Ottava Stazione |
Riflessione proposta da Giuseppe Musarra |
Gesù incontra le pie donne |
L’innocente, il buono, il giusto, il Figlio di Dio, l’Uomo, l’Amore puro e infinito, condannato, umiliato, in croce. Perché? Di fronte al dolore innocente, il cuore di ogni uomo buono soffre e infinitamente si ribella. Resta immobile, immensamente triste, solo. Quale risarcimento? Nessuno. Verrà ucciso l’Amore. Mancherà all’umanità l’Amore, la Bellezza. Siamo abituati a un Gesù comprensivo e misericordioso, fonte di perdono e di speranze. Siamo poco abituati a sentire Gesù parlare in maniera così severa parole traduttrici di un percorso senza cuore e senza anima da parte dell’uomo, quindi catastrofico. Un figlio, il miracolo più grande, il dono più prezioso, la vita. Quali orizzonti aprono queste parole? Aprono orizzonti? Lungo la via dolorosa Gesù si accorge delle donne che piangono e dice: Non piangete per me, ma dedicatevi ai vostri figli. Il suo è un gesto di amore. Si rivolge al mondo dei bambini, di quanti hanno bisogno della sicurezza dei genitori. I bambini sono più fragili che gli adulti, sono più a rischio. Gesù indica la strada: guai se non ci si dedicasse ai bambini, al futuro del mondo: bambini violentati, bambini abbandonati per l’egoismo dei genitori, bambini uccisi, bambini non rispettati, bambini non aiutati nella malattia, bambini fatti oggetto di commercio, bambini non allevati con l’amore. Lo sguardo di Gesù non è solo per i bambini. È per i tanti coniugi mortificati dalle difficoltà economiche e lasciati soli o non sufficientemente aiutati dalle pubbliche istituzioni. Ad essi Gesù dice ancora di non rassegnarci e di difendere la vita umana sin dal suo nascere, moltiplicando gli sforzi, affinché il diritto alla vita sia affermato non contro le madri, ma insieme alle madri. La parola di Gesù è invito a coltivare vero coraggio, alto senso di responsabilità in ogni scelta quotidiana, l’amore, la fedeltà, il perdono, la fiducia, la generosità. O
Signore, aiutaci ad accogliere la tua parola e a sapere annunciare ogni
giorno, con franchezza e con amore, il vangelo della vita, importante più
di ogni altra cosa al mondo. Non permettere che su noi e sugli uomini di questo tempo si debba piangere perché abbiamo respinto la mano del Padre misericordioso. |