Il colle del Tindari con vista sui laghetti di Marinello

Lettera
alle Famiglie


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Camminiamo insieme, pur con i nostri limiti

Carissimi,
si riparte! Ho consegnato ai vostri parroci il programma pastorale per l'anno 2001-2002 e le mete da raggiungere.
Forse alcuni, di fronte a questo programma, avranno pensato e detto: "Come possiamo realizzare tutto questo? Mancano preti e collaboratori... qui ci vuole gente preparata... che non c'è! E' impossibile!".
Rassicuratevi! Camminiamo insieme e tutto sarà possibile, perché se stiamo insieme con noi c'è il Signore. E con Lui tra noi perfino i nostri limiti diventeranno forza.
Coraggio! Sulla parola del Signore, prendiamo ancora il largo!

Ignazio Zambito
Vescovo

Aiutiamo la vita, per entrare nella vita

Carissimi,
facendo la tradizionale visita alle tombe dei vostri cari, quest’anno fatevi questa domanda: la nostra vita ha una fine o un fine?
Il Signore ci ha rivelato con la sua risurrezione che la morte è stata vinta, quindi la vita non finisce in una tomba, ma è custodita nel grembo di Dio fino al giorno della risurrezione.
Se le cose stanno così, la vita, ogni vita ha un valore infinito e quindi va rispettata e aiutata sempre e con ogni mezzo.
Solo chi apprezza e sostiene la vita acquisterà il diritto di godere la pienezza della vita al cospetto di Dio per tutta l’eternità.
Vi benedico.

Ignazio Zambito
Vescovo

Dio in Gesù si comunica: e noi?

Carissimi,
"Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti… in questi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio".
In queste poche parole della Lettera agli Ebrei è descritto il mistero del Natale.
Dio non solo comunica, parla, con noi, ma "si comunica", si avvicina a noi, si fa conoscere, ci fa fare l’esperienza dell’amore che passa tra Padre, Figlio e Spirito Santo.
Natale non è solo poesia e tanto meno festa del consumo, ma esperienza del dono della comunicazione fraterna. Dio ha cominciato, adesso tocca a noi.
Affrettiamoci, perché il mondo in questa ora così tragica invoca segni e testimonianze di dialogo e solidarietà sperimentati. Buon Natale e pace agli uomini che Dio ama!
Vi benedico.

Ignazio Zambito
Vescovo

Non cè pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono

Carissimi,
volentieri prendo in prestito le parole del Papa dal suo ultimo messaggio per la giornata della pace per presentarvi gli auguri per il nuovo anno.
I drammatici eventi del settembre scorso ci hanno posto nuovi interrogativi circa il modo di agire.
La prima reazione è stata guidata dai fattori emotivi che hanno rivelato il nostro vero modo di pensare. Oggi dobbiamo operare delle svolte significative. Mi auguro e vi auguro che presto impariamo a coniugare giustizia e perdono.
E' possibile?
Sì, perché il perdono non si oppone alla giustizia, ma al rancore e alla vendetta. Quando ci saremo convinti di questo, avremo messo delle basi sicure per una pace vera e duratura a tutti i livelli.
Auguri di Buon Anno!.

Ignazio Zambito
Vescovo

Giovani e Adulti: vitalità e saggezza

Carissimi,
il battesimo ci ha costituiti un’unica famiglia. Questo vuol dire che le ordinarie relazioni che intercorrono tra noi non sono fondate solo sul grado dei vincoli del sangue o degli interessi, ma in modo particolare sulla comune fede.
Non è un fatto da poco se Gesù stesso di fronte alla madre e ai familiari che lo cercavano disse: "Mia madre e mio fratello è chiunque fa la volontà del Padre mio".
Tutti abbiamo fatto esperienza di quanto sia difficile mantenere sereni certi rapporti nel parentado, negli affari e soprattutto tra giovani e adulti.
Se saremo capaci di intrecciare una rete di relazioni di fede, speranza e carità, anche i rapporti più difficili si armonizzeranno e completeranno reciprocamente.
Vi benedico.

