1.1.
Pastorale delle Moltitudini
Meta
Entro agosto 2004, tutti i battezzati e gente di buona volontà della
Diocesi di Patti, in occasione del 25° della dedicazione del Santuario di
Tindari, è sensibile al valore della Chiesa intesa come comunione-comunità,
lo esprime in esperienze significative, periodiche e occasionali, grazie
al buon funzionamento delle strutture di comunicazione e partecipazione.
Motivazioni
1. La maggior parte
della gente quando parla della Chiesa pensa al luogo di culto, al Papa, ai
Vescovi, ai preti, ai religiosi, alle persone impegnate, ai servizi
religiosi e, a volte, anche ai sociali.
2. Noi, per il
battesimo, non siamo più stranieri, ma familiari suoi; siamo come un
tempio edificato con pietre vive che siamo noi sul fondamento di Cristo;
siamo come un corpo ben compaginato in cui ogni membro opera per la
crescita dell’intero organismo (cfr. 1Pt 2. Ef 4).
3. È necessario che la
gente si renda conto che, in forza del battesimo e dell’appartenenza
alla comunità dei credenti, è essa a costituire fondamentalmente la
Chiesa e, di conseguenza, si renda disponibile a prendere parte alle
Piccole Comunità.
Criteri
Pastorali Specifici
Ai criteri o politiche pastorali generali che, come qualità che
caratterizzano l’azione, devono essere tenuti sempre presenti, si
aggiungono quegli altri che si riferiscono agli aspetti specifici
dell’azione da compiere in questo livello:
1.
Le azioni devono essere capaci di interessare e mobilitare
l’insieme del popolo.
2. Le azioni devono corrispondere alla sensibilità e alla cultura del
popolo e essere “sentite dalla gente”.
3. Le azioni devono riscattare segni già presenti nella cultura del
popolo.
4. L’azione, in quanto segno-gesto-parola, deve toccare la totalità
della persona (sensibilità, intelligenza, volontà e affettività).
5. L’azione deve realizzarsi in modo che sia un’autentica
esperienza di fede del popolo di Dio.
6. Le azioni devono corrispondere al momento di crescita che vive
l’insieme.
7. Le azioni devono essere realizzate in modo periodico e sistematico,
con ritmo mensile.
8. Le azioni devono potersi spiegare mediante contenuti semplici, con
linguaggio diretto e affermativo.
9. L’azione deve realizzarsi di preferenza “fuori del tempio”.
Metodologia
Nota previa:
ogni mese la gente viene convocata mediante la Lettera alle famiglie a
prendere parte ad una esperienza comunitaria su un determinato valore che
gradualmente avvicini alla meta dell’anno e, contemporaneamente, incida
sul modo di pensare comune (evangelizzazione della cultura).
Qui di seguito vengono riportati i nuclei sui quali l’Epap di
ogni parrocchia, su una bozza preparata in anticipo dall’Edap,
costruisce e programma l’iniziativa mensile nei suoi dettagli anche
minimi.
2003-2004
Ottobre 2003: Apertura dell’anno pastorale
Obiettivo:
la gente percepisce che la chiesa è una comunità che celebra la
propria fede
Gesto: la gente dai
quartieri viene al tempio con un cero spento. Sul sagrato si accendono i
lumini, si rinnovano le promesse battesimali, si entra nel tempio, si
intronizza il cero pasquale. Il Parroco presenta alla comunità coloro
che, con vari servizi, sosterranno il cammino spirituale e pastorale della
comunità: il gruppo dei catechisti, della liturgia, della Caritas
parrocchiale, dei Ministri straordinari dell’Eucaristia, dell’Epap,
dei Messaggeri, dei Coordinatori zonali e, in particolare, dei
“visitatori”, ai quali verranno consegnati le Lettere del Vescovo e
l’elenco delle famiglie da visitare. Questi gruppi, man mano che vengono
presentati, depongono in forma di croce i lumini accesi davanti al cero
pasquale come segno di assunzione e conferma dell’impegno di servire la
fede della comunità.
