Domenica prossima – 3a del Tempo Ordinario – celebreremo per la prima volta la “Domenica della Parola”, istituita da Papa Francesco con lo specifico obiettivo di “ravvivare la responsabilità che i credenti hanno nella conoscenza della Sacra Scrittura” e, in questo modo, aiutare a comprendere quanto sia importante nella vita quotidiana della Chiesa e di ogni comunità il costante riferimento alla Parola di Dio, che non è una Parola confinata in un libro, ma è piuttosto la stessa persona di Gesù che nel bellissimo brano di Vangelo di domenica prossima incontriamo nel triplice atto di camminare, vedere e chiamare i primi apostoli.
Gesù camminando vede e vedendo chiama.
Gesù percorre le strade percorse dagli uomini e il suo modo di camminare non è nè distratto e nemmeno distaccato, ma particolarmente attento e desideroso di riuscire a coinvolgere coloro che invita a seguirlo. Due coppie di fratelli sono raggiunti dalla chiamata di Gesù: Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni. Tutti e quattro sono pescatori e a tutti e quattro propone una nuova modalità di pesca, non più finalizzata a prendere pesci, ma piuttosto uomini. Simone e Andrea sono raggiunti da Gesù mentre “gettavano le reti in mare”, Giacomo e Giovanni, invece, mentre “riparavano le loro reti”. Le due coppie di fratelli erano in pratica intenti nel loro duro lavoro di ogni giorno. Il gesto del gettare le reti è carico di speranza per l’esito di una buona pesca, mentre il gesto del lavare le reti seguiva la battuta di pesca e poteva essere caratterizzato sia dalla soddisfazione per la quantità di pesce pescato oppure per l’amarezza a causa delle reti rimaste purtroppo vuote. Gesù ci raggiunge sempre nella concretezza degli eventi che scandiscono la nostra vita; fissa il suo sguardo ‘elettivo’ su coloro che chiama e resta in attesa della nostra personale risposta. È significativo il fatto che Gesù inizi la sua predicazione in una zona di frontiera, di confine. Parte dalle periferie; comincia a predicare là dove la gente s’incontra a talvolta si scontra. Così facendo Gesù dimostra qual’è il suo stile. Gesù riprendendo una immagine che troviamo nel profeta Isaia ci svela per così dire la sua missione a nostro beneficio. Lui è la luce, capace di illuminare ogni possibile tenebra.
A noi che siamo talvolta degli specialisti nell’evidenziare i punti più oscuri, le difficoltà e le asprezze che rendono buia la vita, Gesù con la sua predicazione ci viene ad incoraggiare a non vedere soltanto ciò che è caratterizzato da oscurità, ma a saper intercettare nella nostra vita e in quella degli altri anche tutti i possibili ‘punti luce’ capaci d’infondere un po’ di serenità e speranza in mezzo a tanto buio. Noi, infatti, possiamo sempre contare nell’illuminante presenza di Gesù nella nostra vita, una presenza capace di rasserenare chiunque stia attraversando qualsiasi tipo di prova. La presenza di Gesù oltre a rasserenare chi è nella prova rende anche capaci di riuscire ad essere un riflesso vivente della luce che promana da Gesù. A Gesù che continua a passare per le nostre strade, a fissare il suo sguardo e a chiamare chiediamogli, con rinnovata fiducia, di non farci mai mancare l’indispensabile aiuto della sua grazia così da potergli assicurare ogni giorno la nostra pronta, generosa e gioiosa risposta. Sarà questo il modo migliore per capire finalmente come la sua Parola ascoltata, meditata e pregata è capace di illuminare i nostri passi, riscaldare il nostro cuore e così orientare la nostra vita di ogni giorno.
p. Enzo Smriglio