Carissimi Amici,
ancora una volta mi è gradito raggiungervi attraverso questa lettera soprattutto in questo tempo in cui non è permesso incontrarci frequentemente a motivo delle restrizione sanitarie a causa del Covid – 19 che continua a diffondersi.
Nella Lettera pastorale La Perla di grande valore che quest’anno ho consegnato alla Chiesa diocesana rivolgo l’invito ad «essere consapevoli che anche il tempo della pandemia può essere un tempo di “riflessione” e di “grazia”, dove far memoria di ciò che di importante, di vero, di bello ha caratterizzato questo tempo sospeso, dilatato, che certamente ci ha insegnato che la solitudine, la paura, la fragilità possono essere sconfitti solo attraverso la rivoluzione delle relazioni autentiche e significative» (Cf. Lettera pastorale, La perla di grande valore, 15).
In questo tempo difficile abbiamo bisogno di relazioni autentiche e significative realizzate attraverso il dono della nostra presenza e del nostro tempo ai fratelli che incontriamo nel nostro cammino. Spesso i nostri incontri sono motivati dalla necessità di impegni, da scadenze o da motivi di lavoro e ci sfugge l’essenziale della relazione vera che consiste nel fare dono della propria vita, del proprio tempo come gesto di amore che orienti all’incontro, all’ascolto reciproco e al dialogo per scoprire ciò che ha veramente valore e non passa nonostante le difficoltà incontrate.
«Un essere umano ‒ scrive papa Francesco ‒ è fatto in modo tale che non si realizza, non si sviluppa e non può trovare la propria pienezza «se non attraverso un dono sincero di sé». E ugualmente non giunge a riconoscere a fondo la propria verità se non nell’incontro con gli altri: «Non comunico effettivamente con me stesso se non nella misura in cui comunico con l’altro». Questo spiega perché nessuno può sperimentare il valore della vita senza volti concreti da amare» (Francesco, Lettera Enciclica, Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale, 87).
La comunione nelle famiglie, nelle comunità cresce quando si vivono relazioni serene e autentiche suscitate da gesti carichi di amore e ricchi di umanità. Oggi si diffonde sempre più la solitudine, e non solo quella fisica, perché vi un forte deficit di solidarietà che crea indifferenza e chiusure.
Vi esorto, perciò, ad accrescere la capacità di ascolto per esprime un cuore capace di solidarietà e di compassione, di lasciare cioè che l’altro si riveli a noi per quello che è e che possa trovare in noi un luogo di accoglienza vera.
Vi saluto con affetto e Vi benedico di cuore.
Patti, 29 ottobre 2020.
+ Guglielmo, Vescovo