Il brano evangelico della seconda domenica del Tempo Ordinario, è racchiuso tra due sguardi, quello di Giovanni Battista fissato con straordinaria intensità su Gesù e quello di Gesù fissato con amorevole predilezione su Simon Pietro. Giovanni Battista indica ai due discepoli che lo seguivano Gesù identificandolo con “l’agnello di Dio” mentre Gesù cambiando il nome a Simone ne anticipa la peculiare missione che un giorno affiderà al principe degli Apostoli.
Una verità importante emerge immediatamente da una lettura orante del brano: possiamo incontrare realmente Gesù se accogliamo la mediazione di chi lo ha incontrato prima di noi. È stato così per i due discepoli del Battista che si fidarono delle sue parole e “seguirono Gesù”. Stessa esperienza l’ha fatta anche Simone che si è lasciato condurre da Gesù dal fratello Andrea. I primi due discepoli che hanno seguito Gesù sono rimasti affascinati dalle parole del Battista. Questa sensazione dei due discepoli è sobriamente descritta dall’evangelista in questo modo: “sentendolo parlare così, seguirono Gesù”. Le parole che partono dal cuore arrivano al cuore di chi le ascolta. Ed è vero; infatti, la prontezza dei primi due discepoli nel seguire Gesù è stata sicuramente incoraggiata e favorita dal modo appassionato e coinvolgente del Battista che ha parlato loro di Gesù non certo per sentito dire, ma facendo trasparire tutta la personale e gioiosa convinzione. E Andrea ha fatto con il fratello Simone esattamente quello che Giovanni Battista aveva fatto con lui. Andrea si è mosso verso Gesù affascinato dal modo con cui gliene ha parlato il Battista e subito dopo è riuscito con il suo entusiasmo ad affascinare il fratello riuscendo a condurlo da Gesù.
Lasciamoci, dunque, condurre da Gesù e riusciremo pure noi a condurre da Gesù chiunque incontriamo.
Oltre allo scambio di sguardi in questo brano si trova anche uno scambio di domande: Gesù chiede ai due che lo seguivano: “che cosa cercate?” e loro rispondono con un’altra domanda: “Maestro, dove dimori?”. Nella domanda di Gesù è sotteso l’invito a chiedersi: cosa desiderate? Cosa vi muove, vi smuove e vi commuove? Insomma Gesù ci vuol far capire che siamo davvero “creature di ricerca e di desiderio”. Ne è prova il fatto che a Gesù che chiede “che cosa cercate?” i due rispondono evidenziando il loro desiderio di sapere dove lui dimori. Ovviamente non si tratta di una banale curiosità quanto piuttosto di quel desiderio di pienezza che tutti quanti ci portiamo dentro e che possiamo realmente sperimentare se con docilità ci lasceremo conquistare il cuore dall’affascinante proposta che, anche a noi, Gesù rivolge dicendoci: “Venite e vedrete”.
p. Enzo Smriglio