Slogan:
Credi! Vivi! Celebra! “Insieme”!
Novembre 2003: Commemorazione dei fedeli defunti
Obiettivo:
la gente coglie che la chiesa è una comunità che cammina verso la
patria definitiva
Gesto:
§
La notte del 1-2
novembre si mettono dei lumini nelle finestre in segno della fede nella
risurrezione
§ Nel luogo dove
inizia il pellegrinaggio al cimitero si fa una motivazione, un momento di
silenzio, una preghiera con il tema, poi si inizia il pellegrinaggio della
comunità al cimitero, pregando il rosario e con un cartellone con lo
slogan che, poi si colloca in un posto adeguato.
§ Nella messa al
cimitero, un anziano, una coppia, un giovane e un bambini chiedono perdono
a nome della propria categoria; al momento delle offerte i bambini offrono
qualche dono ricevuto e lo offrono per bambini poveri…
§ All’ottava messa
per i defunti dell’anno previo invito dei familiari; si ripropone il
messaggio; dopo la lettura dei defunti si fa un momento significativo di
silenzio.
Slogan: Coi piedi sulla
terra… insieme verso il cielo
Dicembre 2003 – Gennaio 2004: Celebrazione del
Natale
Obiettivo: la gente
scopre che la chiesa è una comunità che interpreta la presenza di Dio
nella storia
Gesto:
§ Ogni quartiere crea
un presepio secondo il tema.
§ I
giovani
costruiscono un presepe nel tempio, mettendo in evidenza la grandi attese
dell’umanità di oggi.
§ La novena si svolge
sul tema della chiesa (LG 8 e 9)
§ Previa la
celebrazione notturna, i bambini del catechismo fanno una recita in
preparazione alla Messa, sempre sul tema
§ I giovani
presentano un recital… in coerenza con il tema
Slogan:
Nelle attese dell’umanità… lì c’è Dio!
Febbraio 2004: Candelora
Obiettivo: la gente
scopre che la chiesa è una comunità che narra e trasmette la fede
Gesto:
§ In una domenica
precedente alla festa della Candelora, il Parroco nella Messa consegna le
candele con un cartoncino in cui c’è lo slogan, un breve messaggio e
l’invito alla celebrazione;
§ I bambini
accompagnati dai nonni (o da qualche anziano) vanno in processione verso
il tempio
§ Si celebra la
Messa, nella quale i bambini fanno delle intenzioni penitenziali;
all’offertorio una coppia di genitori a nome ti tutti i genitori offrono
i loro figli a Dio; alla fine della Messa i bambini vengono benedetti dal
sacerdote. Poi i nonni fanno una preghiera in cui assumono l’impegno di
raccontare esperienze della propria fede ai nipoti e consegnano un cero
acceso ai propri nipoti.
Slogan:
Popolo di Dio, racconta la tua fede!
Marzo 2004: Quaresima
Obiettivo: la gente
riconosce che la chiesa è una comunità che si costruisce nella
riconciliazione fraterna
Gesto:
§ Ceneri: nelle Messe
si impongono le ceneri con la formula: “riconciliati col fratello e
credi al Vangelo”. Alla sera, dopo cena, si organizza una Celebrazione
della Parola per l’imposizione delle Ceneri a coloro che non hanno
potuto partecipare durante la giornata.
§ A tutti i
partecipanti alle Ceneri e ai partecipanti alle diverse Messe della 1°
domenica di quaresima si consegna un foglio con un disegno che esprime il
desiderio di riconciliazione (due mani che si protendono e con la scritta
: per far crescere la mia comunità cristiana, voglio riconciliarmi con…
)
§ Il foglio, inoltre,
viene inviato a tutte le famiglie tramite i messaggeri, assieme
all’invito al via crucis del quartiere.
