III.
ACCANTO A VOI PER UNO "SPAZIO DI PROFEZIA POLITICA" ...
10.
La Diocesi vuole allora mettersi accanto a voi. Ma
per fare che cosa?
Abbiamo solo un’intuizione. Vogliamo chiarirla strada facendo con voi e
con quanti altri credono ancora all’importanza della politica, con la
“P” maiuscola.
Politica intesa come arte e passione per il bene comune, desiderio di
essere non spettatori
dell’andamento del mondo, ma protagonisti.
A che cosa pensiamo? La nostra intuizione è semplice, ma molto chiara: creare
come Chiesa “uno spazio diocesano di incontro”.
Uno spazio dove i credenti e le persone di buona volontà, assolutamente
al di là e al di sopra degli schieramenti
partitici, si uniscano in ragione di ciò che li unisce: la fede
in Dio e il servizio al bene dell’uomo.
E si ritrovino per condividere, in dialogo, informazioni, opinioni,
pensieri, riflessioni.
Nessuna pretesa di fissare conclusioni univoche ed obbligate.
Gente che stia insieme solo per la ricerca
del bene comune nel rispetto delle diverse possibili scelte concrete.
Sappiamo bene che nelle cose contingenti il bene ha sempre molteplici
espressioni.
11.
La Diocesi vuole essere accanto a voi per offrire uno spazio
di dialogo e di ricerca per tanta gente - e ce n’è - ancora sensibile
alle questioni importanti, al senso e alla qualità della convivenza
umana.
Vorremmo istituire una specie di “grande piazza” dove ci si possa
trovare per dare voce alla passione per la città umana, delineando
elementi e fermenti per progetti di pace e di giustizia.
Uno spazio di dialogo per mettere a fuoco, alla
luce del vangelo, la visione cristiana della storia e della
costruzione di un mondo migliore di quello attuale.
Uno spazio di formazione comune e di amicizia dove le parole e le opinioni
abbiano il loro significato, senza secondi fini legati a interessi e
clientele.
Uno spazio per pensare a voce
alta e, soprattutto, per ascoltarci con due orecchie e fare della parola
solo la rivelazione di ciò che pensiamo.
Uno spazio per esercitare
l’immaginazione sociale, indispensabile perché la Politica indichi
soluzioni all’altezza dei problemi che umiliano la sorte umana.
Uno spazio il cui criterio organizzativo è solo quello di aiutarsi
reciprocamente nel promuovere la crescita della comunità
umana e cristiana nella direzione della passione per il bene comune che
consiste “nell’insieme di quelle condizioni della vita sociale, con le
quali gli uomini, la famiglia e le associazioni possono ottenere il
conseguimento più pieno e più spedito della propria perfezione” (GS
74).
12.
La Diocesi vorrebbe essere accanto a voi e a tanta altra
gente che crede alla possibilità - anzi alla necessità - di trasformare
la realtà secondo lo spirito delle beatitudini, mettendo in evidenza che
la vera felicità non consiste nell’accumulo dei beni materiali e nella
soddisfazione degli impulsi naturali, ma nella ricerca dei beni duraturi e
nella loro condivisione quanto più ampiamente possibile.
Felicità, quindi, che si raggiunge mediante lo spirito di povertà, la
solidarietà con i poveri e sofferenti, l’impegno per la giustizia.
Beatitudini che costituiscono il frutto sia della coscienza retta,
che cerca incessantemente, con la sapienza della croce, il vero e il bene;
sia della speranza che, poggiata sulla sicurezza e sul potere di
Dio e nella logica del “già e non ancora”, affronta la trasformazione
del presente con pazienza e costanza.
Un tale impegno comporta non poche difficoltà che, però, vengono
compensate sia dai frutti che si verificano nella comunità, sia dai
frutti dello Spirito che riempiono il cuore di gioia e pace, i segni della
resurrezione.
Beatitudini collegate, quindi con la dilatazione del Regno di Dio, o
sovranità di Dio sul creato, che si evidenzia con la trasformazione dello
stesso secondo i valori del Regno di Dio: verità, santità, grazia,
giustizia, amore e pace.
“Cresce
sempre più il numero degli uomini e delle donne di ogni gruppo o nazione
che prendono coscienza di essere artefici e promotori della cultura della
propria comunità.
In tutto il mondo si sviluppa sempre più il senso dell'autonomia e della
responsabilità, cosa che è di somma importanza per la maturità
spirituale e morale dell'umanità.
Ciò appare ancor più chiaramente se teniamo presente l'unificazione del
mondo e il compito che ci si impone di costruire un mondo migliore nella
verità e nella giustizia.
In tal modo siamo testimoni della nascita d'un nuovo umanesimo, in cui
l'uomo si definisce anzitutto per la sua responsabilità verso i suoi
fratelli e verso la storia” (GS 55). E voi volete che la Chiesa sia
accanto a voi e a tanti altri nella prospettiva di questo spazio diocesano
di dialogo, di confronto, di ricerca per servire con la forza del Vangelo
l’esercizio di questa “responsabilità verso i fratelli e verso la
storia”?
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