Nel cuore dell’estate, mentre si è intenti a programmare e vivere le vacanze, ogni anno la liturgia ci fa celebrare la festa della Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor.
Gesù non improvvisa il momento della sua Trasfigurazione; sembra quasi che lo prepari nei minimi particolari: sceglie i tre apostoli che lo devono accompagnare, li conduce in disparte, in un alto monte e si trasfigura davanti a loro. L’evangelista riferisce che il volto di Gesù brillò“come il sole” mentre le sue vesti diventarono improvvisamente “candide come la luce”. Non va dimenticato che il racconto della Trasfigurazione segue l’annuncio esplicito che Gesù aveva fatto agli apostoli della sua imminente passione e morte. Con la sua Trasfigurazione Gesù, come spiegano bene le parole della preghiera del prefazio della messa, “rivelò la sua gloria e nella sua umanità in tutto simile alla nostra, fece risplendere una luce incomparabile per preparare i suoi discepoli a sostenere lo scandalo della croce”. L’incomparabile luce che risplende nel volto luminoso di Gesù trasfigurato aveva il compito di preparare i discepoli perché potessero affrontare, nella fede, “lo scandalo della croce”. Il mistero della Trasfigurazione di Gesù rinvia all’esperienza della bellezza che rifulge nella luminosità della luce. Contemplando la Trasfigurazione di nostro Signore Gesù Cristo siamo esortati tutti a vedere all’orizzonte delle nostre vite la bellezza che tutto incanta, che tutto riempie, che tutto redime. Il Monte Tabor ci richiama la bellezza di Dio. Pietro, pieno di stupore, dice a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui!». Essere cristiani è bello. Vivere da cristiani è bello. Praticare la fede è bello. Fino a quando l’esperienza di fede è semplicemente un dovere da assolvere e non piuttosto una esigenza talmente bella da non poterne proprio fare a meno non riusciremo a ripetere con intima convinzione che non siamo riusciti a trovare nulla di più bello di Cristo e del suo Vangelo. Facciamo di ogni nostro incontro di preghiera un vero e proprio luogo dove si fa concreta esperienza di una bellezza capace di coinvolgere tutta la nostra vita, lasciandoci così liberare da tutto ciò che ‘sfigura’ la nostra identità cristiana e facendo in modo che ogni aspetto della nostra vita sia realmente ‘trasfigurato’, cioè partecipe della stessa bellezza di Dio che ci invita ad ‘ascoltare’ il Figlio suo e nostro Signore, assicurandoci così che nella quotidiana obbedienza a quanto Gesù c’insegna c’è il segreto per condurre davvero una vita bella, buona e beata, praticamente ‘trasfigurata’ dalla grazia di Dio che è capace di rendere ogni esistenza un vivente riflesso dell’incantevole bellezza di Dio.
p. Enzo Smriglio