§ Alla fine della via
crucis i fogli vengono raccolti in un cesto e bruciati.
Slogan:
Perdona! Cresce
la comunità!
Aprile 2004: Settimana Santa
Obiettivo: la gente
sente che la chiesa è una comunità che vive dell’amore fraterno
Gesto:
§ Domenica delle
Palme: nei giorni precedenti
i ragazzi vanno a cercare le palme, le preparano con un cartoncino in cui
viene messo il messaggio-invito e lo portano ad ogni famiglia invitandola
per la benedizione. Nella Messa, dopo la comunione, si proclama, con
l’ulivo in alto, qualche formula litanica di impegno. Del tema si
sottolinea che l’amore, più che attendere, prende l’iniziativa verso
gli altri; è così che la chiesa diviene luogo di incontro.
§ Giovedì Santo:
Nella Messa si sottolinea la lavanda dei piedi (qualche anziano, qualche
coppia, qualche giovane e qualche bambino); a conclusione della Messa si
consegna a ciascuno un seme di grano (*); l’adorazione al SS.mo sia
organizzata in modo da coinvolgere gruppi di giovani, gruppi apostolici,
gruppi per quartieri…, che a turno facciano un’ora di adorazione
ciascuno (fino a mezzogiorno di venerdì), oltre all’adorazione
comunitaria, tenendo conto del tema sotto l’aspetto: l’amore fraterno
è tale quando gli uni si fanno servi degli altri e in questo servirsi
reciproco la chiesa quotidianamente si costruisce e si manifesta.
§ Venerdì Santo: Del
tema si sottolinea che l’amore consiste nel fare il bene altrui perché
è un bene per lui; la chiesa vive nella misura in cui sappiamo
dimenticarci di noi stessi, morire ai nostri interessi, e far dono di noi
stessi agli altri, senza pretendere niente in cambio. La celebrazione
liturgica si fa come al solito. I giovani, con anticipo, elaborano un
testo per la Via Crucis in coerenza con il tema; ogni sosta viene affidata
a una categoria di persone: commercianti, artigiani, educatori, operai,
agricoltori… A conclusione della via crucis ognuno mette il seme che ha
ricevuto il giorno precedente in un vaso di terra con la scritta “chiesa
– comunità”
§ Sabato Santo: del
tema si sottolinea che l’amore genera vita, dinamismo, crescita…; la
chiesa è la comunità dei viventi, di coloro che vogliono trasformare il
presente in meglio, di coloro che vivono nella speranza efficace di futuri
migliori. Previo alla Vigilia Pasquale, i giovani organizzano un falò di
preparazione alla celebrazione, con canti (tipo Taizè), messaggi... Segue
la Veglia Pasquale. Il cero pasquale si intronizza nella conca
germogliata.
§ Domenica di Pasqua:
del tema si sottolinea che la chiesa rende testimonianza della
risurrezione di Cristo nella misura in cui vive dell’amore fraterno;
questa è la testimonianza da trasmettere; a questa è condizionata la
conversione del mondo. L’ingresso nella Messa principale si fa entrando
al tempo con il cero pasquale, annunziando tre volte “la luce di
Cristo”, lo si intronizza e incensa, spiegando il segno.
§ Benedizione
delle case: dove non è possibile al presbitero visitare le famiglie,
perché non muoia questa
tradizione si può chiedere ai ministri straordinari dell’Eucaristia e/o
ai catechisti di visitare le famiglie per benedire le loro case lasciando
un cartoncino con il messaggio in forma di brevissima celebrazione della
Parola.
Slogan:
Io mi dono!
La comunità vive!
