2° livello: Pastorale Settoriale

Questo livello generale si articola nei livelli specifici:
Pastorale dei Fanciulli/Ragazzi, Pastorale dei Giovani, Pastorale dei cattolici impegnati in politica
Pastorale degli Operatori Sanitari, Pastorale del mondo del lavoro, Pastorale del tempo libero…


2.1. Pastorale dei fanciulli e dei ragazzi

Al presente non c’è un piano per questo livello. Tuttavia, l’Edap si fa carico di offrire suggerimenti, proposte e sussidi alle parrocchie perché persone di buona volontà, giovani e adulte, si impegnino a far preparare ai fanciulli dei recital da presentare in occasione del Natale e della Pasqua, sempre tenendo conto della meta del Piano Pastorale Diocesano.


2.2. Pastorale Giovanile

Meta
Entro dicembre 2004, nel 25° della Dedicazione del Nuovo Santuario della Madonna del Tindari, come espressione della Chiesa Comunione, i giovani della Diocesi di Patti sono stati convocati alla Giornata Diocesana dei Giovani, e almeno il  10 % di loro si è costituito e organizzato come “Movimento  Diocesano Giovani” e ha partecipato alla “Settimana della Fraternità” per la quale hanno elaborato e offerto alla comunità cristiana un loro messaggio all’interno di uno spazio da loro animato e ha gestito l’organizzazione dei giochi popolari nella giornata conclusiva.
Esplicitazione
Con il termine Movimento, nel contesto del nostro Piano Pastorale, intendiamo parlare del “dinamismo”, della vitalità, che provoca, suscita, alimenta… partecipazione e coinvolgimento.
Per “Movimento Giovanile”, di conseguenza, intendiamo quel dinamismo permanente che i giovani esprimono ogni qual volta realizzano iniziative per la crescita dell’intera comunità coinvolgendo altre persone. L’appartenenza ad esso non avviene tramite tesseramento (come per le associazioni), né per adesione ad uno specifico carisma (come per i gruppi o i  movimenti ecclesiali), ma per la decisione a collaborare per la crescita di tutto il popolo di Dio in quelle iniziative e servizi propri dei giovani. In altri termini: non è che i giovani “entrano” in un movimento ecclesiale, ma con le loro attività “creano movimento”, o dinamismo di crescita nella e della comunità cristiana
Movimento: in senso etimologico di dinamismo permanente che si esprime tramite molteplici iniziative (quindi, non associazione in senso classico e neppure tessera, né quote, né doveri e diritti).
Diocesano: che coinvolge i giovani della diocesi, sia a livello diocesano che vicariale e parrocchiale.
Giovani: non per i giovani, ma movimento di giovani per la comunità
Motivazioni
1.  I giovani, pur possedendo notevoli capacità di empatia nelle relazioni umane e il gusto dello stare insieme, sono condizionati da una cultura segnata dalla sfiducia sistematica, vivono in un contesto familiare protettivo e asfissiante, si sentono frustrati di fronte al futuro e, di conseguenza, sono continuamente esposti alle tentazioni di evasione, chiusura in se stessi e di ogni forma di devianza. In sintesi, i giovani non hanno ruoli e spazi propri né nella società, né nella Chiesa, né in famiglia: sono solo oggetto di attese.
2.  
“Il Signore, trovandosi nei pressi di Nain e vedendo la madre del giovane che stavano portando al cimitero, ne ebbe compassione e le disse: non piangere! E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: giovinetto, dico a te, alzati! Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed Egli lo diede a sua madre” (Lc.7,13-15)
3. 
Occorre creare le condizioni perché i giovani si aprano alla comunità e credano nella possibilità d’influire su di essa.


