MUSEO DIOCESANO DI PATTI

Traguardo e sfida

Patti, novembre 2002

La tenacia e la passione culturale del vescovo Zambito e dei suoi collaboratori hanno portato al traguardo un’impresa che resterà scritta nella storia religiosa e artistica della cittadina di Patti. Si tratta della realizzazione del Museo Diocesano, il cui progetto redatto da un team di qualificati professionisti (Amata, Brancatelli, Ferruccio, Fonti, Ingrassia, Natoli, Pontillo, Ribaudo, Scalisi, Sicilia) ha già ottenuto tutte le approvazioni di legge e attende soltanto di essere sostenuto da adeguato finanziamento. I ruderi dell’antico palazzo della Capitania (per una superficie lorda complessiva di mq. 2.000 ca distribuita su più livelli), nelle adiacenze di una moderna ed efficiente struttura ricettiva (Complesso Sacra Famiglia) e a due passi dal palazzo municipale e dal ristrutturato Tempio di Sant’Ippolito, saranno recuperati e trasformati in sede museale, che sicuramente contribuirà all’ottima saldatura tra la dimensione storico-artistica e la dimensione religiosa del suggestivo centro storico, rimasto troppo a lungo nell’oblio delle Istituzioni. Come illustratoci dal mons. Ignazio Zambito, dinamico vescovo attese, “è questo un avvenimento di indubbio prestigio e di valenza significativa: un vetusto e abbandonato immobile di interesse storico ed architettonico verrà restituito alla pubblica fruizione e adibito a scopi culturali, in un contesto territoriale che ne è assolutamente sprovvisto. Sarà una positiva risposta alla richiesta di servizi culturali per i numerosi visitatori, turisti e pellegrini che in un continuo crescendo si recano nella cittadina di Patti”.

La nuova struttura, grazie all’ampiezza dei locali e alla linearità dei percorsi previsti, sarà così un polo di attrazione e consentirà la valorizzazione del prezioso patrimonio che in atto costituisce la dotazione del museo provvisorio, allocato in alcuni ambienti del palazzo vescovile pattese. In essa saranno pure ricavati adeguati ambienti per esposizioni ed eventi culturali permanenti e/o periodiche. E’ anche prevista la realizzazione di alcuni laboratori per il restauro in loco dei beni culturali con l’opportunità di polarizzare l’attenzione su tipologie di attività artigianali, di cui un tempo questo territorio era ricco. Lo stato attuale del palazzo

 Altro dato interessante, all’interno del museo, è la creazione di sistemi di valorizzazione e di messa in rete delle risorse religiose e culturali di tutto il territorio diocesano, nella consapevolezza che nel tempo tali sistemi sicura­mente saranno in grado di apportare un contributo rilevante all’occupazione e alla crescita della sensibilità collettiva verso i beni culturali. Sotto questo profilo, le strategie compiutamente pensate ed poste in essere dall’istituzione religiosa potranno offrire un grosso contributo al miglioramento della situazione socio-economica del territorio nebroideo, con l’intesa e la collaborazione attiva della Diocesi (detentrice di circa l’80% dell’intero patrimonio culturale del territorio) con tutti i soggetti istituzionali, con i quali nel passato sono state attuate varie sinergie di significativa efficacia. Le oltre quattrocento opere di pregio che la Diocesi di Patti attualmente ha disponibili per far parte della dotazione iniziale del museo diocesano si collocano in varie tipologie artistico/culturali e appartengono a diversi periodi storici. La parte più consistente della raccolta è prevalentemente costituita da documenti ed opere di oreficeria, oggetti in argento e tessuti preziosi che, oltre a costituire per se stessi un insieme di opere significative e di notevole importanza, rivelano la fecondità e l’operosità della tradizione religiosa a cui essi inevitabilmente rimandano e sono importanti fattori costitutivi della storia, della memoria e dell’identità della gente nebroidea. Sono simbolo e memoria di un passato, che tuttavia è sempre presente ed è evocatore di nuovi stimoli e suggestive tensioni. Alcune sale del museo saranno destinate ad ospitare opere di arte contemporanea, che in questi ultimi sono state oggetto di donazione da artisti che hanno onorato la nostra comunità con la loro partecipazione alle varie esposizioni e rassegne. Tele di indubbio interesse sono quelle realizzate dal maestro napoletano Domenico Spinosa e dai palermitani Totò Bonanno, Franco Nocera, Mario Pecoraino, che la Diocesi di Patti custodisce da vari anni e che in questa sede troveranno degna collocazione, a testimonianza della fecondità del millenario dialogo con gli artisti di ogni tempo. L’allestimento è realizzato con teche e tavoli vetrina per argenti e tessuti, basamenti per statue, pedane per arredi, pannelli espositivi, appositi sostegni per frammenti lapidei, sistema di fissaggio a parete per i quadri. Le teche, studiate e dimensionate in base alle opere che devono contenere, hanno internamente parallelepipedi di varie dimensioni sui quali vengono posti gli oggetti. Sono in metallo verniciato e cristallo, a tenuta, hanno chiusure di sicurezza, sono dotate di illuminazione interna a fibre ottiche e controllo per garantire le migliori condizioni ambientali all’oggetto esposto. I basamenti per le statue sono in metallo verniciato. Le opere non collocate all’interno di teche sono illuminate da faretti direzionali a fascio di luce regolabile. La realizzazione dell’opera, come già detto, oltre a fornire un servizio alla collettività, consentirà di recuperare e rivitalizzare una larga parte del centro storico di Patti, interessante sotto diversi profili e da lunghi anni in conseguente e continuo degrado ed abbandono, se si eccettua gli interventi realizzato dalla Diocesi di Patti per il Complesso della Sacra Famiglia e la Chiesa di S. Ippolito. “Le scelte progettuali e le soluzioni proposte, ci ha riferito l’architetto Pippo Fonti da noi intervistato, sono state effettuate nel rispetto delle caratteristiche morfologiche e tipologiche del fabbricato, e in armonia con quanto è stato possibile recuperare dell’esistente per la riqualificazione dell’intero fabbricato ai fini museali. Questa struttura, una volta realizzata e completata, permetterà di dare sicu­ramente una risposta positiva alle necessità e ai bisogni della collettività. Il visitatore e il turista che verrà a Patti potrà trovare una struttura che gli consentirà di fruire di offerte formative e di efficienti e qualificati servizi culturali, che gli faranno amare ed apprezzare questo territorio così ricco di valenze storico/culturali”. Il museo diocesano avrà altresì funzione dinamica: mediante il collegamento con altre istituzioni museali; quale luogo di incontro e studio attraverso convegni e seminari di ricerca; quale luogo di cultura religiosa, letteraria ed artistica; quale luogo di formazione professionale per la realizzazione di attività di supporto e di recupero dei beni culturali.
“Il Museo Diocesano, ci ha detto Don Basilio Scalisi responsabile dei beni culturali ecclesiastici, sarà al servizio non solo di Patti ma di tutta quanta la diocesi per la salvaguardia, la conservazione ed il restauro delle opere ecclesiali: un luogo inserito nel circuito vitale della Chiesa locale, delle parrocchie, un centro culturale vivo chiamato costantemente al dialogo ed al confronto anche con culture diverse e col nuovo che anche da noi ormai si affacciano”. Insomma, questa di Patti intende essere una iniziativa vitale, originale e creativa sia per il mondo ecclesiale, sia per la società civile, con significativi benefici per tutta la collettività.

 

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