Il Vangelo della 31a Domenica del Tempo Ordinario (3 novembre 2019)

Quadro raffigurante Zaccheo

Di Zaccheo l’evangelista Luca ci dice che era “capo dei pubblicani e ricco”. Già il semplice essere pubblicano in linea di massima era un buon motivo per venire disprezzato. Per il fatto che fosse anche il “capo dei pubblicani” c’era una ragione in più per ricevere la massima riprovazione da parte della popolazione. In più era ricco. E non era nemmeno difficile ipotizzare l’origine di quella ricchezza, frutto d’insopportabili comportamenti corrotti. Nonostante questi sferzanti giudizi che sicuramente circolavano sul suo conto Zaccheo, avendo saputo che Gesù stava per attraversare la città di Gerico, è curioso di vederlo, ma nello stesso tempo fa di tutto per non essere visto. Lo sguardo che Gesù posa su Zaccheo ci svela il significato di quel nome. Zaccheo significa, infatti, Dio ricorda. In quello sguardo che Gesù posa inaspettatamente su Zaccheo Dio dimostra di essersi ricordato di quel pubblico peccatore, ne ha misericordia e non vede l’ora di incontrarlo, fermarsi a casa sua e salvarlo. A quest’insperata richiesta da parte di Gesù Zaccheo aderisce prontamente. Zaccheo cercava Gesù e scopre in realtà di essere cercato da Lui. Vuole vederlo e si scopre visto. Vuole incontrarlo e s’accorge che Gesù, per primo, ha il desiderio di fermarsi a casa sua. Questo eccesso di misericordia finisce col trasformare il cuore di Zaccheo che, da corrotto com’era, diventa capace di scelte coraggiose che riparano palesi ingiustizie e di generose elargizioni a beneficio dei più poveri. Gesù non dice prima a Zaccheo “convertiti, cambia vita, ripara i torti fatti e poi verrò a casa tua”, ma preferisce accordare un anticipo di misericordia davvero eccessivo (umanamente parlando!) dicendogli: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Questa scelta di Gesù ottiene contemporaneamente due risultati: da un lato la corale mormorazione di quanti commentano «è entrato in casa di un peccatore!» e dall’altro lato la piena conversione di Zaccheo che ha avuto la grande fortuna di essere raggiunto dallo sguardo di Gesù che è riuscito – come solo Lui sa fare – ad andare oltre la coltre del suo peccato e, accordandogli la misericordia di Dio, ha reso praticamente possibile ciò che era umanamente impossibile, cioè il radicale cambiamento di un uomo senza scrupoli che prende il solenne impegno di dare la metà dei beni ai poveri e di restituire “quattro volte tanto” quello di cui si era ingiustamente appropriato. Chi si lascia incontrare da Gesù, lo accoglie nella sua vita e sperimenta i benefici della sua infinita misericordia allo stesso modo di Zaccheo non potrà che sperimentare quell’indicibile gioia che trasforma il cuore rendendolo giusto, solidale verso tutti e capace di scelte autenticamente evangeliche e proprio per questo davvero umanizzanti.

p. Enzo Smriglio