Criteri
1.
  Il Movimento Giovani - Diocesano, Vicariale, Parrocchiale – (=MG) convoca sempre e sistematicamente tutti i giovani, senza distinzione di alcun genere.
2. 
Il MG convoca in nome della fede cristiana e della sua maturazione.
3. 
Il MG è a servizio della crescita di tutto il Popolo di Dio, mediante un’azione organica e pianificata.
4. 
Ogni attività – sia a favore dei giovani, sia dei giovani a favore della comunità, sia di formazione  o azione apostolica – parte sempre dalla lettura dei segni dei tempi.
5.  
Le attività sono sempre proporzionate alle reali possibilità dei giovani, e perciò diversificate, per dare a tutti e a ciascuno l’occasione di dare ciò che possono.
6. 
Nel MG la formazione avviene nell’azione, mediante l’azione e per l’azione, grazie alla elaborazione e preparazione, alla decisione motivata, alla realizzazione e alla revisione.
7. 
Nel MG ogni attività apostolica e di formazione è orientata alla scoperta della vocazione propria di ciascun giovane.  


Metodologia
1.  Entro luglio 2003 la Commissione diocesana prende visione del Piano Pastorale dei giovani e ne predispone l’attuazione.
2.  Entro settembre 2003 la Commissione convoca i referenti zonali e parrocchiali (in una sorta di festa d’inizio anno), ne verifica la consistenza, consolida la rete dei referenti e presenta il Piano Pastorale e in particolare le iniziative relative al Messaggio alla comunità cristiana e al Natale.
3.  Ai giovani che a ottobre 2003 partecipano al pellegrinaggio regionale ad Assisi i membri della Commissione presenti rendono noto il Piano Pastorale Diocesano dei giovani.
4.  Entro novembre la Commissione elabora il nucleo attorno a cui celebrare la festa di S. Valentino sul tema “Amare è…” e della GDG, nel corso della quale dovrà essere definito il Messaggio alla comunità cristiana e avviare la costituzione del “Movimento diocesano Giovani”.
5.  Tra Natale e Capodanno la Commissione convoca i referenti zonali per presentare l’iniziativa di S. Valentino.
6.   Entro metà gennaio 2004 i referenti zonali hanno convocato i referenti parrocchiali per presentare l’iniziativa di S. Valentino.
7.  Entro gennaio 2004 la Commissione elabora l’iniziativa di Pasqua e mette a punto la GDG.
8.  A metà febbraio 2004 nelle varie zone pastorali (o vicariati) i giovani realizzano l’iniziativa di S. Valentino.
9.   Entro febbraio 2004 la Commissione verifica la preparazione del Messaggio alla comunità cristiana, definisce il programma della GDG e il manifesto e i volantini per la sua pubblicizzazione.
10.   Entro Marzo 2004 la commissione raccoglie gli sviluppi che i giovani nei vicariati hanno realizzato sui temi del Messaggio alla comunità cristiana e ne stila un testo unico da sottoporre all’approvazione dei giovani nel corso della GDG; inoltre prepara una griglia di possibili servizi nei quali i giovani sono invitati a inserirsi per dare vita al Movimento diocesano Giovani.
11.  Nel tempo di Pasqua i giovani presentano nelle loro rispettive comunità la Via Crucis vivente o il recital.
12.  Il 2 maggio 2004 i giovani celebrano la GDG, si costituiscono in Movimento diocesano Giovani, approvano il testo definitivo del Messaggio alla comunità cristiana e definiscono i servizi in cui i giovani decidono di impegnarsi, soprattutto in vista della Settimana della Fraternità e si danno una prima organizzazione.
13.  Entro Maggio 2004 la Commissione e i referenti zonali fanno la verifica dell’obiettivo e delle iniziative attuate e programmano i passi immediati in vista della Settimana della Fraternità.
14.  Entro giugno 2004 il programma viene consegnato ai referenti zonali e parrocchiali.
15.  Nel corso dell’estate 2004 i giovani attuano i servizi che hanno scelto di svolgere come Movimento diocesano Giovani a favore della comunità (Grest, attività culturali, sportive…).
16.   Entro settembre 2004 la Commissione e i referenti zonali verificano le attività dei giovani realizzate (quante e dove), i preparativi per la Settimana della Fraternità (presentazione del Messaggio alla comunità cristiana e scelta dei giochi popolari), individua il nucleo attorno a cui celebrare la GDG 2005, approva e consegna lo schema del presepe vivente.
17.  Entro ottobre 2004 la Commissione verifica la situazione dei giovani in relazione alla Settimana della Fraternità, quali servizi del Movimento diocesano Giovani devono essere organizzati e sostenuti, definisce il nucleo della festa di S. Valentino sul tema “L’amore, operazione commerciale o senso della vita?”.
18.  I giovani prendono parte alla Settimana della Fraternità svolgendo il proprio ruolo.
19.  Tra Natale e Capodanno la Commissione consegna ai referenti zonali l’iniziativa da realizzare per S. Valentino.
20.   I referenti zonali, entro la metà di gennaio 2005, consegnano l’iniziativa di S. Valentino ai referenti parrocchiali delle rispettive zone.