Ignazio Zambito
Vescovo

Nel perdono ci edifichiamo come popolo

Carissimi,
la società umana per crescere ha bisogno di tante cose, ma per essere matura deve imparare a perdonare. So bene che questo è molto difficile e a volte ci sembra che non sia neanche giusto perdonare.
Per questo non voglio dirvi parole su questo indispensabile valore, ma invitarvi a pregare con la Chiesa così:
"Signore, tu manifesti la tua onnipotenza soprattutto nella grazia del perdono. Riconosciamo il tuo amore di Padre quando pieghi la durezza dell’uomo, lo rendi disponibile alla riconciliazione. Con la forza dello Spirito tu agisci nell’intimo dei cuori, perché i nemici si aprano al dialogo, gli avversari si stringano la mano e i popoli si incontrino nella concordia. Per tuo dono, o Padre, la ricerca sincera della pace estingue le contese, l’amore vince l’odio e la vendetta è disarmata dal perdono".
Buona Pasqua a tutti!

Ignazio Zambito
Vescovo

Nella benevolenza siamo famiglia

Carissimi,
Cristo risorto è l’annuncio della vittoria della vita sulla morte, del positivo sul negativo.
A vedere il negativo che c’è negli altri non ci vuole molto, ma questo non è costruttivo.
Valorizzare il positivo che si trova in ogni persona è sempre segno di maturità ed è un modo concreto di rinsaldare le relazioni di amicizia a partire da quelle della famiglia.
In questo consiste la benevolenza, che è dono di Dio e impegno nostro.
La benedizione che in questi giorni riceverete sia apportatrice di benevolenza reciproca nella vostra famiglia e nella vostra comunità.
Ancora buona Pasqua di vero cuore.

Ignazio Zambito
Vescovo

Il bene di tutti dipende da te e da me

Carissimi,
avere una famiglia è uno dei più grandi doni che con la vita abbiamo ricevuto. Non è da meno che la famiglia sia dentro una comunità più ampia. Senza questi due spazi la vita sarebbe impossibile.
Questo vuol dire che salvaguardare e promuovere la famiglia e la comunità diventa un imperativo per tutti e per ciascuno.
Chiunque, responsabilmente, si adopera per il bene comune facendo la propria parte, certamente contribuisce a rendere più dignitosa l’esistenza umana e, di conseguenza, a seminare la speranza in questa epoca storica.
Non aspettate che siano gli altri a fare: se ognuno inizia, tutti, prima o poi, ci incontreremo sulla strada del bene comune, l’unica che, frutto di corresponsabilità, può garantire il futuro alle nuove generazioni.
Maria vi assista e vi sia di modello, mentre vi benedico di cuore.

Ignazio Zambito
Vescovo

Avevo fame e sete... e tu lo hai fatto a me

Carissimi,
chi condivide con i fratelli il Pane Eucaristico deve anche condividere il pane della mensa.
La comunione eucaristica non è un atto di devozione intimistica, ma il segno di un amore condiviso che, sgorgato dal cuore di Cristo, si è riversato nei nostri cuori per dare consolazione e dignità ad ogni persona, a partire dalla più povera.
In ogni parrocchia in questi giorni si sta celebrando la Messa di Prima Comunione: mi auguro che ogni famiglia abbia deciso di fare la festa della carità e non del consumismo. Altrimenti non sarebbe festa, ma offesa alla dignità umana.
Vi benedico di cuore.

