Verso
la Settimana |
Il mistero dell'Incarnazione cornice dell'esperienza della Settimana della Fraternità |
Lettera del Vescovo per la Seconda Visita (25 febbraio 2004) |
La Chiesa che vogliamo nel futuro | Per camminare "veramente" insieme |
Queste pagine si prefiggono di sostenere il cammino di preparazione alla Settimana di Fraternità e accogliere tutte le esperienze e interrogativi che vanno sorgendo nelle varie comunità. Sono destinate in primo luogo, oltre che ai Presbiteri, alle Epap, senza escludere gli altri Operatori Pastorali. |
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1. Finalità
e condizioni della Settimana della Fraternità |
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Incontri
zonali del presbiterio |
Cosa ci attendiamo e cosa promoviamo con la Settimana della Fraternità |
1.
Cosa ci attendiamo 2.
Cosa proponiamo |
Con speranza e senso di responsabilità
Nuovo
calendario per la prima Visita alle Famiglie
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Quale dovrà essere il
compito dei “Visitatori” nella “prima visita”? |
alcune
note di spiritualità per ritiri spirituali per operatori pastorali nel
periodo estivo |
È
tempo di “conversioni” … …
dalle pratiche agli itinerari … Oggi
la Chiesa è chiamata a dare una nuova evangelizzazione. Lo abbiamo
sentito e detto tante volte che quasi riteniamo sia cosa fatta. In realtà
ad ogni Chiesa locale viene chiesto un processo di conversione
straordinario che coinvolge l’intera sua prassi come conseguenza del
rinnovamento del suo modo di essere e vedersi oggi. L'itinerario
di evangelizzazione include la conversione al Vangelo, che si fonda su un
annuncio e che da esso è promossa. Tale
conversione consiste in un “rinnovamento della mente”, vale a dire dei
modi di vedere le diverse realtà della vita e di giudicarle o valutarle;
comporta anche una trasformazione di atteggiamenti, cioè di modi di
essere interiori e di comportamenti esteriori, in coerenza con la nuova
visione; si esprime infine in un nuovo modo di agire, come frutto ed
effusione di carità e di crescita della carità stessa (cfr. UR 6-8). La
conversione interiore si verifica nei fatti esteriori che ne sono segno e
frutto. “Si riconosce l'albero dai suoi frutti”; “non chi dice:
Signore, Signore..”; “beato chi fa la volontà del Padre mio” (Mt
12,33; 7,21). Per Gesù, fatti e frutti sono i segni e gli unici parametri
per valutare la validità della conversione. …
dal giudizio alla gioia … Siamo
nella fase finale della tappa kerigmatica di cui abbiamo registrato
certamente le tante fatiche, ma sicuramente anche i primi segni di
qualcosa che si sta movendo. il
segno più forte della validità del cammino è il grande numero di
persone che, sebbene “non praticanti”, si impegnano a prestare qualche
servizio alla comunità. Questo ha provocato negli operatori pastorali una
duplice reazione: in alcuni di gioia nel vedere tante risposte
inaspettate, in altri di diffidenza (quasi di gelosia) ritenendo che tutto
fosse un “fuoco di paglia”. Di
fronte a queste reazioni, riteniamo che sia opportuno offrire agli
operatori pastorali alcuni spunti di riflessione proprio sulle
“conversioni” promosse e richieste dal Piano Pastorale Diocesano. La
conversione tipica di questa tappa da parte degli operatori pastorali è
molto profonda e tocca tutta la loro vita; è conversione della mente, del
cuore e dell'azione e si manifesta in tutte le relazioni con la gente e
tra loro. Una
pastorale che era di tipo amministrativo diventa più propositiva e
creativa; un dinamismo che prima era proposto a una sola élite comincia a
coinvolgere tutti, con al centro, naturalmente, i sacerdoti, ma insieme
con un laicato che si risveglia alla coscienza di essere chiesa. Come
attesta la nota parabola del “Padre misericordioso”, sta accadendo di
vedere emergere sia i “figli prodighi”, desiderosi di reinserirsi, sia
i “figli buoni”, fedeli osservanti e praticanti ma incapaci di
accogliere i “ritornati” e poco disponibili ad aprirsi agli altri: di
conseguenza, scelgono di rimanere ai margini o addirittura di creare
difficoltà. Questi ultimi, forse, pensano di essersi ritagliato e
meritato un ruolo di protagonisti e adesso lo vedono minacciato dagli
“ultimi arrivati”. …
dalla visione sociologica a
quella teologica della comunità … Cosa
fare? Se
questi operatori pastorali riescono ad amministrare e dominare queste
comprensibili reazioni e a ricuperare un sano rapporto con Dio, imparano,
a poco a poco, a scoprire Dio nel popolo e a capirne le esigenze, a dargli
fiducia e a credere che è possibile aiutarlo perché diventi, in certo
modo, “comunità”. Riscoprono il proprio ruolo in questa “comunità
nuova”, superando l'isolamento nel quale si trovavano; percepiscono che
vale la pena dar la vita per promuovere la comunione umana ed ecclesiale
aperta a tutti. Sia
pure con difficoltà, si va riscoprendo anche la fraternità sacerdotale
come forma nuova di convergenza pastorale che rinnova i contenuti delle
relazioni interpersonali e istituzionali. Nei rapporti tra sacerdoti,
religiosi e laici si vive maggiormente l'uguaglianza di tutti nella dignità,
rispettando la diversità dei ministeri, mentre aumenta la fiducia e la
benevolenza. …
dalle strutture verticiste a quelle partecipative … Questa