Responsabile: Commissione per la Pastorale Giovanile


2.3.   Pastorale dei Cattolici Impegnati in Politica

Al momento non c’è ancora un piano. Tuttavia sono previste delle iniziative per continuare a mantenere rapporti di dialogo con i Sindaci, i Presidenti di Consiglio e i Consiglieri dei Comuni della Diocesi.
L’Edap si impegna ad individuare persone che possano, adeguatamente abilitate, condurre una pastorale organica per questo livello.


2.4.   Pastorale del Mondo del Lavoro

Al momento non c’è ancora un piano. Tuttavia sono in programma:

· 
  20 settembre 2003: un pellegrinaggio diocesano a Tindari per tutti i Corpi di polizia (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia urbana, Guardia forestale, Vigili del Fuoco…);
·
    23 novembre 2003: incontro-convegno degli imprenditori della Zona di Patti (ma aperto a tutta la diocesi).


2.5.   Pastorale degli Operatori Sanitari

La Commissione di questo livello renderà quanto prima il proprio programma.
L’Edap si impegna ad individuare persone che possano, adeguatamente abilitate, condurre una pastorale organica per questo livello.


2.6.    Pastorale del tempo Libero

Al momento non c’è ancora un piano.


3° livello: Servizi Pastorali

Comprende i livelli specifici della: Catechesi Liturgia Caritas

3.1. – CATECHESI

Meta
Entro dicembre 2004 i Servizi Pastorali della diocesi raggiungono i propri destinatari, promuovono ed esprimono la sensibilizzazione al valore della Chiesa Comunione.

3.1.1. – Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e dei Ragazzi

META 1

Entro agosto 2004 tutti i fanciulli e i ragazzi sono raggiunti dalla catechesi per l’iniziazione cristiana  e, secondo le fasce d’età, sono accompagnati a fare in gruppo l’esperienza della Chiesa Comunione e a dare un proprio specifico apporto per la realizzazione della Settimana della Fraternità.

CRITERI PASTORALI SPECIFICI

1.    La catechesi per la formazione cristiana deve essere permanente, sistematica e celebrata nei Sacramenti.
2.    La catechesi deve essere impostata sul confronto fra fede e vita.
3.    La catechesi deve essere un compito della comunità, deve esprimere il suo cammino e servire ad esso.
4.    La catechesi deve essere adeguata alle fasce d’età dei soggetti; anche le persone più svantaggiate devono essere poste nelle condizioni di dare una personale risposta.
5.    La catechesi deve considerare i soggetti sia come singole persone che come membri di un gruppo.
6.    La catechesi deve arrivare a tutti i fanciulli e ragazzi della diocesi.
7.    La catechesi deve utilizzare il catechismo come libro della fede ed offrirne le opportune mediazioni.


