Si sa per tradizione e per ricorrenti constatazioni, che il nostro è
un paese di opere incompiute, dove la regola sembra essere quella di
iniziare i lavori pubblici e a metà dell'opera sospenderli,
abbandonarli, rinviarli a finanziamenti integrativi che sono frutto,
appunto, dei ritardi.
Lo scorso 31 gennaio 2005 è venuto fuori un Decreto legge che
prevede la nomina di commissari straordinari per fare eseguire e
completare opere e lavori pubblici “la cui esecuzione, pur potendo
iniziare o proseguire, non sia iniziata, o, se iniziata, risulti
anche in parte temporaneamente comunque sospesa”.
Iniziativa senza dubbio destinata a confondere di più la situazione,
in quanto esiste nelle sedi competenti un registro delle
“incompiute” con i relativi riferimenti di ditte, di incarichi e di
finanziamenti, che basterebbe attivare con le normali procedure di
diritto civile e nei casi in cui ricorre anche di penale.
Eh no! II nostro deve necessariamente essere il paese dei
“commissari” anche dove sarebbero evitabili e così si incrementa il
sospetto di ulteriori parcellizzazioni di incarichi a fini
clientelari, che nulla hanno a che fare con l’oggettiva necessità
delle nomine.
A fronte di tanto triste fenomeno che colpisce il paese nelle sue
legittime attese (vedi casi di ospedali, di strade, di scuole) e
mortifica il senso etico di un rapporto di civiltà, poichè altre
prove (anche se minoritarie) portano ad un altro tipo di riflessione,
desidero ricordare un caso emblematico, recentissimo.
A Librizzi, piccolo paese collinare sul versante tirrenico del
Messinese, il 19 settembre 2004 è stata inaugurata una chiesa
intitolata a San Paolo, la posa della cui prima pietra era avvenuta
il 5 aprile del 2003. Ciò significa, undici mesi e 15 giorni per
mettere su un'opera complessa come può essere una chiesa, per oltre
trecento persone, con relativo campanile, in tutto 380 metri quadri
più altri 70 per la sacrestia e i servizi. Altra indicazione il
costo dell'opera: 600 mila euro! Incredibile? No, è vero.
A noi non deve interessare che anche questa volta ci siano di mezzo
i preti, i soliti preti! Noi dobbiamo riflettere sulla fattispecie
che è possibile costruire un'opera importante in meno di un anno e
con una spesa che rispetta il progetto e si pone come esempio.
Bisognerebbe pubblicizzarlo a spese del governo.
Pertanto, più che commissari da Decreto legge, si dovrebbe chiedere
ai tecnici della Curia di Patti come si fa ad essere così tempestivi
e onesti per insegnarlo agli altri.
Senza moltiplicare la burocrazia, è proprio vero che
tutto si può. Ma senza onestà, non c'e legge che basti. |