Ignazio Zambito
Vescovo

Ottobre 2002

Gesù è tra noi: accogliamolo e seguiamolo

Carissimi,
iniziamo il nuovo anno pastorale con due domande.
Come si chiama Dio? Il Vangelo, confermando ciò che aveva detto il profeta Isaia, ci dice che Dio si chiama "Emanuele", cioè "Dio in mezzo a noi".
Come possiamo riconoscere "Dio in mezzo a noi"?
La Bibbia è una lunga testimonianza di come Dio ha accompagnato il popolo eletto nella sua storia - partendo da Abramo, Mosé, i Re, i Profeti... - facendosi riconoscere attraverso particolari segni. Ma è in Gesù, il suo Figlio fatto uomo, che abbiamo la certezza della sua presenza, che, però, dobbiamo sempre imparare a conoscere e riconoscere. Egli sta in mezzo a noi non da padrone, ma da amico che chiede di essere accolto: nella Parola di Dio, nell'Eucaristia e i sacramenti, nella Chiesa, nei fratelli, specialmente i più poveri, in coloro che egli chiama a svolgere grandi e piccoli servi nella comunità, in coloro che ci chiamano a collaborare per la crescita del Regno di Dio...
Egli sta alla porta e bussa: sa che chi lo ama lo riconoscerà qualunque sia il suo aspetto.
Nel corso di quest'anno alcuni di voi saranno invitati a svolgere particolari compiti in vista di un rinnovamento delle parrocchie e, di conseguenza, della stessa diocesi. Alcuni di questi compiti li conoscete già, altri saranno completamente nuovi e perciò richiederanno un particolare impegno, prima per comprenderli bene e poi per attuarli altrettanto bene. So che chi verrà chiamato ha già tanti altri impegni da assolvere e che la risposta istintiva è di mettersi da parte.
A costoro dico: attenti! Pensateci bene prima di dare un risposta. Pensare bene vuol dire darsi un tempo adeguato per pregare, chiedere consiglio e ascoltare il cuore, dove la voce di Dio si fa sentire.
L'invito che riceverete non sarà la richiesta di una semplice cortesia da fare al parroco o alla comunità, ma la chiamata che potrebbe cambiare la vostra vita, perché potrebbe essere il luogo e il modo scelto da Dio per chiedere di entrare nel vostro cuore, nella vostra casa, nella vostra famiglia, nella vostra comunità.
Fratelli e figli carissimi, io sento che il Signore è pronto a fare grandi cose per noi e con noi. Non deludiamolo facendo mancare la nostra risposta o dando mezze risposte. Imitiamo Maria, la nostra Mamma, che di fronte alla chiamata di Dio rispose subito: "Eccomi! Tutto si compia in me secondo la tua parola!", non preoccupandosi della sua fragilità perché sicura di avere Dio a fianco. 
Auguro a me e a voi un'entusiasmante ripresa del cammino da fare secondo il cuore di Dio.

Ignazio Vescovo

Novembre 2002

Ogni gesto d'amore è un ponte con l'eternità

Carissimi,
vorrei chiedervi: davanti alle tombe dei defunti i vostri pensieri sono volti al passato o al futuro? Il vostro cuore si carica di tristezza o di speranza?
Vi do la mia risposta con un'immagine: quando il cielo è nuvoloso, io il sole non lo vedo, ma so che c'è, altrimenti non vedrei neanche le nuvole. Sapendo che il sole c'è io programmo e vivo la giornata come sempre: il sole con i suoi raggi sfonderà le nuvole e si farà rivedere.
La morte è come il cielo nuvoloso, i gesti d'amore sono come i raggi della vita, capaci di abbattere il muro della morte. I defunti che su questa terra hanno amato sono ancora vivi: sono i santi.
Davanti alle tombe i miei pensieri si ricaricano di speranza nel futuro e il mio cuore si dispone a produrre raggi di carità.
Vi benedico.

Ignazio Vescovo

Dicembre 2002

Maria dà alla luce Gesù e lo depone nel cuore di...