Meta 2
I catechisti della Diocesi, nei mesi di ottobre-dicembre 2003 e marzo-maggio 2004, sono convocati dai responsabili delle 4 Zone Pastorale (Patti-Gioiosa M., Capo d’O., S. Agata M., S Stefano C.) e, seguendo il metodo del laboratorio, approfondiscono il loro ruolo a servizio della comunione nelle comunità parrocchiale, soprattutto in vista della Settimana della Fraternità.
Nota: L’Ufficio catechistico sostiene questo servizio mediante opportune indicazioni e adeguati sussidi.


3.1.2. – Iniziazione Cristiana degli Adulti

Nota
: Per ora non c’è un piano specifico di questo livello. La Diocesi offre una prima mediazione degli orientamenti dati dalla CEI. I parroci sono tenuti a concordare con il Vescovo lo svolgimento dell’itinerario di iniziazione tutte le volte che un adulto chiede il Battesimo.

3.1.3. – Catechesi Presacramentale degli Adulti

Nota:
Per ora non c'è un piano specifico di questo livello. Si continua quanto si sta già facendo, seguendo le indicazioni del Direttorio dei Sacramenti.


3.2. – PASTORALE SCOLASTICA

3.2.1. – Pastorale degli Insegnanti di Religione Cattolica

Meta
Gli insegnanti di religione Cattolica entro agosto 2004 si sono periodicamente incontrati per prepararsi a sostenere il Concorso di abilitazione organizzato dallo Stato Italiano e per qualificarsi nel loro compito educativo.

CRITERI PASTORALI SPECIFICI
1.  
La religione deve contribuire alla formazione globale della persona e della società civile.
2.    La religione cattolica, in quanto patrimonio storico del popolo italiano, deve contribuire alla formazione dell’uomo e del cittadino.
3.    La religione cattolica deve essere considerata come materia scolastica.
4.    Gli insegnanti devono essere professionalmente qualificati.
5.    Gli insegnanti devono essere ritenuti idonei dall’Ordinario Diocesano.
Nota: L’Ufficio Scuola comunicherà a tempo opportuno le iniziative che è possibile realizzare.


3.2.2. – Pastorale delle Scuole Cattoliche

Nota
: Per ora non c'è una meta specifica. Si invitano gli Operatori di questo settore a realizzare degli incontri di formazione didattico-metodologica attiva, dialogale e di confronto, tenendo presente il valore della Chiesa-Comunione.


3.3. – PASTORALE LITURGICA E DELLA SPIRITUALITA’

3.3.1. – Pastorale della Liturgia Domenicale

Al presente non c’è un piano specifico; l’Edap s’impegna ad offrire alle parrocchie delle tracce per le omelie che tengono presente la meta dell’anno e dei singoli mesi e a preparare i sussidi per le celebrazioni a carattere diocesano.

CRITERI PASTORALI SPECIFICI
1.    Le azioni liturgiche devono essere vissute da tutti in prima persona, devono dare spazio alla creatività ed esprimere con segni e gesti coerenti la cultura del popolo, nel rispetto delle norme liturgiche comuni a tutta la Chiesa.
2.    Le azioni liturgiche devono esprimere la vita e servire alla formazione della comunità, secondo la progressività del Piano, a cominciare dal protagonismo di ciascuno.
3.    Le celebrazioni domenicali e festive devono svolgersi sia nel centro parrocchiale che nelle zone pastorali delle parrocchie grandi, in modo che tutti abbiano reale possibilità di parteciparvi (Eucaristia e celebrazione della Parola).
4.    Tutte le celebrazioni devono esprimere la cultura del popolo e insieme evangelizzarla, cioè purificarla ed elevarla in coerenza col Vangelo.


3.3.2. – Pastorale della Spiritualità dei Movimenti di Spiritualità

Meta
Entro dicembre 2004 i fedeli della Diocesi di Patti appartenenti ai vari Movimenti di Spiritualità sono sensibilizza­ti alla spiritualità comunitaria o di Chiesa, ricostituiscono la Consulta Diocesana e si coinvolgono nella preparazione e realizzazione della Settimana della Fraternità.

