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È oggetto di particolare venerazione il piccolo simulacro in argento, raffigurante la Vergine con in braccio il Bambino Gesù, che la tradizione dice offerto da San Cono da Naso. È del 1965 la costruzione della Chiesa Madre, dedicata a Cristo Re, a tre navate, situata nel centro cittadino. |
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È cittadina che ha dato i natali allanacoreta san Cono. Di nobile famiglia, abbracciò lideale monastico basiliano, diede i suoi beni ai poveri e visse in eremitaggio e in santità. A lui è dedicata lomonima Chiesa del XV secolo, che ne custodisce le reliquie. |
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Allinizio dellabitato si innalza la Chiesa barocca del Santissimo Salvatore, maestosa nellimpianto architettonico, con allinterno pregevoli tele e marmi. Tra questi ultimi è il "Trittico con la Vergine tra i Santi Andrea e Gregorio". La tavola "Madonna col Bambino dormiente" risale ai primi decenni del Cinquecento e si ascrive alla cerchia di Joos van Cleve, fondendo modi fiamminghi e leonardeschi. Ubicata nella stessa chiesa è la "Madonna con Bambino", tratta da un originario trittico in bassorilievo, marmo di scuola gaginiana. |
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La Chiesa Madre,
dedicata ai Santi Apostoli Filippo e Giacomo, aggrazia e domina col campanile la piazza di
Naso. Linterno, a tre navate, è ampio e luminoso. Tra le grandi tele, il coro intarsiato e le statue marmoree spicca per bellezza una cappella ricca di fasto, di bassorilievi e marmi mischi. Sono cariche di memorie la quattrocentesca Chiesa di Santa Maria del Gesù, quella di San Pietro dei Latini e la conventuale Chiesa di San Francesco. E' interessante la visita al Museo parrocchiale di Arte Sacra. |
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Da Naso, ci
spostiamo a CastellUmberto,
erede dellantica Castanea, abbandonata dagli abitanti, alla fine del secolo scorso,
a cause delle frane. Sulla piazza centrale si affaccia la Chiesa Madre, dedicata
allAssunta, costruita nel 1935 da maestranze locali, abili nel lavorare la pietra,
che ricavano dalle cave della zona. Allinterno gli altari sono stati ricomposti con materiali provenienti dalle chiese di Castanea, i cui ruderi sono a testimoniare la vitalità culturale e religiosa della popolazione. |
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