Carissimi,
il Natale ogni anno ci ricorda che Dio ci viene sempre incontro.
Maria e Giuseppe bussarono inutilmente alle porte delle case di Betlemme.
Pensate, se qualcuno li avesse accolti, oggi la sua casa sarebbe la più famosa del mondo. Maria e Giuseppe stavano portando Gesù, ma nessuno lo ha riconosciuto.
"Io sto alla porta e busso!" dice ancora oggi Gesù.
E noi lo sentiamo? Lo sappiamo vedere e riconoscere?
Mi auguro che nessuno di voi pensi che Egli non ci sia perché la polvere sollevata dagli attentati, dalle minacce di guerra e dalle catastrofi ha annebbiato i vostri occhi a tal punto da non vederlo nell'amore esploso proprio dentro questi stessi avvenimenti nell'opera di tanti volontari pronti a sacrificare tutto pur di dare sollievo a qualcuno. Ogni gesto d'amore è una porta che si apre per far entrare Gesù e farlo conoscere a tutti!
Buon Natale, fratelli! Maria venga a portare Gesù nella vostra casa e voi possiate riconoscerlo.
Vi benedico.

Ignazio Vescovo

Gennaio 2003

Tutti uniti per il bene di tutti!

Carissimi,
vi giunga il mio più cordiale augurio per l’anno 2003: il Signore elargisca abbondanti benedizioni su ogni famiglia, su ogni malato, su ogni bambino, su ogni anziano, su ogni giovane, su ogni persona di buona volontà.

Il 2003 sarà un anno molto importante per la nostra diocesi, un anno di grande impegno di collaborazione per preparare un’esperienza di fede e di comunione ecclesiale che chiameremo “Settimana della Fraternità” da vivere l’anno prossimo.

A molti verrà chiesto di offrire una qualche collaborazione: nessuno si tiri indietro, ognuno offra il poco che sa e può fare. Credetemi: mettendo insieme il poco di ciascuno faremo molto per tutti! Credo che sia giunto il tempo di dare meno deleghe e assumere più direttamente le responsabilità.

Buon Anno! Buona crescita nella corresponsabilità!

Ignazio Vescovo

Febbraio 2003

Fai comunità se dialoghi nella verità

Carissimi,
i profondi cambiamenti a cui assistiamo nella società, nella Chiesa, nelle famiglie, ci fanno sorgere spontanea la domanda: "Ma dove andremo a finire? Come sarà il mondo di domani?"
La risposta è semplice e difficile allo stesso tempo: il mondo di domani sarà come lo costruiamo noi, oggi!
Ho detto "noi": è impensabile, infatti, che delle persone singole possano cambiare il mondo. O ci si mette insieme, o non succederà nulla.
E come potremo fare?
Dialogando, sempre, senza arrendersi di fronte agli inevitabili e momentanei fallimenti e cercando sempre la verità.
La verità è la garanzia del dialogo e, quindi, dell'incontro e dell'unità. anche se tutto questo apparirà come una strada in salita.
Che vuole dire verità? La verità non è un'idea, ma una persona: Gesù. E' Lui l'unico che ci manifesta il vero senso della vita umana e del mondo. Quindi chi vuole fare qualcosa per cambiare il mondo deve dialogare con tutti, ma sempre alla presenza di Gesù, la Verità.
Vi benedico.

Ignazio Vescovo

Marzo 2003

Nel perdono di Dio la via della pace

Carissimi,
la Provvidenza divina ci concede di vivere anche la Quaresima dell'anno 2003.
Cos'è la Quaresima?
Rispondo con una immagine: la Quaresima è una grande mano, quella di Dio, aperta e protesa in segno di pace. Egli, la parte offesa, ci viene incontro e ci offre il suo perdono, perché sa che se stiamo lontani da Lui non riusciremo ad avere pace nel cuore e, di conseguenza, non avremo pace in famiglia, nel vicinato e nel mondo intero.
La Quaresima, allora, è anche un'altra mano, la nostra, che si protende verso quella di Dio, disposta ad accogliere il perdono del Padre e a cercare, a sua volta, la mani dei fratelli per offrire loro il segno della riconciliazione.
"Lasciatevi riconciliare con Dio!", ci grida San Paolo.
In questa Quaresima fate una buona confessione, vi supplico io, e la nostra Chiesa diverrà il giardino dove fiorisce la pace.
Vi benedico.