CRITERI PASTORALI SPECIFICI
1.    Le azioni devono mettere in evidenza il carattere ecclesiale e personalizzante di ogni spiritualità.
2.    Le azioni devono educare ad essere persone responsabili nella Chiesa.
3.    Le azioni devono favorire il silenzio e la comunicazione come due espressioni dell'essere partner di Dio.
4.    Le azioni devono favorire l'impegno personale nella società e nella Chiesa come espressione del comandamento della carità.

Metodologia
Entro novembre 2003 i Responsabili di Associazioni, Movimenti e Gruppi vengono convocati per programmare insieme il programma dell’anno e i passi per la costituzione della Consulta diocesana delle Aggregazioni ecclesiali dei laici.
Il 30 maggio 2004, solennità della Pentecoste, le aggregazioni ecclesiali terranno l’annuale assemblea e parteciperanno alla Messa Pontificale presieduta dal Vescovo.



3.4. – PROMOZIONE DELLA CARITA’

3.4.1. – Caritas Diocesana

Meta

Entro agosto 2004 la Caritas ha promosso la costituzione e il consolidamento delle Caritas Parrocchiali, ha curato la formazione spirituale e metodologica dei relativi responsabili, ha avviato un’indagine conoscitiva dei bisogni, ha organizzato un Convegno delle Caritas parrocchiali e ha incoraggiati gli operatori di questo livello a inserirsi nel processo di preparazione e celebrazione della Settimana della Fraternità.

CRITERI PASTORALI SPECIFICI
1.    Oltre all'assistenza indispensabile, le azioni devono servire alla promozione della dignità della persona e della convivenza sociale.
2.    I destinatari di ogni azione devono essere anche protagonisti nella soluzione del loro problema.
3.    Le azioni devono trasmettere e promuovere la coscienza dei diritti e dei doveri corrispondenti alla dignità umana.
4.    Le azioni devono servire al processo di evangelizzazione di tutto il popolo, secondo il Piano diocesano.
5.    Le azioni devono tendere a rimuovere le cause che sono all'origine della necessità.
6.    Ogni azione deve scaturire da progetti organici, più che da risposte spontanee ed immediate.
7.    Ogni azione deve tendere alla sensibilizzazione di tutti - come singoli, come gruppi e come comunità - sul precetto dell’Amore.
8.     Ogni azione o iniziativa deve coinvolgere tutti, anche se in modi differenziati - a seconda dei carismi propri di ogni singolo o gruppo - nelle risposte ai bisogni emergenti.
9.     Ogni azione deve essere sostenuta, nelle sue varie fasi, da strutture che garantiscono la partecipazione, il dialogo e l’organicità tra tutte le forze operative.
Nota: L’Ufficio Caritas diocesana provvederà a offrire a suo tempo indicazioni e sussidi opportuni.


3.4.2. – Pastorale della Salute

Meta
Entro agosto 2004 i malati e i sofferenti della diocesi di Patti, assisiti e accompagnati da personale volontario con opportune iniziative sia nelle loro case che nelle istituzioni, contribuiscono all’edificazione della Chiesa-Comunione, che avrà una significativa espressione nelle Piccole Comunità, mediante l’offerta della loro sofferenza.

CRITERI PASTORALI SPECIFICI
1.    Le azioni devono convocare e/o raggiungere tutti in nome della fede.
2.    Le azioni devono tendere a procurare una presenza discreta, un sostegno spirituale ed un aiuto fraterno ovunque bisogni.
3.    Le azioni devono rendere, per quanto possibile, gli stessi sofferenti soggetto di evangelizzazione scambievole.
4.    Le azioni devono favorire il sollievo, il sacrificio spirituale e la dimensione spirituale della sofferenza.

Metodologia
1.    In Avvento e Quaresima ritiro spirituale per gli operatori del settore e i volontari;
2.    Il 5 gennaio 2004 Convegno sul tema della Giornata Mondiale del Malato;
3.    Nel mese di Luglio 2004 campo vacanze per bambini disabili;
4.    Nel mese di Luglio 2004 campo vacanze per malati e anziani.
Nota: La Commissione di Pastorale della salute sosterrà questo accompagnamento con opportune iniziative e adeguati sussidi.