(*) Gesto del seme di grano:
il Giovedì santo a tutti i presenti viene consegnato un seme di grano
(segno della propria vita) invitandoli a riportarlo il giorno dopo
all’Azione liturgica della Passione del Signore (o, se è meglio, a
conclusione della processione) per deporlo dentro un vaso pieno di terra
(come segno del dono di sé); alla Veglia pasquale l’Epap o il gruppo
liturgico predispone un grande vaso con i semi già germogliati (possono
essere utilizzati quelli che la gente porta il giovedì, oppure preparato
nel giusto tempo) come base dove intronizzare il cero pasquale (come segno
della comunità ecclesiale che cresce in Cristo perché in essa ciascuno,
come Lui, si dona con amore ai fratelli, o almeno si impegna a donarsi).
Maggio 2004: Mese di Maria
Obiettivo: la
gente percepisce la chiesa come una comunità che prolunga il “sì”
di Maria
Gesto: Peregrinatio
Mariae – Recita del Rosario nei quartieri. Si preparano tante immagini
quante necessarie per visitare tutte le famiglie che vogliono la presenza
dell’immagine della Madonna.. L’immagine va accompagnata da una
scheda: slogan, segno della croce, un ritornello da cantare, breve lettura
biblica (Mc 3,31-34), intenzioni per ogni mistero del rosario, alla fine
le litanie vengono prolungate con preghiere spontanee (tipo preghiera dei
fedeli) e termina con una preghiera del padre/madre di famiglia.
In ogni casa e in ogni
luogo dove si prega il rosario, si
distribuisce un cartoncino o una immaginetta con su scritto “La comunità
ti chiama alla Settimana della Fraternità, ci sarai?”.
Slogan:
Il
“sì” di Maria ora è il nostro “sì”
Giugno 2004: Corpus Domini
Obiettivo: la gente si
accorge che la chiesa è la comunità dei molti fatti uno
Gesto:
§ Il giorno di Corpus
Domini: la processione si ferma di fronte o vicino ai luoghi dove si
svolgono servizi pubblici (scuola, municipio, stazione dei carabinieri,
ospedale, campo sportivo…) e si fa una preghiera per la gente impegnata
in essi; in ogni altarino, qualcuno prende un pezzo di un’immagine che
alla fine della processione si compone al modo di
un mosaico (*).
§ Settimana
eucaristica nei quartieri: la processione fa le fermate tenendo presente
sia dove ci sono malati sia dove ci sono stati lutti…
Slogan:
Tante
membra - Un solo corpo
(*) Gesto del mosaico:
L’Epap sceglie una icona del Cristo, la taglia in tante parti quanti
sono gli altarini, come tasselli di mosaico, le divide una per altarino
perché sia messa come sfondo o in posto ben visibile; quando la
processione passa da ciascun altarino, dopo la benedizione, due persone
del quartiere prendono il proprio pezzo dell’immagine e la portano
collocandosi davanti al SS. mo in mezzo alla doppia fila di persone;
ritornati nel tempio i vari pezzi vengono incollati sulla base predisposta
precedentemente di modo che la figura del Cristo venga ricomposta.
Patrono - 2004
Obiettivo: la
gente sente che la chiesa è una comunità che condivide i beni
Gesto:
§ Nella Messa, un
componente del Comitato porta all’altare una parte del denaro raccolto
per la festa da destinare, come espressione della carità del popolo di
Dio, verso qualche persona o famiglia bisognosa, individuata
precedentemente.
§ La processione si
svolge con alcune fermate, durante le quali tutti vengono invitati a una
breve preghiera per la Settimana della Fraternità, i cui testi
esplicitano il tema del mese.
Slogan:
Col
poco di tutti ce n’é per tutti
Ottobre 2004: Apertura dell’anno pastorale
Obiettivo: la gente s’accorge che la chiesa è una comunità a
servizio del bene comune
Gesto:
§ Con la lettera alle
famiglie, distribuita in buon anticipo rispetto all’apertura dell’anno
pastorale, si consegna una scheda con tutti i possibili servizi da
svolgere in parrocchia, perché ognuno segnali quello che già svolge o
quello che è disposto a svolgere. Il foglio va riconsegnato in parrocchia
(o agli stessi messaggeri) almeno quattro giorni prima dell’apertura, di
modo che l’Epap possa predisporre l’elenco delle persone che hanno
dato la loro disponibilità.
