Quarta Stazione

Gesù porta la croce



Dal Vangelo
secondo Giovanni (19, 17)

Allora le guardie 
presero Gesù
e lo fecero andare
fuori dalla città,
costringendolo a portare la croce
sulle spalle.

Riflessione

La punizione della crocifissione era riservata ai colpevoli più terribili e più pericolosi. Gesù viene caricato della croce da portare sulle spalle per vie strette, fino al Golgota, una piccola altura fuori Gerusalemme. La croce è un segno evidente della colpevolezza del condannato. Morire in croce significava anzitutto perdita di ogni umana dignità.
E c’è da chiedersi: perché Gesù ebbe questa condanna?

Gesù aveva parlato alla folla pubblicamente, aveva raccontato parabole preziose per comprendere quale fosse il suo Regno e la sua carità. Ma, come dice Giovanni nel prologo del suo Vangelo, “Egli era nel mondo, il mondo è stato fatto per mezzo di Lui, ma il mondo non lo ha riconosciuto”.
In effetti come credere che un uomo così umile, seguito da persone umili come Lui e in cerca di salvezza, potesse essere il Messia? Persone in cerca di salvezza come potevano capire le sue stesse parole: “Io sono la Via, la Verità e la Vita? “ Anche noi abbiamo difficoltà a capire che Tu, o Gesù, sei Via, Verità e Vita.

Non lasciarci soli, o Gesù, nel momento in cui dobbiamo testimoniare la fede in Te e la tua salvezza. La via dolorosa che percorri per noi possa essere anche la nostra via: nella sofferenza e nel dolore fa che ti riconosciamo come  Maestro di vita e che, attraverso l’umana impotenza, impariamo che tutto  è possibile a Dio.
Fa' che anche noi, caricati di croci più o meno visibili agli altri, più o meno comprensibili, possiamo accettare il tuo comandamento d’amore, essendo uniti a Te tanto nella via dolorosa quanto nella tua resurrezione.

Quinta Stazione

 

 

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