4° livello: Pastorale Ministeriale

Questo livello generale si articola nei livelli specifici:
 Formazione pastorale, Formazione dottrinale, Formazione spirituale


Meta         
Entro dicembre 2004 il presbiterio, gli Operatori Pastorali Laici, l’EDAP, le EPAP e le Religiose riscoprono e approfondiscono la spiritualità di comunione come la propria specifica spiritualità e preparano e attuano l’Avvenimento Redentore.

Motivazioni
1. Sebbene si faccia un gran parlare della spiritualità di comunione, di fatto ciò che prevale è la spiritualità di tipo devozionali-tradizionale, basata sulle pratiche di pietà; non tutti, inoltre, hanno chiaro cosa rappresenti l’Avvenimento Redentore dell’itinarario di Rinnovamento Diocesano
2. Ogni ministro che intende servire l’ideale di Chiesa come Popolo di Dio in cammino non può farlo se non è animato dalla spiritualità di comunione e con la coscienza di rendere un servizio alla crescita della coscienza di popolo nei battezzati
3. Tutti gli Operatori Pastorali, ciascuno nel proprio livello, gradualmente si aprono all’esperienza concreta della spiritualità di comunione, secondo le indicazioni del PPD e con perseveranza preparano e attuano passo dopo passo l’Avvenimento Redentore.


Criteri Pastorali
1. Ogni iniziativa per la formazione spirituale-pastorale degli OO.PP. deve offrire le motivazioni fondamentali che stanno all’origine del PPD e che lo sostengono nella sua attuazione
2. Le azioni devono facilitare l’esperienza dei valori che si annunciano
3. Le stesse proposte devono arrivare a tutti gli OO.PP., anche se a diversi livelli di profondità
4. Le azioni devono articolarsi in modo che si alternino momenti di silenzio e di comunicazione spirituale
5. L’approfondimento spirituale deve spingere a forme di applicazione pastorale


Metodologia

4.1. Formazione Pastorale
A. Presbiterio

1.  Incontro mensile nei Vicariati
·    
Preghiera che motiva l’incontro
·    
Breve revisione delle attività del mese precedente (Moltitudini, Giovani, A.R.)
·    
Indicazioni sulla preparazione immediata all’A.R.
2.  Incontro interzonale

§     
29 e 30 dicembre 2003: verifica della 1^ visita alle famiglie
§     
29 e 30 dicembre 2004: inizio delle catechesi nelle Piccole Comunità.
3.  Pellegrinaggio diocesano

§     
30 agosto 2003
4.  Assemblea Ecclesiale Diocesana

§     
24-26 settembre 2003  sul tema: “Quando un gruppo diviene comunità?”
§     
20-22 settembre 2004 sull’itinerario delle Piccole Comunità dopo la Settimana della Fraternità.
B. Religiose
1.  Incontro comunitario mensile di fraternità
2.  Pellegrinaggio diocesano
3.  Assemblea Ecclesiale Diocesana (v. sopra)
C. Edap
1.  Organizzazione dei servizi e responsabilità
2.  Incontro mensile
3.  Ingresso nell’équipe di altri operatori pastorali laici
D. Epap
1. Incontri nelle parrocchie e nei Vicariati di abilitazione a cura dell’Edap
2. Foglio di collegamento diocesano
3. Assemblea Ecclesiale Diocesana (v. sopra)


