Settima Stazione

Gesù muore in croce


Dal Vangelo secondo Giovani
(19,25-30)

«Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù, allora, vedendo la Madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla Madre: "Donna, ecco tuo figlio". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: "Ho sete". C'era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima ad una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto Gesù disse: "Tutto è compiuto". E chinato il capo, spirò».

Riflessione

Se la crocifissione di Gesù fosse accaduta ai nostri giorni, certamente noi avremmo voluto fotografare la scena, neutralizzando in tal modo ogni possibile immedesimazione. Avremmo conservato un souvenir, capace di appagare la nostra curiosità.
Gesù è davvero un folle che dà la sua vita per salvare gli altri. Aveva precedentemente detto: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15,13).
Oggi usiamo in modo superficiale la parola "amico"; Gesù dà alla parola il suo senso pieno, quello di "fratello" per cui si può dare la vita.

Gesù è inchiodato in croce, con la corona di spine in testa che lo tormenta. Ma anche da lassù ha parole di comprensione e di amore per gli altri: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno".

Gesù beve fino in fondo il calice della sofferenza da Lui stesso previsto. In questo drammatico momento ha presso di sé solo pochi amici, la Madre, che solo ora comprende le parole dell'angelo che le annunciava che da Lei sarebbe nato il Salvatore del mondo. La Madre che riconosce la verità di quanto le aveva profetizzato Simeone: "Una spada ti trafiggerà l’anima".

Maria, pur conoscendo il valore salvifico di quella passione, soffre il dolore di una madre che vede morire il proprio figlio. Anche in croce Gesù continua a donare: al ladrone che si lamentava dice: "Oggi sarai con me in Paradiso"; affida la Madre al discepolo prediletto, con parole semplici, ma che sono capaci di trafiggere.
Immedesimiamoci nel dolore di una madre: come dovette sentire lo strazio del Figlio che grida: "Padre, perché mi hai abbandonato ?"
Non si capisce il senso della vita se non si dà un senso al dolore.

Gesù ci aiuta a dare un senso alla nostra vita col suo abbandono al Padre. Il dolore ci mostra che la vita ha un senso se vissuta per gli altri.

Gesù, sono inchiodato ad un letto da mesi e spesso ti domando: "Perché?" Sono oppresso da angosce e dolori ed ancora mi chiedo: "Perchè?"
Sono triste, sono emarginato, sono abbandonato, e tutto questo perché?

Sono stanco, Signore, e sento che l’uomo non puoi darmi quasi nulla: perché? Perché non mi basta più niente, perché sono così infelice, perché sono solo? Perché, perché? O Cristo crocifisso, aiutami a capire, aiutami a vedere fin dove può arrivare l’amore. Ti guardo sulla croce e penso: forse l’amore è fatto così.

Ottava Stazione

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