Episcopato lungo quello di Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Pullano
(1907-1977) venuto a Patti nel 1953, in aiuto al vescovo Ficarra, prima
che come vescovo residenziale.
Episcopato convulso che si estende nei tre decenni che vedono la
preparazione, la celebrazione e la fase iniziale dell’attuazione del
Concilio Ecumenico Vaticano II.
Episcopato vissuto all’insegna della fedeltà, coincidente con la
necessità di trovare vie nuove per testimoniare l’eterna novità del
Vangelo in situazioni sociali, morali, religiose ed ecclesiali divenute
di colpo visibilmente magmatiche.
La situazione nuova rende più disagevole il sempre difficile lavoro di
sintesi di chi voglia guardare ad un periodo del quale non pochi
protagonisti sono, tuttora, in attività.
Inoltre, non ho avuto personale significativa consuetudine con mons.
Giuseppe Pullano e i miei diretti incontri con lui sono stati sporadici
e formali. Lo conosco indirettamente, attraverso le opere di cui, negli
anni del suo ministero pastorale, ha arricchito la diocesi, ed
esperimento che di lui si può dire, come del patriarca Abele dice la
Lettera agli Ebrei, «benché defunto, parla ancora» (Eb 11,4)
e sono pervenuto alla serena persuasione che la vita e l’opera del
vescovo Pullano siano ben sintetizzati dalla convinzione, solida come
pietra angolare, che Cristo vince, regna e impera e dalla parola d’Isaia
«per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi darò
pace, finché non sorga come stella la sua giustizia e la sua salvezza
non risplenda come lampada» (Is 66,1-3).
La difficoltà di pervenire agevolmente a sintesi non poteva prevalere
sul dovere della gratitudine verso un pastore benemerito dalla
personalità forte e ben delineata. Così ho colto molto volentieri la
ricorrenza del XXV della dedicazione del nuovo Santuario di Tindari, che
del Pullano ha assorbito in modo considerevole le energie, per proporre
una pubblicazione che raccogliesse memorie, riflessioni e testimonianze.
La mancanza di conoscenza personale, il bisogno di conservare la memoria
e la necessità di esprimere gratitudine mi hanno indotto a passare
l’iniziativa all’Istituto Teologico Diocesano «Mons. Angelo Ficarra».
L’Istituto, nella persona del direttore mons. Giovanni Orlando, ha
accolto la mia richiesta e ha individuato quanti avrebbero potuto
collaborare nel lumeggiare i vari aspetti dell’attività del mio
Predecessore e, con entusiasmo, si è in messo all’opera consegnando,
alla fine, un lavoro «Mons. Giuseppe Pullano Vescovo di Patti», a
più mani e saldamente unitario che ora ho la gioia e l’onore di
presentare.
Tali collaboratori, l’avv. Nicola Adamo, don Vittorio Casella, don
Salvatore Danzì, don Rosario Giordano, don Giovanni Orlando, sr. Maria
Passarello, don Basilio Scalisi, prof. Sebastiano Paterniti, don
Francesco Pisciotta, don Pio Sirna, l’avv. Antonio Trifilò, sono così
gli autori di questo volume e io li ringrazio di cuore a nome mio e
della diocesi.
Ognuno di loro ha lavorato con impegno, abilità e devozione di modo che
uno sguardo all’insieme dell’episcopato di mons. Pullano si affianca
alle riflessioni sul suo rapporto col Concilio, alla dimensione mariana
della sua spiritualità e alle testimonianze che riguardano la sua vita
‘privata’ e attengono all’attività edilizia, alla vita sociale,
all’apostolato dei laici e alla vita consacrata di Patti.
Scrivere di una persona è come alzare gli occhi per guardarla in viso,
per scrutare il mistero che l’abita e costituisce, per capire a che
punto è quel dinamico «ad immagine di Dio» (Gn1,27) compito,
meta, molla destinati a restare sempre oltre; anche quando lo Spirito
avrà creato cieli nuovi e terra nuova.
Ed è operazione non priva di rischi.
Come fare, infatti, a capire il mistero? Come muoversi al cospetto del
cuore umano creato da Dio a misura di sé?
Nessuno degli estensori di queste pagine ha preteso di «alzare gli
occhi» in viso a mons. Giuseppe Pullano.
Tutti hanno cercato di portare una tessera a compimento di un mosaico
che alimenti la memoria, motivi la gratitudine e favorisca nella chiesa
pattese la crescita del bene che Gesù Maestro e Signore ha iniziato coi
doni di natura e grazia con cui ha arricchito il servizio pastorale del
venerato Pastore.
Patti, 8 settembre, Festa della Madonna di Tindari, 2005 |
Mons. Giuseppe Pullano nasce a Pentone, in provincia di Catanzaro, l’11
luglio 1907 da una modesta famiglia di santa vita cristiana: Sante ed
Esterina Marino.