4.2. Formazione Spirituale

A. Presbiterio

1.  Esercizi Spirituali
·      
Il Ministero della Comunità: 20-24 Ottobre 2003; 9-13 Dicembre 2003
2.  Ritiri Spirituali (2° Venerdì del mese)
Da ottobre 2003 a marzo 2004 i ritiri mensili saranno guidati dai professori del “Marianum” di Roma.
Una commissione curerà la conduzione per tutti i mesi
La giornata prevede: preghiera dell’Ora Media;
spunti di meditazione sul valore mensile che il Piano Pastorale propone a livello generale (v. Pastorale della moltitudine); tempo di adorazione eucaristica silenziosa per interiorizzare gli spunti di meditazione; comunicazione spirituale fraterna nei gruppi ; pausa; comunicazione in assemblea di quanto sperimentato nei gruppi; avvisi pastorali; pranzo .
B. Religiose
1.  Giornata diocesana della Vita Consacrata: 1 febbraio 2004
C. EPAP
1.  Week-end spirituale: 18-19 / 25-26 Ottobre 2003
2.  Giornata di spiritualità in Quaresima e Avvento 2004

D. Operatori pastorali
1.  Giornate di spiritualità in Avvento, Quaresima e Mese Mariano sulla spiritualità di comunione

4.3.
Formazione culturale

     Per tutti
*    18-19 Ottobre 2003: Convegno diocesano sulle persone disabili
* Novembre 2003: Commemorazione di Mons. Giuseppe Pullano
*    16-18 Aprile 2004: Colloquio internazionale di Mariologia sul tema: “Maria e la cultura del nostro tempo”(a cura dell’AMI)


5° livello: Le Strutture

Questo livello generale si articola nei livelli specifici:
Strutture di comunicazione e sostegno, Organismi di partecipazione, decisione e attuazione

Meta
Entro dicembre 2004, ogni Parrocchia ha costituito e sono funzionanti le indispensabili strutture di base – EPAP, zone pastorali parrocchiali ed Equipe zonali, rete dei messaggeri, Lettera alle famiglie ed Equipe di redazione – necessarie per costruire una comunità ecclesiale, partecipativa e organica.

giustificazione
1.   La gente e gli operatori pastorali sentono un’istintiva ripulsa quando devono dare vita a organismi e strutture, ma li invocano nei momenti di necessità; sembra che, nella normalità, non vedano il nesso che passa tra un ideale di Chiesa e le strutture che lo incarnano.
2.   “Vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di Lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità” (Ef 4, 15-16).
3.   La Settimana della Fraternità nel nostro progetto pastorale è un evento preparato da molti anni per dare un nuovo volto alla nostra Chiesa locale: questo avverrà nella misura in cui ogni parrocchia provvederà a preparare le strutture e gli organismi adeguati per una pastorale partecipativa, corresponsabile ed organica.

Metodologia
EDAP - EPAP
1.   Entro fine settembre 2003, l’EDAP si organizza per la prima visita alle EPAP di ogni parrocchia. 
2.   Entro fine settembre 2003, l’EDAP realizza un incontro diocesano con le EPAP per preparare la prima visita alle famiglie.
3.   Entro novembre 2003, l’EDAP  si incontra a livello parrocchiale con le EPAP per
·    far memoria del senso del piano: la vocazione del popolo di Dio alla santità; 
·
    verificare il funzionamento delle strutture di base; eventualmente come consolidarle 
·
    ricordare come vanno preparate e realizzate le iniziative della pastorale delle moltitudini 
·
    verificare l’andamento della prima visita alle famiglie. 
4.   Alla fine di novembre 2003, l’EDAP verifica la prima visita alle EPAP parrocchiali e decide di continuare a visitarle una a una o di incontrarle a livello Foraniale o di combinare le due cose.
5.   Entro gennaio 2004, l’EDAP si incontra con le EPAP in ogni parrocchia o a livello Foraniale, per
·
    Far memoria dell’itinerario di Emmaus come prototipo dell’itinerario iniziato con il piano pastorale 
·
    verificare l’andamento della pastorale delle moltitudini
·
    verificare la prima visita alle famiglie, eventualmente completarla, e organizzare la seconda visita
6.   Entro marzo 2004, l’EDAP si incontra con le EPAP a livello Foraniale per 
·
    Riflettere sulle condizioni perché una comunità sia tale 
·
    Verificare l’andamento della pastorale delle moltitudini
·
    Organizzare la seconda visita alle famiglie
7.   Entro maggio 2004, l’EDAP si incontra con le EPAP a livello Foraniale per 
·
    Riflettere su cosa si intende oggi per spiritualità
·
    Verificare l’andamento della seconda visita alle famiglie
·
    Abilitare le EPAP per l’organizzazione dei gruppi di famiglie e per l’incontro previo di essi
8.   Entro settembre 2004, l’EDAP si incontra con le EPAP a livello Foraniale per 
·
    Meditare sulla speranza e il suo dinamismo
·
    Ricordare l’incontro previo dei gruppi di famiglie e rispondere a delle difficoltà
·
    Abilitarle all’organizzazione e realizzazione della settimana della Fraternità
9.   Entro dicembre 2004, l’EDAP si incontra per la verifica della Settimana della Fraternità