§ L’EPAP legge le
schede e organizza i servizi tenendo conto delle disponibilità offerte.
§ Il giorno
dell’apertura, la gente dai quartieri viene al tempio portando qualcosa
per la festa di fraternità. Dopo la proclamazione del Vangelo vengono
chiamate le persone che hanno dato la loro disponibilità ai vari servizi;
il celebrante fa un’omelia appropriata e subito dopo, secondo il rito
appropriato, dà loro il mandato per il nuovo anno pastorale.
§ Alla celebrazione
eucaristica segue un momento di fraternità con i doni portati dalle varie
zone.
Slogan:
Tante
mani un solo cuore
Novembre: Celebrazione dei defunti e della
“Settimana della Fraternità”
Obiettivo: la
gente scopre che la chiesa è comunità chiamata alla santità
Gesto:
§ Tutte le famiglie,
mediante la Lettera alle famiglie, vengono invitate a mettere nella notte
del 1-2 novembre dei lumini nelle finestre in segno della fede nella
risurrezione
§ Nel luogo dove
inizia il pellegrinaggio al cimitero si espone un’icona della Trinità
con davanti una grande spugna dove ognuno mette un fiore con attaccato un
foglietto con i nomi dei propri defunti. Prima di iniziare il
pellegrinaggio, si fa una motivazione (ricordando che a giorni la
parrocchia celebrerà la Settimana della Fraternità), un momento di
silenzio, una preghiera con il tema, poi si inizia il pellegrinaggio della
comunità al cimitero, pregando il rosario, portando l’icona e i fiori e
un cartellone con lo slogan che, poi, saranno collocati nel cimitero in un
posto adeguato.
§ Nella messa al
cimitero, i responsabili dei diversi servizi che si svolgono nella
parrocchia chiedono perdono in coerenza con il tema; al momento
dell’offertorio vengono presentati all’altare l’icona e i fiori con
i nomi dei defunti; il Presbitero nomina i defunti dell’anno, chiede un
momento speciale di silenzio, poi continua la celebrazione come al solito,
non senza avere chiesto a tutti una speciale preghiera per la Settimana
della Fraternità.
§ All’ottava dei
defunti, viene celebrata una Messa per i defunti dell’anno, previo
invito dei familiari; si ripropone il messaggio; dopo la lettura dei
defunti si fa un momento significativo di silenzio e una preghiera per la
Settimana della Fraternità.
Slogan:
Santi
si diviene… insieme!
Dicembre 2004: Natale
(oltre la nascita di Gesù, la comunità loda Dio per la nascita
delle Piccole Comunità)
Obiettivo: la gente
vive l’esperienza di essere come chiesa una comunità di lode.
Gesto:
§ Ogni quartiere
inventa un presepio secondo il tema.
§ I
giovani
costruiscono un presepe nel tempio, mettendo in evidenza le motivazioni
per rendere grazie a Dio, in particolare mettono in luogo ben visibile
tante coccarde quante sono le Piccole Comunità che sono nate dalla
Settimana della Fraternità, su ciascuna delle quali vengono scritti i
nomi dei partecipanti di ognuno di esse.
§ Anche alla porta
del tempio si colloca una grande coccarda con la scritta: “una comunità
di comunità”
§ La novena si svolge
sul tema della chiesa (NMI 43)
§ Prima della
celebrazione della Messa di mezzanotte, i bambini del catechismo
presentano la recita che hanno preparato, sempre sul tema
§ I giovani
organizzano un festa fraterna, in cui far passare ancora il tema.
Slogan:
Cantiamo
lode a Dio!
Responsabile del piano: L’EDAP |