Maria,
hai già saputo? Ti hanno detto di Tuo figlio, condannato ingiustamente a
morire sulla croce?
Sei immediatamente corsa da Lui e lo hai incontrato sulla via del
Calvario. Che scena straziante! Gesù portava la croce sulle spalle
piagate e aveva il capo lacerato da una corona di spine. Il suo volto era
rigato di sangue e sconquassato dal dolore. Le carni erano martoriate,
torturate, ridotte a brandelli dai feroci, spietati carnefici.
Tu, Madre, vedendo tuo Figlio condannato a tanto supplizio, sei stata
sopraffatta dal dolore e ti sei abbandonata a un pianto sconsolato. La via
della croce ha angosciato Gesù più della sua stessa morte, perché Egli
sapeva che avrebbe spezzato il tuo cuore, o Maria. La sua passione è
stata anche la Tua passione.
Le Sue sofferenze sono state le tue sofferenze. Tu, Madre, conoscevi da
tempo il suo destino e l’eco del presagio di Simeone affiorava nella tua
mente con ostinata luttuosa tenacia.
I peccati degli uomini hanno provocato questo tormento straziante e
inconsolabile in te. I nostri errori hanno trafitto il corpo di Gesù e il
tuo cuore, o Maria! Ma questo è il prezzo che ha dovuto pagare tuo Figlio
per realizzare il suo progetto di redenzione del mondo: portare la luce
dove essa mancava e portarla con la sua morte.
Maria, tu che da Madre hai sperimentato un dolore tanto grande, tu che hai
sopportato e affrontato pene e sofferenze inenarrabili, insegnaci a
sostenere i disagi e i fallimenti di ogni giorno.
Nel mondo di oggi c’è tanta confusione. Ci sono guerre, dolore,
miseria. C’è indifferenza, egoismo, odio, fame. C’è violenza,
razzismo, schiavitù.
Non si ha rispetto, o Maria, né di sé né degli altri; né del padre né
della madre; né del fratello né dell’amico. Non si ha più
considerazione della vita, dono grande e prezioso che il Padre ha voluto
farci senza che lo meritassimo. Non si ha più attenzione né per il
connazionale né per l’estraneo, né per chi si conosce né per chi non
si conosce, né per chi è bianco né per chi è nero.
Vergine e Madre, quanti figli, crocifissi sui pali e sui tralicci,
sbrindellati dai carri armati e dalle mine, continui a incontrare sugli
infiniti sentieri che portano al Calvario, in questo mondo governato dai
discendenti di Caino e di Erode, di Pilato e di Caifa, dei sommi sacerdoti
e degli anziani del popolo.
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