Concluse le elementari, manifesta la sua vocazione allo stato
ecclesiastico e, nel 1918, viene mandato nel seminario diocesano di
Catanzaro per gli studi ginnasiali. Alla fine del corso di ginnasio,
entra nel seminario regionale San Pio X, nella stessa città, per lo
studio della filosofia e della teologia.
Qui egli rivela una condotta irreprensibile, amore allo studio ed una
eccezionale bontà, dimostrando a sufficienza di essere tra quelle
persone destinate dal Signore ad una missione speciale.
Il 3 agosto del 1930 è ordinato sacerdote da mons. Giovanni Fiorentini e
già nel mese successivo è chiamato dallo stesso arcivescovo a reggere,
come rettore, il seminario di Squillace, dove comincia una intensa opera
di ricostruzione e di rinnovamento, lasciando negli alunni tutti un
luminoso esempio di fede salda e di fervore ardente ed operoso.
Le sue singolari qualità di pastore d’anime sono successivamente
espresse in 15 anni di ministero parrocchiale.
Nel 1937, infatti, è chiamato a reggere, come arciprete, la parrocchia
di Gimigliano e nello stesso periodo è anche rettore del Santuario di
Porto, dedicato alla Vergine Santa.
In questo delicato compito si impegnò intensamente, avviando numerose
iniziative, ancora vive nel ricordo della gente.
Il 22 aprile del 1953 dal papa Pio XII viene nominato vescovo titolare
di Uzali e, contemporaneamente, coadiutore sedi datus della sede
vescovile di Patti, con tutti i poteri giuridici.
Il 29 giugno del 1953 nella Chiesa dell’Immacolata in Catanzaro riceve
la consacrazione episcopale dal cardinale Giovanni Adeodato Piazza, con
una larga partecipazione di amici e fedeli, convenuti da Pentone,
Squillace, Gimigliano ed una significativa rappresentanza della diocesi
di Patti.
Il 29 agosto successivo fa il suo primo ingresso in diocesi.
Il 2 marzo 1955 è nominato amministratore apostolico sede plena
della diocesi di Patti e, dopo due anni, il 2 agosto 1957, dallo stesso
Pio XII è nominato vescovo residenziale della sede di Patti, succedendo
così a mons. Angelo Ficarra, che per un ventennio aveva retto la
diocesi, avviando un processo di rinnovamento e ricostruzione, dopo i
disastrosi eventi della seconda guerra mondiale.
Il 29 settembre dello stesso anno prende possesso canonico della sede
vescovile con una solenne cerimonia nella Cattedrale di Patti ed inizia
subito la sua attività pastorale per attuare un programma di lavoro,
arduo e instancabile, che può essere così sintetizzato: ricostruire,
costruire e rinnovare.
Leggiamo nella sua prima Lettera pastorale al clero ed ai fedeli
della diocesi di Patti: «Quando ebbi la notizia della mia elezione
episcopale, in quei terribili momenti di incertezza e di trepidazione,
pensai subito alla Madonna, Madre nostra e Fiducia nostra, ed alla sua
materna protezione affidai il mio Episcopato, come avevo fatto per il
mio Sacerdozio. Volli esprimere ciò anche nel mio stemma, che è uno
stemma mariano, scegliendo come motto le parole del Salmista: “Sotto
l’ombra delle tue ali”, che, con senso largo, io intesi riferire alla
Madonna».
Comincia il suo apostolato, in Diocesi, sul finire del 1953.
La prima attività che realizza, alla fine dello stesso anno e per tutto
il 1954 è la «Peregrinatio Mariae» in tutte le famiglie della
diocesi, con l’erezione di un monumento mariano in ogni paese. In tale
circostanza l’icona della Madonna del Tindari è solennemente portata
nella Basilica Cattedrale di Patti, che per tutta una settimana, dal 17
al 24 ottobre 1954, diviene meta di continui pellegrinaggi.
Nella manifestazione conclusiva mons. Pullano legge il solenne atto di
consacrazione della diocesi alla Madonna del Tindari.
Già da allora comincia a pensare alla costruzione, sul colle di Tindari,
di un nuovo ed imponente santuario alla Madonna del Tindari.
Idea che comincia ad attuare l’11 ottobre 1956 con l’inizio dei lavori
di sbancamento e di preparazione del terreno.
Il 30 dicembre dello stesso anno mons. Pullano, accompagnato da un
gruppo di sacerdoti, è ricevuto in udienza privata dal papa Pio XII, il
quale benedice il plastico del nuovo santuario.
L’8 dicembre del 1957 mons. Pullano officia la funzione della posa della
prima pietra ed il 29 giugno del 1963, nel suo primo decennio di
Episcopato, inaugura solennemente il nuovo santuario, già funzionale,
allora, nelle sue strutture essenziali.
Oltre che al santuario, la sua attenzione è rivolta anche alla
realizzazione delle opere annesse: la casa del pellegrino, la casa del
clero, sia per l’assistenza ed il soggiorno dei sacerdoti anziani, sia
per esercizi spirituali e convegni ecclesiali.
