Gesù, dopo essere stato
flagellato, è costretto a portare la croce verso il Golgota per esservi
crocifisso: non ce la fa e cade oppresso. Attorno a lui c'è il popolo che
pochi giorni prima l’aveva acclamato festante, al suo ingresso in
Gerusalemme. Gesù è bocconi a terra, sotto la sferza degli aguzzini, ma
nessuno protesta, nessuno gli porge aiuto, nessuno si fa avanti a
liberarlo. Solo indifferenza e scherno.
Noi non siamo abituati all’immagine di Gesù che cade, di Gesù che ha
bisogno del nostro aiuto; preferiamo Gesù potente e miracoloso, Gesù che
dice al paralitico: «Alzati
e cammina» e a Lazzaro: «Vieni
fuori».
Se, invece, considerassimo la sua fragilità umana oltre che la sua
potenza divina, se avessimo sempre davanti agli occhi Gesù che cade sotto
il peso della croce, capiremmo il messaggio che ci comunica la sua caduta
e vedremmo in quella croce le croci del nostro tempo.
Croci pesanti: la povertà, l’emarginazione, il terrorismo, i disagi e
le sofferenze degli immigrati, l’angoscia dei bambini che muoiono di
fame, la disperazione dei licenziati, l’avvilimento di quelli che non
trovano lavoro, il grido di quanti sono oppressi da insopportabili
ingiustizie. E la croce più dolorosa e più scandalosa: la guerra.
Non fermiamoci, quindi, all’indignazione per l’indifferenza del popolo
dinanzi alle sofferenze di Gesù, ma cerchiamo di cogliere noi, oggi,
l’occasione di sollevare la croce di Gesù aiutando i nostri fratelli.
Egli stesso si è paragonato agli ultimi della società, ammonendo che
qualunque cosa avessimo fatta a loro, l’avremmo fatta a lui.
Oggi il mondo globalizzato si polarizza intorno a pochi grandi poteri ai
quali deleghiamo ogni decisione; preferiamo chiuderci in noi, cercando di
godere dei vantaggi che comporta l’essere nati in una società opulenta.
Dobbiamo, invece, respingere questa logica egoistica e capovolgere i falsi
valori a partire da noi stessi.
Nella vita di Gesù il punto chiave, il centro in cui tutto ciò appare
con la massima forza è la croce. Essa rappresentava la più grande
infamia e la peggiore abiezione. Eppure Gesù l’ha abbracciata con
generosità e senza vergogna!
Ti preghiamo, o Signore, di darci il coraggio di prendere con serietà la
tua debolezza e di scoprire il mistero che essa racchiude.
Ti preghiamo di farci vedere anche le croci dei nostri fratelli e di darci
la forza di rialzare noi stessi e loro dopo ogni caduta.
Ti preghiamo, o Signore, di aiutarci ad essere pietra angolare e segno
vitale di contraddizione in questa società dominata dall’egoismo e
drammaticamente segnata dalle guerre.
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