Ignazio Vescovo

Aprile 2003

Pasqua: il Signore vive in noi per sempre

Carissimi,
il cuore dell'anno per noi cristiani è la Pasqua, che comprende la celebrazione della Messa della Cena del Signore, il Giovedì Santo, la Liturgia della Croce, il Venerdì Santo, e la solenne Veglia della notte di Pasqua, che culmina nell'annuncio della Risurrezione di Gesù.
Perché la Pasqua è al centro dell'anno?
Perché essa compie la nostra salvezza e realizza la possibilità della piena comunione con la vita di Dio. Non una volta per sempre, ma giorno dopo giorno. E' nel Battesimo, infatti, che inizia la nostra esperienza pasquale e nell'Eucaristia la sua crescita fino al pieno compimento.
La nostra Pasqua, se celebrata e vissuta bene, è l'esperienza più forte dell'unione con Dio, come ha detto Gesù: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui".
Cosa si perdono coloro che non si accostano all'Eucaristia!
Buona Pasqua, fratelli carissimi, nella piena comunione con Dio nell'Eucaristia.
Vi benedico.

Ignazio Vescovo

Maggio 2003

Con Maria ascoltiamo insieme Gesù

Carissimi,
alla donna che gridò “Beato il grembo che ti ha generato”, Gesù rispose: “Beati sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica”.
Con queste parole Gesù afferma che Lui non chiede solo un corpo che lo generi, ma cuori che, come Maria, accolgano e testimonino l’amore del Padre celeste. Non c’è altro modo di essere “familiari” di Gesù e sua Chiesa.
Ancora oggi Gesù, attraverso le domande che la gente, in modo inatteso e a volte strano, pone su Dio, chiede a noi la stessa cosa. Il mondo, infatti, ha bisogno di vedere e sentire la presenza e l’amore di Dio nelle parole e nei gesti di noi cristiani.
Per il mese di Maggio vi suggerisco di mettervi insieme a gruppi e, pregando il rosario, ascoltate e meditate brani del Vangelo. È un modo concreto di crescere nella beatitudine di Maria insieme a Maria. La Parola di Dio porta sempre frutti nuovi.
Vi benedico.

Ignazio Vescovo

Giugno 2003

Eucaristia: comunicazione di Dio per la comunione con noi

Carissimi,
la comunicazione, insieme all’amore, sta alla base di ogni famiglia che intende essere tale e crescere come tale.
Questa regola vale anche per la famiglia della Chiesa. Gesù, infatti, nell’ultima cena, dopo avere benedetto il pane e il vino, disse: “Fate questo in memoria di me”. Cioè: ogni volta che celebrerete l’Eucaristia narrate, comunicate l’esperienza d’amore che Dio ha realizzato con voi.
La Liturgia della Parola altro non è che questa comunicazione incessante dell’opera di Dio verso di noi. Bisogna, in certo senso, che essa sia completata con la comunicazione delle varie esperienze di ciascuno di noi. La migliore lode a Dio e il più grande servizio alla fede dei fratelli, in fondo, consiste nel narrare quanto il Signore ha fatto per noi, in noi e con noi .
Perché non provate a solennizzare il Corpus Domini così?
Vi benedico.

Ignazio Vescovo

Ottobre 2003

Credi! Vivi! Celebra! Insieme!

Carissimi,
la comunicazione,all’inizio di questo nuovo anno pastorale vi giunga ogni grazia e benedizione da Parte di Dio Padre, che volentieri invoco ogni giorno per voi.
In questi anni di ministero episcopale in mezzo a voi è andato maturando nel mio cuore un sogno: le parrocchie della diocesi di Patti si adoperano con ogni mezzo e con nuove iniziative per stabilire rapporti di fraternità in nome dell’unico battesimo e con la forza della fede e della carità.
Sento che questo sogno comincia a diventare realtà.
Per questa ragione ritengo che questo sarà un anno carico di speranza, anche se non mancheranno tribolazioni.
Vi chiedo paternamente di unirvi a me in questo sogno accompagnandomi con la preghiera e in questa speranza accettando di offrire la collaborazione che vi verrà chiesta.
Il Signore vi ricompensi fin da adesso, mentre di cuore vi benedico.

