Melo Freni in
Gazzetta del Sud
16 febbraio 2005


Un esempio del possibile

MA SENZA L’ONESTA' LA LEGGE NON BASTA
 


Si sa per tradizione e per ricorrenti constatazioni, che il nostro è un paese di opere incompiute, dove la regola sembra essere quella di iniziare i lavori pubblici e a metà dell'opera so­spenderli, abbandonarli, rinviarli a finanziamenti integrativi che sono frutto, appunto, dei ritardi.
Lo scorso 31 gennaio 2005 è venuto fuori un Decreto legge che prevede la nomina di commissari straordinari per fare eseguire e completare opere e lavori pubblici “la cui esecuzione, pur potendo iniziare o proseguire, non sia iniziata, o, se iniziata, risulti anche in parte temporaneamente comunque sospesa”.

Iniziativa senza dubbio destinata a confondere di più la situazione, in quanto esiste nelle sedi competenti un registro delle “incom­piute” con i relativi riferimenti di ditte, di incarichi e di finanziamenti, che basterebbe attivare con le normali procedure di diritto civile e nei casi in cui ricorre anche di penale.
Eh no! II nostro deve necessariamente essere il paese dei “commissari” anche dove sarebbero evitabili e così si incrementa il sospetto di ulteriori parcellizzazioni di incarichi a fini clientelari, che nulla hanno a che fare con l’oggettiva necessità delle nomine.

A fronte di tanto triste fenomeno che colpisce il paese nelle sue legittime attese (vedi casi di ospedali, di strade, di scuole) e mortifica il senso etico di un rapporto di civiltà, poichè altre prove (anche se minoritarie) portano ad un altro tipo di riflessione, desidero ricordare un caso emblematico, recentissimo.

A Librizzi, piccolo paese collinare sul versante tirrenico del Messinese, il 19 settembre 2004 è stata inaugurata una chiesa intitolata a San Paolo, la posa della cui prima pietra era avvenuta il 5 aprile del 2003. Ciò significa, undici mesi e 15 giorni per mettere su un'opera complessa come può essere una chiesa, per oltre trecento persone, con relativo campanile, in tutto 380 metri quadri più altri 70 per la sacrestia e i servizi. Altra indicazione il costo dell'opera: 600 mila euro! Incredibile? No, è vero.

A noi non deve interessare che anche questa volta ci siano di mezzo i preti, i soliti preti! Noi dobbiamo riflettere sulla fattispecie che è possibile costruire un'opera importante in meno di un anno e con una spesa che rispetta il progetto e si pone come esempio. Bisognerebbe pubblicizzarlo a spese del governo.

Pertanto, più che commissari da Decreto legge, si dovrebbe chiedere ai tecnici della Curia di Patti come si fa ad essere così tempestivi e onesti per insegnarlo agli altri.
Senza moltiplicare la burocrazia, è proprio vero che tutto si può. Ma senza onestà, non c'e legge che basti.

 

 

 

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