Mons. Ignazio Zambito, Vescovo di Patti

Lettera 

ai Bambini

Auguri!

Patti, 14 Dicembre 2003

Carissimi Bambini,
il mio nome è Ignazio e sono il vostro Vescovo, cioè la persona che Dio ha scelto per farvi da guida nella strada che porta a suo Figlio Gesù. Lui sa, infatti, che chiunque incontra Gesù sarà felice per tutta la vita, perché Lui ci fa sentire cosa sia l’amore vero, quanto e come siamo amati da Dio e da mille altre persone e quanto e come dobbiamo amare noi Dio e le altre persone che ci stanno attorno.
Per questo Natale 2003 mi è venuto il desiderio di mandarvi questa lettera che spero vi farà piacere ricevere e leggere.
Voglio semplicemente farvi gli auguri di Natale regalandovi una storiella e chiedendovi una cortesia.
Prima la storiella.

Come un filo di paglia

I pastori che erano stati alla stalla di Betlemme a onorare il Bambino Gesù tornavano a casa. Erano arrivati tutti con le braccia cariche di doni, e ora se ne partivano a mani vuote.
Eccetto uno. Un pastore giovane giovane aveva portato via qualcosa dalla stalla santa di Betlemme.
Una cosa che teneva stretta nel pugno.
Gli altri lì per lì non ci avevano fatto caso, finché uno di essi non disse: «Che cos'hai in mano?».
«Un filo di paglia», rispose il giovane pastore, «un filo di paglia della mangiatoia in cui dormiva il Bambino».
«Un filo di paglia!», sghignazzarono gli altri. «È solo spazzatura. Buttalo via!».
Il giovane pastore scosse il capo energicamente.
«No», disse. «Lo conservo. Per me è un segno, un segno del Bambino. Quando tengo questa pagliuzza nelle mie mani, mi ricordo di lui e quindi anche di quello che hanno detto di lui gli angeli».
Il giorno dopo, gli altri pastori chiesero al giovane: «Che ne hai fatto della tua pagliuzza?».
Il giovane la mostrò. «La porto sempre con me».
«Ma buttala! ».
«No. Ha un grande valore. Su di essa giaceva il Figlio di Dio».
«E con questo? Il Figlio di Dio vale. Non la paglia!».
«Avete torto. Anche la paglia vale tanto. Su che altro poteva stare il Bambino, povero com'era? Il Figlio di Dio ha avuto bisogno di un po' di paglia. Questo mi insegna che Dio ha bisogno dei piccoli, dei senza-valore. Sì, Dio ha bisogno di noi, i piccoli, che non contiamo molto, che sappiamo così poco».
Con il passare dei giorni sembrò che il filo di paglia diventasse sempre più importante per il giovane pastore. Durante le lunghe ore al pascolo lo prendeva spesso in mano: in quei momenti ripensava alle parole degli angeli ed era felice di sapere che Dio amava tanto gli uomini da farsi piccolo come loro.
Ma un giorno uno dei suoi compagni gli portò via il filo di paglia dalle mani, gridando:
«Tu e la tua maledetta paglia! Ci hai fatto venire il mal di testa con queste stupidaggini!».
Stropicciò la pagliuzza e la gettò nella polvere.
Il giovane pastore rimase calmo. Raccolse da terra il filo di paglia, lo lisciò e lo accarezzò con la mano, poi disse all'altro: «Vedi, è rimasto quello che era: un filo di paglia. Tutta la tua rabbia non ha potuto cambiarlo.
Certo, è facile fare a pezzi un filo di paglia. Pensa: perché Dio ci ha mandato un bambino, mentre ci serviva un salvatore forte e battagliero? Ma questo Bambino diventerà un uomo, e sarà resistente e incancellabile. Saprà sopportare tutte le rabbie degli uomini, rimanendo quello che è: il Salvatore di Dio per noi».
Il giovane sorrise, con gli occhi luminosi. «No. L'amore di Dio non si può fare a pezzi e buttare via. Anche se sembra fragile e debole come un filo di paglia».

Vi è piaciuta questa storiella?
Cosa vi ha insegnato?
Se volete, potete scrivermi e dirmi il vostro pensiero.
E adesso la cortesia che voglio chiedervi.
Avrete sentito dire al parroco, ai catechisti e forse anche ai genitori che tra alcuni mesi ci sarà in tutti i paesi una grande festa chiamata "Settimana della Fraternità".
Si tratta di un incontro vissuto nella gioia e nell’incontro per sentire più vicino e più forte l’amore che Dio ha per noi.
Cosa chiedo a voi?
Sono sicuro che voi ogni giorno pregate.
E allora vi chiedo di aggiungere una preghierina a Gesù e alla Madonna perché alla "Settimana della Fraternità" possano partecipare moltissime persone per sentire la presenza di Gesù in mezzo a loro.
Naturalmente voi siete i primi invitati a questa festa. Voi lo sapete quanto vi vuole bene Gesù. Quindi non potete mancare insieme ai vostri genitori.
Un’ultima cosa: sappiate che io ogni giorno prego per voi.
Vi auguro di passare un bellissimo Natale insieme ai vostri cari e ai vostri amici, senza dimenticare i bambini più poveri e quelli che soffrono a causa della guerra.
Vi benedico tutti.

Il vostro Vescovo
+ Ignazio

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Le risposte dei Bambini

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