Sappiamo
che ai tempi di Gesù la Palestina era sotto la dominazione romana.
Pertanto, secondo il diritto romano, il rappresentante imperiale, in
questo caso Erode, aveva il potere di mandare a morte.
Gesù, catturato dai suoi stessi compatrioti, venne sì portato davanti al
Sinedrio, che aveva il potere di giudicare gli abitanti della Giudea, ma
non poteva condannare a morte senza l’autorizzazione del potere romano,
rappresentato dal procuratore Ponzio Pilato. Pertanto, come abbiamo
sentito dalla lettura del testo di Luca, i Giudei presero Gesù e lo
condannarono alla flagellazione. Era questa una pena molto comune
nell’antichità, ed anche molto dolorosa. I flagelli spesso erano
formati da strisce di cuoio che avevano in fondo chiodi o pezzetti di
piombo; percuotendo, portavano via brandelli di carne dal corpo del
condannato. Gesù, dunque, condannato alla flagellazione dagli stessi
Giudei; non dimentichiamo che Gesù, nato dalla stirpe di Davide, era
ebreo e, come tale, doveva essere giudicato dal tribunale giudaico.
L’evangelista racconta ancora altri particolari raccapriccianti: Gesù
venne bendato, schiaffeggiato, coperto di sputi; gli chiedevano di
indovinare chi l’aveva percosso. E’ questo il primo momento di quella
via dolorosa che avrebbe portato Gesù al Calvario. I flagellanti erano
stati spesso anche loro flagellati e, quindi, il ricordo di ciò che
avevano sofferto ed il piacere di poter essere protagonisti flagellando un
altro, colpevole o meno poco importava, li faceva essere particolarmente
crudeli verso il malcapitato che non poteva difendersi. Gesù, infatti,
mentre gli facevano tutto questo era legato alla colonna; quindi non era,
seppure lo avesse voluto, nella possibilità di fuggire o difendersi.
Tanto più dolorosa era la flagellazione, perché fatta contro un
innocente e, in secondo luogo, perché chi lo percuoteva era forse un
ebreo come Gesù.
La vendetta domina sovrana in questo racconto, anche se impercettibile ad
una lettura affrettata. Forse qualche volta anche noi siamo stati
ingiustamente flagellati, con parole o fatti, per saziare la giustizia
sommaria di cui sembra che tutti abbiamo bisogno. Tra i flagellatori di
Gesù ci siamo anche noi, con la nostra indifferenza, con la nostra
incapacità di difendere i più deboli; anzi, addirittura scappiamo dopo
aver fatto male al nostro prossimo. Non sappiamo, né tanto meno ci
interessa sapere, i nomi di coloro che hanno flagellato Gesù. Dobbiamo
però sapere che, con il nostro comportamento, stiamo flagellando il
fratello e cioè Gesù stesso. |