
Mons. Giombanco a conclusione dell’incontro, definendo “eroi” i partecipanti (viste le condizioni meteo della giornata), ha raccolto le proposte emerse ma ha sintetizzato il tutto ricordando che al centro di ogni attività ci deve essere “la persona” fatta ad immagine e somiglianza di Dio, “la persona” che viene prima del suo limite, della sua disabilità perché ciascuno di noi ha ricevuto dal Signore dei Doni che dobbiamo metter insieme perché l’amore di Dio si sveli al mondo.
Mons. Giombanco ha poi precisato che quando Papa Francesco parla di Chiesa in Uscita vuole invitare ciascuno di noi ad uscire dalle proprie prigionie, dal mettere al centro se stesso, la propria persona per guardare nell’altro il volto di Dio da amare e servire. Ha poi invitato i gruppi, le associazioni, le parrocchie a non chiudersi ma a mettere insieme agli altri i propri specifici talenti perché solo così annunciamo Cristo Salvatore.
Concludendo ha espresso l’intenzione di proseguire questo percorso col 2° convengo per la pastorale delle persone con disabilità che si svolgerà a Luglio presso il Villaggio della Speranza Dopo di Noi a Villa Ridente di Gioiosa Marea. Con la Benedizione e la recita del Padre Nostro si è concluso l’incontro.