Gli eventi bellici della seconda guerra mondiale avevano danneggiato
seriamente le strutture del seminario vescovile di Patti, che per circa
450 anni era stato centro di cultura e di preparazione intellettuale e
morale di larga parte della gioventù di Patti e dei centri vicini.
Pertanto, mons. Pullano ricostruisce ed amplia i locali del seminario di
Patti, rendendolo funzionale dal punto di vista igienico, culturale ed
educativo.
Negli stessi anni avvia pure la costruzione del seminario estivo di
Castell’Umberto, per dare la possibilità ai numerosi seminaristi di
trascorrere le loro vacanze, lontani dal caldo di Patti, ed impegnarsi
così in attività formative e ricreative.
Tanto lavoro e grandi difficoltà incontrate, crediamo sicuramente, sono
stati già largamente compensati dalla gioia di avere ordinato circa 100
giovani sacerdoti, che testimoniano soprattutto che le opere realizzate
erano a sostegno della sua incessante attività pastorale a favore del
seminario, che lo vide sempre presente, anche nelle più semplici
circostanze e per cui non si stancò mai di dedicare tempo e lavoro.
Tutto questo non trascurando di interessarsi anche ai bisogni ed alle
esigenze di tutta quanta la diocesi. Provvede infatti alla erezione di
nuove parrocchie ed alla costruzione delle necessarie chiese
parrocchiali e dei locali per il ministero pastorale.
A Patti le nuove parrocchie del Sacro Cuore nel corso Matteotti, di S.
Febronia nella frazione Case Nuove e di S. Giuseppe in Tindari. Dieci
nuove parrocchie in tutti gli altri centri diocesani.
Il periodo dal 1962 al 1965 lo vede impegnato a Roma nella
partecipazione al Concilio Ecumenico Vaticano secondo, cui dà il suo
contributo per il rinnovamento della vita della Chiesa.
Rientrato in sede, promuove varie iniziative per cominciare ad attuare i
nuovi orientamenti conciliari nella liturgia, nella catechesi e nella
pastorale in modo particolare; specialmente in Patti, dà nuovo vigore
alla devozione verso S. Febronia, promuovendo il solenne pellegrinaggio
dalla città di Minori a Patti, con le reliquie della Santa concittadina,
dal 4 al 7 luglio 1968, e facendo innalzare un tempio nella contrada
Acquasanta e ristrutturando la piccola chiesa di Polline.
È in questo periodo che un’improvvisa frana fa crollare il palazzo
vescovile, che egli aveva provveduto ad ampliare ed abbellire, ma egli,
come sempre, con coraggio e sicurezza, ne realizza la nuova costruzione.
Momento particolare della sua attività pastorale è la «Peregrinatio
Mariae» in tutte le parrocchie della diocesi, nel 1974 e 1975, con
l’immagine della Madonna del Tindari.
È avvenimento ecclesiale di grande portata, che impegna tutta quanta la
comunità diocesana, per esternare, in unione col vescovo, i propri
sentimenti di fede e di devozione alla Vergine Santa, cui egli aveva
improntato tutto il suo programma di azione pastorale.
Alcuni anni prima, nel 1967, in occasione del ventennio dell’Opera delle
Vocazioni Ecclesiastiche, consacra solennemente la città e la diocesi al
Sacro Cuore di Gesù. In questa occasione viene posta nel frontone del
seminario la gigantesca statua in bronzo del Sacro Cuore, quasi a
guardare e proteggere tutti gli abitanti.
L’impegno di mons. Pullano è anche per la ristrutturazione,
l’ampliamento e l’apertura agli studiosi, della biblioteca «Divus
Thomas» nei locali del seminario di Patti, con la pubblica
inaugurazione del 19 marzo 1975.
Un’attività così intensa e molteplice gli merita la stima e l’affetto da
parte di tutti, come egli stesso ha modo di constatare, con profonda
umiltà, durante le quattro Visite pastorali in tutte le
parrocchie della diocesi.
In queste circostanze lo si vede manifestare apertamente, con volto
sereno, la gioia del pastore che rivede i propri figli e vuol parlare
con loro, per comprendere, incoraggiare, correggere e promuovere un
risveglio di vita cristiana in ogni comunità.
Il suo programma pastorale, che a volte poté sembrare non al passo con
il cammino dei tempi, non fu privo di incomprensioni e di difficoltà.
Tuttavia in ogni circostanza non si lasciò abbattere e scoraggiare,
sempre animato e sostenuto dalla forza del suo entusiasmo e dal suo
slancio apostolico, interiormente fondato sulla protezione ed assistenza
della Vergine Santa.
La lunga giornata terrena di mons. Pullano si conclude improvvisamente,
mercoledì 30 novembre 1977, alle ore diciotto circa, in Sant’Elia di
Catanzaro, ove era stato invitato per una manifestazione religiosa. |