Ignazio Vescovo

Novembre 2003

Coi piedi sulla terra... Insieme verso il cielo

Carissimi,
il mese di Novembre si apre con due commemorazioni liturgiche molto care alla coscienza e alla sensibilità di tutti noi: la solennità di tutti i Santi e la commemorazione dei fedeli defunti.
Con esse la Chiesa ci viene a ricordare che la nostra vera e definitiva vocazione è il cielo, la santità, la piena ed eterna comunione con Dio e, in Lui, con tutti gli uomini.
Temo, però, che la santità non sia ben compresa da tutti: la maggior parte della gente è convinta che essa sia un privilegio di pochissimi, i quali per farsi santi devono estraniarsi dal mondo. Niente di più falso!
Conoscete un santo che mentre desiderava ardentemente di giungere quanto prima alla patria celeste non si sia dedicato con tutte le forse a vivere la sua vita intensamente servendo con amore i fratelli o mediante l'apostolato o mediante la preghiera? Non illudiamoci: la via che porta al cielo è quella che passa per le strade dell'amore sulla terra da percorrere insieme.
Di cuore vi benedico.

Ignazio Vescovo

Dicembre 2003

Nelle attese dell'umanità... lì c'è Dio

Carissimi,
i pastori e i Magi, pur avendo avuto un annunzio straordinario, quando giunsero davanti a Gesù trovarono un bambino come tutti gli altri bambini.
Non aveva niente di straordinario.
Eppure in quel bambino essi riconobbero il Messia.
Per noi questo è un messaggio da tenere sempre presente: Dio ha scelto di essere in mezzo a noi non nella straordinarietà, ma nell’ordinarietà… dell’amore!
Sì, fratelli e sorelle, Dio è presente in mezzo a noi perché ci ama di amore divino. Noi possiamo vederlo? Sì!
A condizione che lo cerchiamo con gli occhi dell’amore.
Solo l’occhio di chi ama sa riconoscere l’amato ovunque sia nascosto perché ne conosce i segni distintivi.
Vi auguro che in questo Natale, dopo avere riconosciuto nella liturgia e nel presepe Dio presente tra noi, l’Emmanuele, lo possiate riconoscere anche nella vita vostra e di tutta l’umanità.
Buon Natale!

Ignazio Vescovo


Febbraio 2004

Popolo di Dio, racconta la tua fede!

Carissimi,
la Chiesa, quella composta da tutti noi battezzati per intenderci, possiede un grande bagaglio: la fede in Gesù Cristo!

Tesoro preziosissimo che ce l’ha trasmesso la generazione che ci ha preceduto, la quale, a sua volta, l’ha avuto in eredità da quella precedente. E così per tutte le altre generazioni fino ad arrivare a quella degli apostoli.

Questo passaggio della fede è stato sempre assistito dallo Spirito Santo, che ne ha garantito contemporaneamente l’incar-nazione nelle singole popolazioni della terra senza che perdesse freschezza e genuinità originaria, quella voluta da Gesù.

Adesso tocca a noi consegnare questa preziosa eredità!

Non lasciamoci ingannare da chi dice che la fede sia un fatto privato. La fede è un bene e un diritto dell’umanità, perché essa è il fondamento più solido per la crescita della speranza, la solidarietà, la fraternità e la pace. Ci sono beni più grandi?

Non perdete occasione per narrare la vostra fede nel Signore: sarà il più alto atto d’amore che potete offrire all’uomo di oggi!

Vi benedico di cuore tutti.

+ Ignazio Vescovo


Marzo 2004

Perdona! Cresce la comunità!

