Crocifisso, part, S. Li Volsi, 1652, Chiesa Ara Coeli di San Marco d'Alunzio

Decima Stazione

Riflessione proposta da Sebastiano Adamo

Gesù è spogliato delle vesti

Stazione decima

Il corpo di Cristo, spogliato delle vesti e trattato come oggetto di supplizio, racchiude in sé l'immenso dolore dell’umanità profanata.

Gesù, spogliato delle vesti: insulto alla sua dignità di uomo e oltraggio alla sua divinità;  è altresì metafora dell’avidità umana.

Pur di conseguire un modesto vantaggio, l’uomo è capace di umiliare, profanare, calpestare, denigrare, specie i deboli e gli indifesi.

Quante umiliazioni ed ingiustizie per i poveri, scarti della società, per chi non è più in condizione di produrre, per gli anziani, gli ammalati, per chi non può esprimere le proprie capacità e le proprie idee, per i bambini offesi nella propria innocenza da uomini cosiddetti perbene!

Quante vite umane profanate in vari modi, trattate anch’esse come oggetto di supplizio, eterna testimonianza della sofferenza e del dolore di Gesù.

Lì, sul Golgota, i soldati non vogliono rovinare la tessitura unica della tunica e la sorteggiano: beffardo gioco umano in disprezzo della sofferenza.

Gesù è inerme, non si ribella, accetta, subisce, fa la volontà del Padre.

Gesù sa che la sua morte in croce è un sacrificio di espiazione. Per questo vuole conservare la coscienza vigile sino alla fine.

Privo di essa non potrebbe, in modo completamente libero, accettare la piena misura della sofferenza. Egli deve salire sulla croce, per offrirsi al Padre, dopo aver operato la redenzione del mondo.

Coscienza e libertà: sono gli attributi irrinunciabili di un agire pienamente umano.

Il mondo conosce tanti mezzi per indebolire la volontà ed offuscare la coscienza.

Occorre difenderle gelosamente da tutte le violenze, da ogni profanazione.

Signore, aiutaci a comprendere profondamente il senso della tua sofferenza.

Aiutaci ad assolvere le nostre responsabilità politiche, sociali, amministrative, sfuggendo ad ogni tentazione di avidità e di potere.

Aiutaci a vivere una vita onesta.

Guidaci ad essere pronti e disponibili nel servizio e nel rispetto della dignità di ogni persona umana.

Fa’ che possiamo riconoscerti in ogni fratello bisognoso, perché egli non abbia a bussare invano alla porta del nostro cuore.

Undicesima Stazione

 

 

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