conversione include pure la trasformazione delle strutture: alcune
dovranno essere create, altre rinnovate. Si revisionano e si
ridimensionano i ruoli e le funzioni, gli uffici e le responsabilità. Si
rivede ciò che riguarda lo stato sociale delle persone, i titoli
acquisiti, le tradizioni e i costumi inveterati… Si
devono imparare nuove regole di gioco, nuovi metodi, nuovi processi di
azione, nuove forme di relazione, nel rispetto delle funzioni e delle
competenze degli altri. Dal pensare solo al “mio posto” e alla “mia
responsabilità” si sta passando a tener conto degli altri e
dell'insieme della parrocchia. Si
sta verificando una profonda conversione. Da una spiritualità
individualista si va verso una spiritualità comunitaria. Da visuali e
atteggiamenti parziali - per quanto aperti all'universalità - a una
visuale e a un atteggiamento per cui dall'universale si scopre e si vive
il particolare, e sempre in funzione e a servizio dell'universalità. La
“prova del nove” di tale conversione è la creazione e la modifica
delle strutture e delle forme che favoriscono le nuove relazioni e gli
atteggiamenti rinnovati. …
dalla cultura sacrale a quella pasquale del popolo Così,
in questa tappa si fa un primo passo nel processo di trasformazione della
cultura, sia di quella del popolo, sia di quella ecclesiale ed
ecclesiastica. Tutto
il popolo vive una prima esperienza del mistero pasquale; riceve una
iniziale “Buona Notizia” che la salvezza è possibile “qui e ora”;
percepisce che la buona notizia è allo stesso tempo “verità” da
accogliere, “via” da percorrere, “vita” nuova la cui pienezza sarà
sempre da scoprire e da incarnare. Ovviamente,
tutto ciò lo si vive ora in modo incipiente, come un seme o embrione
destinato a crescere per uno sviluppo indefinito. Per
questo l'avvenimento redentore apre a una nuova tappa, nella quale
l'esperienza vissuta si approfondisce, fino a sfociare nell'impegno
esplicito di fare del Vangelo la norma della vita personale e comunitaria.
Lo vedremo quando descriveremo la seconda tappa. |
Ascoltando
varie testimonianze su come sta procedendo la prima visita alle famiglie,
sembra che alcuni “visitatori” siano andati un po’ oltre sia nella
“spiegazione” della "Settimana della Fraternità" sia,
soprattutto, delle Piccole Comunità. |
A
seguito della Prima Visita alle Famiglie, sono arrivate alcune lettere di
persone che hanno voluto esprimere al Vescovo ciò che hanno provato. In
questi dodici anni, a dire il vero, sono state tante le persone che hanno
“risposto” alle sollecitazioni date loro dalla Lettera alle famiglie. |
Il
Mistero dell’Incarnazione cornice dell’esperienza della Settimana
della Fraternità |
Nota del 9 Gennaio 2004 |
Adesso
che i preparativi per la celebrazione della Settimana della Fraternità
sono stati avviati, la domanda su che cosa sia e in che cosa consista
questo evento si è fatta più pressante e interessata, non solo tra gli
operatori pastorali ma anche tra la gente. La risposta non è facile. |
Una
volta completata la prima visita, il primo passo da fare, da parte del
parroco e dell’Epap, è raccogliere i dati e fare di essi un quadro
consuntivo con queste voci: |
Dalla prima
visita alle famiglie … |
Il
drammatico problema che affligge la Chiesa occidentale, e cioè la
separazione tra vita e fede, sta alla base del nostro itinerario di
rinnovamento diocesano ed evangelizzazione. Molta gente, pur essendo
battezzata, vive come se Dio non esistesse. Ancora di più: intere società
e popolazioni formate da battezzati hanno politiche sociali ed economiche
in evidente contrasto con il messaggio evangelico. Come superare questa
situazione? O meglio: quale risposta la Chiesa può dare a questa
situazione e alle nuove sfide che da essa derivano? |
La Chiesa che vogliamo nel futuro e la Settimana della Fraternità |
Continuiamo
ad interrogarci sul significato e sulla portata che la Settimana della
Fraternità ha nel nostro progetto pastorale di rinnovamento diocesano
e di evangelizzazione. |
Questa
prospettiva probabilmente può aiutare a uscire da certe preoccupazioni
legate ad una determinata comprensione di taluni termini usati. |
Alcune precisazioni riguardo alla "Settimana della Fraternità" |
L’avvicinarsi
della celebrazione della "Settimana della Fraternità" e delle
“cose pratiche da fare” sta riproponendo alcuni interrogativi nei
presbiteri e negli operatori pastorali che fanno trasparire una non
chiarezza sia in relazione alle finalità sottostanti l’evento, sia
alle modalità della sua attuazione. |
Completata la seconda visita alle famiglie
– che aveva come obiettivo di invitare le famiglie alla
"Settimana della Fraternità", raccogliere le adesioni di
coloro che accettano di partecipare e censire le famiglie che si sono
dichiarate disponibili a mettere la propria casa a disposizione per gli
incontri – l’Epap e i “Visitatori” provvedono alla formazione
dei “Gruppi di Famiglie” avendo come criterio principale la
vicinanza territoriale, ma tenendo conto anche delle indicazioni
raccolte dai “Visitatori”. Raccomandiamo ancora di mantenere i contatti
con l’Edap man mano che si va procedendo, soprattutto se sopravvengono
delle difficoltà o situazioni problematiche o imprevisti. |
Testimonianze e Lettere sulla Settimana di Fraternità (formato PDF) |