Carissimi,
Ogni anno puntualmente ritorna la Quaresima e con essa l’incessante invito della Chiesa alla conversione per celebrare in modo autentico e fruttuoso la Pasqua. Non solo quella del prossimo Aprile, ma soprattutto la Pasqua definitiva, quando celebreremo l’incontro con Dio Padre nella gloria di Gesù, Maria e tutti i santi.
Così la Quaresima, come gli altri periodi particolari dell’anno liturgico, non restano chiusi nel breve periodo che il calendario assegna loro, ma sono il segno e la memoria di ciò che ogni battezzato e la comunità ecclesiale devono cercare di vivere e testimoniare ogni giorno in modo crescente.
Questo mese siamo invitati a crescere nella capacità di perdono per rafforzare i legami nella comunità. Non deve mancare l’impegno personale in questo senso. Ma non è sufficiente.
Abbiamo l’obbligo, infatti, di creare insieme le condizioni perché comunitariamente accogliamo e trasmettiamo questo preziosissimo dono. La "Settimana della Fraternità", alla quale insieme ci stiamo preparando, ci vuole proprio educare ad avere tutti la mentalità del perdono. L’unico modo per crescere come popolo di Dio. 
Non fermiamoci, quindi, e andiamo avanti insieme!
Vi benedico di cuore tutti.

+ Ignazio Vescovo


Aprile 2004

Io mi dono! La comunità vive!

Carissimi,
la Risurrezione di Gesù non è un fatto che riguarda solo Lui: è il Vangelo, cioè la Buona Notizia, per tutti noi!
Da quel mattino di Pasqua di duemila anni fa la risurrezione ha cominciato ad operare dentro la storia umana. Essa, infatti, non è qualcosa che avverrà solo alla fine del mondo, ma una gestazione che trasforma il mondo dal di dentro per liberarlo da quei lacci di morte che sono l’orgoglio, l’ingiustizia, la violenza, le barriere divisorie…:  sono tutti veleni che minacciano la vita dei popoli e delle persone.
Ma queste cose non ci sono ancora? Dov’è quindi la risurrezione? Nelle coscienze.
È vero che ancora nel mondo ci sono i segni della morte, ma è anche vero che in tutti  sta crescendo un grande senso di solidarietà, di amore per la giustizia e la pace, di rispetto per la natura.
Nella misura in cui ciascuno cresce e fa crescere in questi valori contribuisce alla risurrezione della comunità in cui vive e nella umanità intera.
Buona Pasqua!

+ Ignazio Vescovo


Maggio 2004

Il "sì" di Maria ora è il nostro "sì"

Carissimi,
un giorno Gesù, ad una donna che gridò “beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato”, rispose: “beati piuttosto quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica”.
Dicendo così Egli ha fatto l’elogio della vera grandezza di sua Madre ed ha indicato come entrare in quella beatitudine.
Il più alto grado di felicità che l’uomo può ottenere, infatti, è nel dire “sì” a Dio e alla sua volontà, alla maniera di Maria.
Dio per salvare l’umanità ha bisogno della nostra piena disponibilità, del nostro “sì” fattivo, pronto, gioioso, fiducioso, come un giorno chiese quello di Maria.
In questo mese di Maggio che la nostra devozione da sempre ha dedicato alla Madre del Signore e nostra si faccia più intensa la preghiera per chiederle di ottenerci non solo le grazie per le necessità del presente, ma in primo luogo la “grazia” di conoscere la volontà di Dio e di metterla in pratica. Anche io farò questa preghiera a nome di tutta la diocesi.
Di cuore tutti vi benedico.

+ Ignazio Vescovo


Giugno 2004

TANTE  MEMBRA, UN SOLO CORPO!

Carissimi,
anche se nel mondo siamo tantissimi, di razze e lingue diverse, la vera vocazione che ci portiamo dentro è l’unità.
Le diversità solo apparentemente ci dividono; solo quando prevale la logica egoistica esse sono un ostacolo all’unità.
Tutti, infatti, abbiamo bisogno gli uni degli altri. Nessun popolo al mondo, e tanto meno nessun uomo, può considerarsi autosufficiente. Ma la condizione di peccato fa sì che le differenze diventino motivo di contesa e, purtroppo, di guerre.
Gesù è venuto sulla terra per ripristinare lo stato di pace e di riconciliazione ed ha istituito il sacramento dell’Eucaristia perché noi, la sua Chiesa, celebrandola in sua memoria, ci facciamo ogni giorno segno, cioè esempio, e strumento, cioè mediatori, dell’unità con Dio e tra gli uomini.
Non possiamo venire meno a questa missione! Non possiamo lasciare che il mondo degradi sempre di più nelle divisioni che producono sofferenze e morte! Non usciamo mai dall’Eucaristia senza un chiaro impegno di fare ciascuno la propria parte, seppur piccola, per far crescere l’unità.
Di cuore tutti vi benedico.

