La
testimonianza e l’attività degli Apostoli e dei primi credenti, muove
dallo scandalo della croce del Signore Gesù, che nessuno poté accusare
di peccato ma che finì insultato da chi gli urlava di scendere dalla
croce per salvare almeno se stesso.
Questa testimonianza è resa magistralmente da Paolo: «poiché il mondo,
con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a lui, nel
suo sapiente disegno, salvare i credenti con la stoltezza della
predicazione. E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la
sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei,
stoltezza per i pagani; ma per tutti i chiamati, predichiamo Cristo
potenza e sapienza di Dio» (1Cor 1,21-25).
La Chiesa, ben consapevole di non avere altro da proporre a rimedio dei
mali, a fondamento della speranza, come sostanza dei progetti, predica e
sempre predicherà Cristo Crocifisso.
In tanti modi che vanno dall’esperienza dei santi alla predicazione
propriamente detta, dai saggi teologici ai pii esercizi, alle arti.
Qui presento le riflessioni messe insieme da persone di varia sensibilità
ma tutte pensose dinanzi al dramma del Golgota per il pio esercizio della
Via Crucis.
Per queste persone la mia ammirazione e il mio più cordiale grazie.
Per quanti poi vorranno farsi condurre dalle riflessioni qui proposte, il
mio augurio è che arrivino a sentire propria, qui e oggi, la calda
professione di Paolo: «Dio non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha
dato per tutti noi» (Rm 8,32); questi «mi ha amato e ha dato se stesso
per me» (Gal 2,20), «spogliò se stesso assumendo la condizione di
servo, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil
2,7-8).
Non per un fatto estetico-sentimentale ma per condividere l’esortazione
di Pietro: «è una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni,
soffrendo ingiustamente; che gloria sarebbe infatti sopportare il castigo
se avete mancato? Ma se facendo il bene sopporterete con pazienza la
sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati
chiamati, poiché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio,
perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò
inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e
soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che
giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul
legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per
la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti» (1Pt 2,19-25).
Con la mia benedizione.
Patti, Quaresima del 2003
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