Piano speciale: Visita Pastorale del Vescovo

Meta
Entro maggio 2004, il Vescovo ha realizzato la “visita pastorale” nella Zona Pastorale di Capo d’Orlando per sostenere il cammino pastorale, mettere in moto e/o rafforzare un movimento giovanile diocesano, affrontare, per quanto possibile, il problema della disoccupazione e per verificare e unificare i criteri e i modi pratici riguardanti l’amministrazione dei beni ecclesiastici.

MOTIVAZIONI
1.   Le urgenze a cui rispondere con la visita del Vescovo sono:
a.       innanzitutto i giovani, come risulta anche dalle richieste delle famiglie in occasione della verifica del triennio 1997-2000; i giovani non si sentono ascoltati né tenuti in conto come soggetti e protagonisti né dalla società e neppure dalla Chiesa e dalle stesse famiglie;
b.      il tema del lavoro che incide in forma determinante sui giovani;
c.      l’amministrazione dei beni ecclesiastici che bisogna unificare nei criteri e nella prassi;
2.      I giovani devono sviluppare i loro talenti per servire la società e la chiesa: queste, a loro volta, devono offrire ad essi, secondo le proprie specificità, la possibilità di partecipare alla vita comunitaria a pieno titolo.
3.      E' urgente che la visita del Vescovo serva a convocare i giovani per aiutarli a prendere coscienza delle loro potenzialità e a sostenerli perché si assumano le proprie responsabilità tanto nella Chiesa che nella società mediante scelte di precisi servizi. Allo stesso modo, i beni ecclesiastici vanno amministrati con norme comuni a cui tutti i parroci e i relativi organismi sono tenuti a fare fedele riferimento.


Metodologia
1.   Entro dicembre 2002, il Vescovo incontra i parroci della Zona Pastorale di Capo d’Orlando per la presentazione degli obiettivi della Visita Pastorale e per definire il calendario della stessa
2.      Entro marzo 2003, il Vescovo e il Responsabile per la Pastorale incontrano a parte parroco ed Epap (sono ammessi anche altri operatori pastorali) di ciascuna parrocchia per preparare nei dettagli la Visita Pastorale
3.      Almeno trenta giorni prima della Visita Pastorale del Vescovo la competente Commissione avrà dovuto adempiere la “visita ad res”
4.      Il 18 gennaio 2003, verrà aperta ufficialmente la Visita Pastorale per la Zona di Capo d’Orlando con una solenne concelebrazione presieduta dal Vescovo a cui prenderanno parte i presbiteri e gli operatori pastorali della Zona
5.      Entro gennaio, il Vescovo, inizia la visita ad ogni Parrocchia; essa avrà la durata dai due ai sette giorni o più, secondo la dimensione della parrocchia.

Nota: Le modalità specifiche e i dettagli della Visita Pastorale sono descritti nell’apposita guida che verrà consegnata ad ogni parrocchia in largo anticipo.


EDAP = Equipe Diocesana di Animazione Pastorale
EPAP = Equipe Parrocchiale di Animazione Pastorale
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