+ Ignazio Vescovo


Estate 2004

COL POCO DI TUTTI CE N'E' PER TUTTI!

Carissimi,
so quanto ci tenete a fare una bella festa per il vostro Santo Patrono e con quanto impegno si prodigano i Comitati perché tutto riesca nel migliore dei modi. La cosa non mi dispiace.
Ma non posso non ricordare a me e a voi che se è cosa buona e giusta fare festa è anche vero che il senso profondo della festa cristiana non si ottiene se non è condita dalla carità.
Mi domando e vi domando: ci è lecito fare feste con grande impiego di denaro per cose superflue quando contemporaneamente nel nostro stesso ambiente c’è chi non sa come arrivare a fine mese? E nel mondo ogni giorno milioni di persone muoiono per fame? Siamo sicuri che le feste che facciamo siano gradite a Dio? O ci contentiamo che siano gradite agli uomini soltanto?
Mi potreste obiettare: è sufficiente gestire diversamente la festa per risolvere tali problemi?
Sì, vi rispondo, perché ciò che manca non sono le risorse, ma il cuore, lo sguardo, l’interesse del fratello verso il fratello. Il giorno in cui regnerà la civiltà dell’amore col poco di ciascuno sarà garantita la dignità di t
utti, e con essa la giustizia e la pace.
Di cuore tutti vi benedico.

+ Ignazio Vescovo

Ottobre 2004

TANTE MANI UN SOLO CUORE

Carissimi,
spero che questa mia lettera vi raggiunga pronti a riprendere con entusiasmo ed energia il nuovo anno pastorale per incamminarci tutti insieme nel compimento della volontà di Dio.
Siamo ormai nell’imminenza della Settimana della Fraternità, il grande evento al quale vi ho convocato e che voi, sospinti dalla fede battesimale, avete accettato di celebrare.
Dalle notizie ricevute sembra che saranno più di mille i Gruppi di Famiglie che si stanno formando in vista della Settimana della Fraternità.
Non potete immaginare quanto mi riempie di gioia questa notizia. In tutta la Diocesi ci saranno circa ventimila persone che si raduneranno nelle case per fraternizzare in nome di Gesù.
Ci può essere per me una notizia più bella? So che altri avrebbero voluto partecipare ma sono impediti. Sono certo che anche loro in qualche modo trarranno vantaggio e gioia da questa esperienza.
Non mi sfugge che siamo giunti a tanto grazie al lavoro costante e coraggioso di tanti di voi, che, in misura e modi diversi, avete collaborato per rendere possibile e bella questa festa della fraternità.
Siete stati le mie mani, i miei piedi, la mia voce per avvicinare ogni famiglia di questa Chiesa di Patti. Siete stati in tanti, tantissimi a collaborare.
Siete stati un solo cuore con me, un solo cuore con la Chiesa di Patti e nella Chiesa di Patti.
Mi auguro che sul vostro esempio altri, magari dopo l’esperienza della Settimana della Fraternità, manifestino la volontà di offrire anch’essi le proprie mani e la propria collaborazione per rendere più bella la nostra Chiesa e, soprattutto, per non far mancare a nessuno dei nostri fratelli i segni della fraternità in Cristo espressa negli innumerevoli servizi alla loro crescita nella fede e nella maturità umana.
Mentre resto in attesa di nuove e ancora più confortanti notizie, di cuore vi benedico tutti.

+ Ignazio Vescovo

 

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